Fatti&Misfatti / Vince sempre chi ha piu' soldi
Martedì 26 Settembre 2017

di Oscar Eleni
Sul cammino di Amblar per il Grigoletti-day, schivando il pantano dove la rana Beelzebuko minaccia di mangiarsi i pesci della nuova scrivania del Fazio come faceva un tempo con i dinosauri. Ci sarebbe servita questa rana fra le sale del palazzo Varignana, là fuori di mano, dove il basket ha presentato la 96^ edizione del campionato che si inizia con una giornata spezzatino sabato prossimo per finire addirittura giovedì della settimana seguente sotto il segno di Eurosport. Tanto per far capire a lorsignori che le liste nere delle belle figheire al comando non spaventano. Questo lo diremo al Grigo nel giorno dei ricordi cercando di spiegare che questi Maramaldi non si possono combattere ad armi pari. (nella foto, Armani vince la Supercoppa a Venezia, 82-77).
I sentieri di Cimbricus / Quella sporca (ultima?) decina
Lunedì 25 Settembre 2017
di Giorgio Cimbrico
Con la squalifica a vita di Asli Cakir Alptekin, viene scritta un’altra “positiva” pagina di quella che è stata la gara più ricca di squalificate e di sospette della storia: che sia l‘ultimo capitolo, non scommetterei un farthing, una monetina ormai sparita che equivaleva a un quarto di penny. In quei 1500, corsi il 10 agosto 2012, finale olimpica allo stadio di Stratford (nella foto, l'arrivo), erano al via manipolatrici di urina, consumatrici di Epo e di sostanze che, naturalmente, avevano preso per vitamine. Capita spesso che vengano usate le più squallide scuse, le più inverosimili giustificazioni. A me, chissà perché, viene in mente quella vecchia striscia, Blondie e Dagoberto: lui arrivava cronicamente in ritardo in ufficio: “Mi si è incendiato lo spazzolino”, provò, mentre tentava di guadagnare la scrivania sotto lo sguardo feroce del capoufficio.
Saro' greve / Ma non e' che il VAR l'ha inventato Leni Riefensthal?
Lunedì 25 Settembre 2017
di Vanni Lòriga
Più lo sport si evolve, più si complica. Stiamo vivendo l’epoca del VAR, il Video Assistant Referee, cioè una sorta di moviola recentemente introdotta anche nel nostro campionato di calcio. Non si tratta del “moviolone” per anni invocato da Biscardi e che comunque, pur nelle ripetività e negli ingrandimenti, produceva più dubbi che certezze, ma anche adesso si sono creati due partiti, quello del SI’ e quello del NO, con una infinità di correnti con integralisti “contro” e riformisti “pro secondo i casi”. Tanto per rendere più semplici le operazioni, esiste anche l’AVAR che prevede l’Assistenza all’Assistente…
Osservatorio / Giovanni Malago' e i suoi sogni olimpici
Sabato 23 Settembre 2017
di Luciano Barra
Sono caduto della seggiola l’altro giorno quando ho letto dal sito de La Repubblica, a firma Fulvio Bianchi, un‘affermazione sulla candidatura di Roma ai Giochi del 2024 che diceva, testualmente, “Avremmo vinto, questa la verità”. Bianchi è un giornalista ben informato e ben “connesso”, e pur non essendo stato a Lima ha maturato questa sensazione che in maniera meno esplicita è stato il leitmotiv di molti altri articoli e di dichiarazioni, meno dirette ma molto simili, del presidente del CONI Giovanni Malagò. Credo di conoscere molto bene Giovanni Malagò, così come credo di conoscere molto bene i romani (ed i romanisti) ed altrettanto bene conosco il Mondo Olimpico. Certo Malagò è un sognatore come è giusto che sia un leader, ma non certo uno stupido.
Terza pagina / L'esordio olimpico del basket davanti a 500 ... ombrelli
Venerdì 22 Settembre 2017
di Gianfranco Colasante
Nel 1992, Giochi di Barcellona, toccò al Dream Team targato NBA fare storia e schiudere al basket la porta del XXI Secolo. Ma solo cinquantasei anni prima, a Berlino 1936, quella storia era ancora una pagina bianca. Il primo torneo olimpico, proprio quello giocato in Germania, si concluse sotto la pioggia con una finale tra Stati Uniti e Canada: si imposero i primi per 19 a 8 (15 a 4 al primo tempo)! Un punteggio che la dice lunga sulla qualità e la dinamicità del gioco. Molti anni più tardi il capitano degli studenti USA, Bill Wheatley, rievocò quei giorni in occasione dei Giochi di Los Angeles 1984: "Il pallone era più grande di quelli di oggi e aveva una lunga cucitura per chiudere la camera d'aria che ne falsava i rimbalzi. Si segnava poco e i passaggi e i tiri si facevano sempre a due mani".
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