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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Atletica / Alfio Giomi: mago o pompiere?

Lunedì 15 Luglio 2013

LUCIANO BARRA

La stagione dell’atletica è cominciata da tempo e di fatto si concluderà dopo i Mondiali di metà agosto. Ed è normale che si facciano, sulla strada di Mosca, previsioni sulle possibilità italiane di medaglie e valutazioni sul miglioramento della nostra atletica dopo otto anni di depressione e, sicuramente, quattro anni di buio fitto. Tanto per ricordare. Berlino 2009: zero medaglie; Daegu 2011; un bronzo (Antonietta Di Martino); Londra 2012: un bronzo (Fabrizio Donato). Come è nel carattere di noi italiani ci attendiamo sempre il meglio. Ma qui non solo la palla non è rotonda, ma è anche difficile “inventarsi” un campione. Da quando Alfio Giomi è stato eletto presidente (poco più di 6 mesi), grazie al suo attivismo e alla sua presenza ogni dove (la sua presenza a casa/Grosseto è pari alla presenza in FIDAL del precedente presidente). Questo ha sicuramente ingannato molti osservatori che hanno visto in Giomi il Mago che avrebbe resuscitato l’atletica italiana.

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CIO / Il crescente disagio dello sport internazionale

Sabato 13 Luglio 2013

Finita la Confederation Cup, sembra essersi placata la rivolta che ha sconquassato il Brasile e ha messo nell’angolo la sprovveduta Dilma Rousseff, braccio operativo dell’ex presidente Lula, in carica dal 1° gennaio 2011. Toccherà a lei ora fronteggiare il crescente disagio del paese, innescato dalle faraoniche spese per i Mondiali di calcio del 2014 e dei Giochi del 2016. Rivolta vera più che manifestazione di protesta, nata al di fuori di tutte le sigle. Rivolta che ha riecheggiato quelle innescate pochi giorni prima a Istanbul (altra candidata olimpica) dagli alberi di piazza Gezi. Tutti presi in contropiede, stupefatti che la gente non migliora la qualità della sua vita con le grandi rassegne sportive. E in prima fila i signori del CIO che continuano a gestire il grande bazar, con l’offerta di sempre nuovi baracconi, del tutto disinteressati ai problemi creati dalle loro scelte. Ma non sono da meno le federazioni internazionali che dal bazar (e dai diritti televisivi) in gran parte dipendono. Una oligarchia di anziani staccata dalla realtà, al riparo del paravento di un moralismo a basso costo: corruzione, doping, …

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Commenti / L'Italia ai Giochi del Mediterraneo di Mersin 2013

Sabato 29 Giugno 2013



LUCIANO BARRA



“Spezzeremo le reni alla Grecia”
diceva Mussolini il 19 novembre 1940, in un famoso discorso ai gerarchi. Ora il sito del CONI, ad un giorno dalla fine dei Giochi del Mediterraneo di Mersin, parafrasando Mussolini, dice pressappoco “abbiamo spezzato le reni alla Turchia ed a tutti gli altri”. Per essere corretti il vero testo dice “Mersin 2013 entra nella storia sportiva dell’Italia. La XVII edizione dei Giochi del Mediterraneo diventa infatti aritmeticamente la manifestazione multidisciplinare più medaglista di sempre all’estero, superando Atene 1991, che si era chiusa a quota 168.” Ma cosa cavolo significa questa affermazione? Che a Mersin abbiamo vinto più medaglie che ai Giochi Olimpici? Ma cosa significa questo trionfalismo, se non si aggiunge che l’Italia è andata Mersin con la squadra più numerosa di sempre (413 atleti) e che gli altri paesi si sono presentati con le squadre meno numerose di sempre? Ma il sito del CONI non era stato criticato nelle pre-elezioni per essere troppo auto referenziale? Qui siamo al “chi si loda si sbroda”.


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Giochi del Mediterraneo / A che servono se si esclude Israele?

Giovedì 20 Giugno 2013

mersinNel disinteresse generale (almeno per la sponda italiana) si apre oggi a Mersin – grossa città agricola dell’Anatolia – la diciassettesima edizione dei Giochi del Mediterraneo. Nella travagliata Turchia di questi giorni, col governo Erdogan che sta mostrando un volto ben diverso da quello che la distratta opinione pubblica internazionale gli riconosceva, la rassegna (che si chiuderà il 30 giugno) doveva servire da prova generale per la candidatura ai Giochi Olimpici 2020. Col timore diffuso che si possa, invece, tradurre in un passo indietro per Istanbul, fino a qualche settimane addietro ritenuta favorita nei confronti di Tokyo e di Madrid, due capitali un po’ malmesse sul piano finanziario. A differenza proprio di Istanbul. Almeno questa era la sensazione diffusasi dopo le audizioni tenute dal CIO nelle riunioni di San Pietroburgo. In attesa delle decisioni finali che saranno prese a Buenos Aires il prossimo 7 settembre. Tutto ciò premesso, torniamo alla vicenda dei Mediterranei e alla domanda che ci siamo fatta nel titolo. Un problema – l’esclusione di Israele – che inficia da sempre ogni credibilità della manifestazione. Senza voler tener conto anche dell’irrisolta questione Palestina. In tali condizioni, che senso hanno queste gare?

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Piste&Pedane (14) / Difficile verifica agli Europei a squadre

Mercoledì 19 Giugno 2013

Alla conclusione dei campionati italiani giovanili (Junior e U-23, con quattro primati di categoria) si può tentare un primo bilancio della stagione iridata. In attesa che più precise indicazioni vengano dagli Europei a squadre di Gateshead (22/23 giugno). Una verifica necessaria, perché va detto che a 53 giorni dall’apertura dei Mondiali di Mosca, sono pochini gli italiani che hanno conseguito il limite “A” di partecipazione (quello “B”, di recupero, ha valore più che altro per le nazioni di seconda fascia). I termini di qualificazione, apertisi il 1° ottobre 2012, scadranno il prossimo 29 luglio, il giorno dopo la conclusione degli Assoluti di Milano. Speriamo di sbagliarci, ma i riscontri del campo sembrano in ritardo rispetto ai rivolgimenti annunciati dal nuovo presidente Alfio Giomi e dal CT Massimo Magnani. Qualcosa pare essersi inceppato e anche i protagonisti dell’inverno – Trost, Tumi, Dal Molin –, per ragioni varie, paiono in ritardo. Anche le uscite americane di Daniele Meucci, il solo superstite del mezzofondo azzurro, non sono state all’altezza. Vediamo meglio nel dettaglio.

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