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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / La saga del "terzo uomo"

Mercoledì 16 Marzo 2022

 

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Quando la terra tremò a Sacramento: per numero e densità di risultati, per la qualità e la disponibilità della pattuglia di atleti che sfidarono il cronometro. In morte di Charlie Greene è stato bello e commovente riviverlo ancora una volta.


Giorgio Cimbrico

Qualche giorno prima di toccare i 77 anni, ultima partenza per Charlie Greene, quello con gli occhiali scuri, anche se si correva di notte (“non voglio bruciarmi gli occhi quando torno sulla terra”), le fasce attorno alle cosce delicate. Gli ultimi anni non sono stati facili: tormentato dal diabete, aveva subito anche il trapianto di un rene.

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Osservatorio / Quando la professionalita' e' un'opinione

Martedì 15 Marzo 2022

 

tv


Gli appassionati di atletica hanno appreso che – dopo Ancona – anche per i Mondiali di Belgrado la direzione di RAI Sport ha “accantonato” Franco Bragagna affidando ad altri il commento delle gare iridate. Il motivo? Si ignora.

Luciano Barra

Quando sta accadendo a RAI Sport con Franco Bragagna pare essere la dimostrazione che la professionalità non vale o vale poco. Parrebbero contare altri parametri, come simpatie o appartenenze. La storia è semplice: Franco Bragagna, uno dei telecronisti di punta della RAI, dove è entrato nel 1990, senza apparente motivo è stato declassato a “numero due” degli sport olimpici e dell’atletica.

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Duribanchi / Le fobie insopportabili della guerra

Martedì 15 Marzo 2022

 

kiev-bombe


Ci sono quelli che vorrebbero la guerra (quella mondiale, costi quel che costi, gente così ce n'è) subito. Quelli che invocano la pace. Chi ti spiega che l'Occidente è corrotto e malato. Quelli che ti spiegano che l'Occidente se l'è “voluta”.

Andrea Bosco

Beh, quasi ci siamo. La guerra è in arrivo. No, “potrebbe” arrivare. Se non fermano Putin (mentre milioni di profughi ucraini, dalle città devastate, sono in marcia versa la salvezza e la solidarietà europea, bene la Juventus che è andata a prendersene via Ungheria, 80 tra mamme e bambini) arriverà. I missili russi sono caduti a 24 km dal confine polacco. Al prossimo missile, che magari solo per errore, varcherà i confini di un paese NATO cosa accadrà? Il mondo occidentale abituato a frantumarsi gli zebedei si interroga di chi sia la “colpa” dell'orrore che ogni giorno dall'Ucraina arriva sui teleschermi di casa nostra.

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Fatti&Misfatti / In volo oltre la barriera di corallo

Lunedì 14 Marzo 2022

 

meneghin 


Ci si chiede, contrariamente a Petrucci e alla FIBA, se basta il titolo sportivo per sentirsi degni della massima ribalta. O se il rosso di certi bilanci consenta di avviare una riforma dei campionati dove magari si giocherà di meno.

Oscar Eleni

In classe più che economica sul volo della nuova compagnia di bandiera italiana che ha dato il nome Dino Meneghin ad uno dei suoi aerei. Destinazione Bombo Beach, Australia, dove fra tanti minerali si trova l’apatite che noi pensavamo esistesse soltanto nella natura di troppi campioni gaglioffi, di molti dirigenti ottusi, di tanti che non sanno perché vengono pagati per andare a bofonchiare in TV, per fare il deputato, per dirigere federazioni dove gli atleti si sbranano e gli allenatori si sputtanano.

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I sentieri di Cimbricus / Il macellaio che invento' il rugby a 7

Lunedì 14 Marzo 2022

 

haig 

Il giorno in cui Ned Haig inventò il rugby a 7 (Seven-a-side, prima di diventare Sevens) è il 28 aprile 1883 e tutto avviene in quell’atmosfera da mondo perduto di una festa semplice per gente semplice e cordiale.


Giorgio Cimbrico

Il giorno in cui Ned Haig inventò il rugby a 7 assomiglia a una delle scene più belle di “Momenti di Gloria”: una festa campestre nelle Highlands, le torte portate da casa, le 220 yards per tutti, dai bambini ai giovanotti più prestanti, sino alla gara-clou quando il capo del villaggio dice a Eric Liddell – internazionale di rugby e ovviamente ospite d’onore – se non è il caso che anche lui scenda in pista, che poi non è una pista ma un pezzo di prato adattato alla bell’e meglio. E lui si toglie la giacca, si rimbocca i calzoni, non allenta le bretelle, corre e vince. Perché, lo diceva anche Isaia, correrai e non sarai stanco. Figurarsi uno pio come Eric.

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