Nuoto / Budapest '17: il miglior "mondiale" di sempre
Martedì 1 Agosto 2017(gfc) Il numero 17 - quello progressivo dei Campionati Mondiali organizzati alla Duna Arena di Budapest, dopo la rinuncia di Guadalajara che non trovò i 100 milioni di dollari necessari - ha portato fortuna al nuoto italiano. In senso lato dal momento che il termine va allargato ad altre discipline: Sincro, Tuffi (ora anche dalle Grandi altezze), Nuoto di fondo, Pallanuoto (due tornei non proprio felici, per noi conclusi entrambi con un sesto posto che lascia un po' di amaro). Un ventaglio di cui hanno saputo approfittare innanzi tutto gli Stati Uniti con un record di 46 medaglie (38 solo in piscina), livello mai raggiunto prima, e soprattutto in grado di mettere in acqua i due nuotatori simbolo della rassegna: la collaudata Katie Ledecky (tre medaglie d'oro, ma sconfitta sui 200 da Federica Pellegrini) e il più nuovo Caeleb Dressel, che a Budapest ha vinto sette volte (proprio come Michael Phelps nell'edizione 2007). Non lontano la svedese Sarah Sjostrom, prima a scendere sotto i 52" nei 100 (51"71) e che ha rinunciato ai 200.
Fatti&Misfatti / Tra nuoto ed atletica, fermiamoci al basket
Martedì 1 Agosto 2017di Oscar Eleni
A cavallo dell’anticiclone Lucifero mandando al diavolo tutti quelli che difendono i torti con più vigore dei diritti. Volevamo portare tutti a Budapest, sull’isola Margherita, ad ascoltare la fontana musicale, perché fra Buda e Pest, scivolando sul Danubio che gli inviati più “ furbi” hanno finalmente visto senza il blu degli Strauss, nella città di Francesco dove c’è la sede del Ferencvaros, abbiamo scoperto un’Italia che vince anche se il volante è storto, anche se molti ti sussurrano che è ora di ritirarsi come hanno tentato con Wandissima Pellegrini prima di scoprirne l’immensità che non oscura altre grandi storie di campionesse nate da noi, ma le rafforza. Succede sempre che dopo grandi imprese si vada verso il muro della gloria per ridipingere tutto, meglio Pelè o Maradona, Coppi o Bartali, meglio la Simeoni o la nostra duecentista che più libera non potrebbe essere dopo essersi tolta le catene dei 400 che pure sono stati suo territorio di caccia?
Piste&Pedane / Ayomide Folorunso: una continua sorpresa
Martedì 1 Agosto 2017di Daniele Perboni
Scrive il direttore «…potremmo iniziare qualche intervista con gli “emergenti”... Avevi fatto qualcosa del genere per la Zenoni e non le abbiamo portato grande fortuna…». Ma cosa stai dicendo! Anche tu prigioniero di queste superstizioni? Niente sfortuna. Diciamo piuttosto che le abbiamo portato in dote una sfida galattica. Da allora sembra che tutto le sia andato storto. Dunque, che facciamo? Ci mettiamo in tasca un cornetto? Gettiamo il sale alle spalle (quella sinistra, attenzione)? Purifichiamo i nostri chakra con fiori freschi? Oppure ce ne freghiamo e andiamo avanti sfidando la sorte? L’ultima proposta ci sembra la migliore. Yeman Crippa, Ayomide Folorunso (foto Colombo/Fidal) o Yohanes Chiappinelli? Spazio alle “quote rosa”.
Saro' greve / Montano: questa volta saro' lieve (e commosso)
Domenica 30 Luglio 2017di Vanni Lòriga
Questa volta, ricordando che siamo su un sito dedicato allo sport olimpico, tratterò di Scherma. Come tutti sanno si tratta della disciplina che più ha contributo al medagliere azzurro in occasione dei Giochi Olimpici e dei Campionati mondiali. Avrei voluto interessarmi del recente appuntamento iridato a Lipsia dove le lame azzurre hanno dominato la scena. Ma nel frattempo è giunta la notizia che Mario Tullio Montano ci ha preceduto sul traguardo. Chi era questo Montano ci ha lasciato? Rinvio ad altra data la storia della attuale scherma italica (e del Dream Team) e mi concentro sui primi giorni del mese di settembre del 1972.
Scherma / Lipsia 2017: un nuovo Mondiale da incorniciare
Sabato 29 Luglio 2017(gfc) Il serbatoio dello sport italiano è sempre pieno. Ancora e per fortuna un “mondiale” targato Italia: primo posto nel medagliere con quattro Ori, un Argento e quattro Bronzi sulle sei gare canoniche, ma soprattutto tanta vitalità e, perché no, continuità quasi senza eccezione. Se si guarda un po’ indietro, alle passate edizioni, il bilancio 2017 è tra i migliori in assoluto, a ridosso del record che restano le 11 medaglie del Cairo 1949 e Catania 2011. Ma il risultato d’assieme è stato impressionante, pur con qualche zona d’ombra (leggi spada, un settore in chiaro-scuro non ancora all’altezza degli altri). Si torna dalla Germania con la consapevolezza di aver iniziato il nuovo quadriennio nel migliore dei modi. L’arma da parata resta il fioretto, sempre prolifico di successi, seppure questa volta privo di Elisa Di Francisca, prossima a diventare mamma.
More Articles...
- PianetaDonna / Talento: oltre le gare c'e' (molto) di piu'
- Nuoto / Il settimo sigillo di Federica: un album per la storia
- I sentieri di Cimbricus / Uno splendido futuro dietro le spalle
- Piste&Pedane / U-20: spirito ed energia da non disperdere
- Opinioni / Grandi quattrocentisti e mediocri 4x400. Perche'?
Page 504 of 680