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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fuorisacco / In morte del nostro amico Leonardo

Martedì 11 Maggio 2021


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(gfc) Leonardo Zauli [1943-2021] si è spento improvvisamente nella mattinata di ieri. Chi sia stato nel panorama dello sport romano e di quel CONI – che suo padre Bruno aveva “rifondato” nel 1946 dalle ceneri del fascismo affidandolo a un geniale leguleio di successo, Giulio Onesti – appare superfluo ricordarlo a chi c’era. Sin da bambino Leonardo aveva respirato l’aria del Foro Italico che in maniera del tutto naturale era diventato la sua “casa”, non soltanto per il lavoro ma anche per l’impegno verso i primi organismi sindacali. Avvocato, esperto di diritto sportivo cresciuto alla scuola di Inigo Marani Toro, Leonardo aveva retto per decenni l’Ufficio Legale del CONI in anni di crescita esponenziale e turbolenta, prima di accettare, sul finire della carriera, la difficile presidenza della Sportass. Sul piano più strettamente sportivo, giovanissimo, dopo la morte del padre avvenuta nel 1963, aveva fondato la società di atletica che ne portava il nome e che è stata uno degli ultimi esempi di un club civile autofinanziato e retto sulla sola passione. Con la sua morte se ne va una delle menti più lucide e razionali del nostro mondo ed, in certo modo, si chiude un'epoca.

Alberto Gualtieri

Caro Leonardo: 
non ti vedevo da quel tempo che la pandemia aveva reso rarefatti i contatti, seppure qualche veloce incontro c’era stato. L’ultima volta, dopo esserci salutati, ti osservavo allontanarti e pensavo al lavoro gentile che il tempo fa su ognuno di noi. Da anni infatti il tuo approccio verso il mondo era divenuto dolce pur conservando la forza e l’intelligenza di una personalità come la tua.

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Piste&Pedane / Spalato: il rientro nell'atmosfera

Lunedì 10 Maggio 2021

 

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La rassegna continentale dei lanci ha sottolineato ancora una volta le (antiche) difficoltà del settore che stenta ad avvicinare il già non eccelso livello europeo. 

 

Daniele Perboni

 

Dopo le esaltanti giornate polacche, con le giacche azzurre, non quelle polverose conosciute grazie a film, fumetti e canzoni (Occhi turchini e giacca uguale. Fu un generale di vent'anni. Figlio d'un temporale), tornate al suono delle fanfare, è toccato ai giganti, nell’immaginario collettivo uomini e donne alti, grandi, grossi, muscolosi e magari barbuti, sempre azzurri però, provare ad esaltare le gesta dell’italico lancio.

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Io non c'ero (6) / Stavolta c'ero (al momento della verita')

Domenica 9 Maggio 2021


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Houston, Texas, USA, luglio 1969, il Lem – Lunar Excursion Module –, cioè il vettore chiamato Apollo 11, ha appena toccato il suolo lunare. Una storia e una curiosa contro-storia.

 

Gian Paolo Ormezzano

 

Io c’ero, avevo convinto Tuttosport a mandarmi sin là, “in fondo sarà il record mondiale di salto in alto”. La Gazzetta dello Sport e il Corriere dello Sport avevano replicato con Luigi Gianoli e Sergio Neri grandi inviati e grandi amici miei, ci dividevamo la stanzaccia di un motel a Orlando nei giorni del lancio da Cap Canaveral, a Houston in quelli del viaggio e allunaggio. C’era la crema del giornalismo mondiale, io mi sentivo persino importante, usando poi quel non poco inglese che sapevo.

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I sentieri di Cimbricus / In fondo, e' solo questione di nanomoli

Venerdì 7 Maggio 2021


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“Un tempo non sarei stata accettata. E anche oggi…”, ha detto Laurel Hubbard, mastodontica signora capace di sollevarne, nelle due alzate, quasi tre e che a Tokyo ha buone chances di metter le mani su una medaglia.

Giorgio Cimbrico

Il mondo nuovo assomiglia alla realtà all’apparenza avventata di libri che leggevamo da ragazzi e che provocavano la scanzonata o severa reazione di amici, di parenti che condividevano la passione per la lettura ma non la scelta di certi autori, di certi temi: l’incrocio tra l’uomo e la macchina o, come in “L’Isola del Dottor Moreau”, tra l’uomo e il mondo animale, l’intelligenza artificiale, la catastrofe ambientale, l’instaurarsi di dittature che badavano soprattutto a controllare e condizionare il cervello della gente, sempre più propensa a farsi controllare e condizionare, la nascita di una nuova stirpe dalle caratteristiche incerte che potevano riportare a leggende della classicità, quelle che finirono per lasciare segni nella statuaria: l’ermafrodito.

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Fatti&Misfatti / La “vaccinata” del prode Ettore

Mercoledì 5 Maggio 2021

 

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Certo che ha fatto benissimo il suo lavoro. Non avevamo dubbi. Undici finali europee, 4 euroleghe portate a casa per la gloria virtussina e del CSKA ci dicevano che era lontano il tempo del nobile ritiro, senza aspettare gli esoneri dorati alla Mourinho

Oscar Eleni

Da Sant’Elena per spiegare ai cantori napoleonici la Vacinada di Ettore Messina nel giorno in cui l’Armani ritrovava una finale europea. Come il grande corso anche Ettorre avrà capito come sia facile andare dall’altare alla polvere. L’ultimo minuto di gara cinque contro il Bayern, vera rivelazione del torneo europeo, gli dà tutto il diritto, come allenatore e presidente, di fare trattenute, su stipendi sontuosi, per pagarsi un vagone di antiacido per il mal di stomaco.

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