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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / L'aura di mistero di Elena V.

Martedì 24 Luglio 2018

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Non è solo questione di lettere. Ma il 2.02 in DL ne ha fatto il N. 1 dell'anno in Italia. Alzi la mano chi l'aveva previsto.

 

di Giorgio Cimbrico

Elena Vallortigara, dodici lettere di cognome, spazza via uno dei classici del giornalismo: i grandi hanno tutti nomi brevi, da titoli. Brevissima rassegna di esempi storici, moderni e contemporanei. Nurmi, Owens, Hary, Laver, Pelé, Riva, Clay (poi Alì, ancora meglio), Lewis, Tomba, Bolt, Messi, Nadal. Maradona era più lungo ma si usava spesso Diego; Johnson, sinché non venne bandito, era Big Ben; l’altro Johnson e Jordan, MJ, Federer, come da marchio registrato e ora al centro di un contenzioso, RF. Da un po’ di tempo, all’insegna dell’ammiccamento, Balotelli è diventato Balo; Gasperini, Gasp.


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Fatti&Misfatti / Che sia tutta colpa del sole?

Lunedì 23 Luglio 2018

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Sole di luglio, lampi d’estate per un Paese che resta comunque terzomondista in fatto di educazione (solo fisica?).

 

di Oscar Eleni

Dalle acque profonde delle Bahamas, andando negli abissi per abbracciare Alessia Zecchini che ruba un record mondiale fra i sub alla gloria giapponese. Giornata speciale per la compagnia italiana dei piagnoni. Una domenica del genere non la ricorda quasi nessuno. Colpa del sole dice qualcuno. È lui, quel carro di fuoco, a far nascere lampi che bruciano ogni luogo comune. Sarà per questo che il mondo calcio centrico di un Paese pallonaro che non era neppure presente al mondiale, illudendosi di essere rimpianto, come tanti beceri da fumogeno visti pure al Tour, che la gente piangesse la grave perdita e, addirittura considerasse di poco valore la manifestazione russa che, invece, ha avuto tanti record, con festa televisiva Mediaset mentre in Rai si preparavano alla grande purga che avverrà nel solito girotondo dove tutto cambia per non cambiare niente come dicevano ai tempi del Gattopardo aspettando l’Italia che non è mai arrivata.

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Saro' greve / Il meraviglioso luglio 1959 di Livio Berruti

Lunedì 23 Luglio 2018

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La consegna degli "Challenge Stellina" come occasione per rileggere una bella pagina della nostra storia.

 

di Vanni Lòriga

Questa puntata di “Greve” viene scritta il 18 e 19 luglio. Questo per ricordare gli stessi giorni dell’anno 1959 che segnarono l’ingresso di Livio Berruti nell’olimpo dei velocisti mondiali. Il tutto succede a Duisburg nel corso dell’esagonale Germania (134), Italia (112), Francia (108), Belgio (66,5), Svizzera (65, 5) e Olanda (64). Il dominio tedesco viene infranto proprio dal fresco ventenne (19 maggio 1939) Berruti che vince 100, 200 e 4x100. Nella gara più breve si afferma in 10”5 (in quel 1959 copre la distanza in 10”4 per cinque volte) battendo fra gli altri Delecour ed il grande Armin Hary. Nel mezzo giro di pista segna 20”9 superando il franco-senegalese Abdoulaye Seye che sarà fra i più temibili avversari ai Giochi di Roma.

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I sentieri di Cimbricus / Ciclismo tra stupidita' ed esibizionismo

Sabato 21 Luglio 2018

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Dopo l'ennesimo esempio di bestialità travestita da passione e che ha costretto Vincenzo Nibali a lasciare il Tour.


di Giorgio Cimbrico

Gli stessi volti, stolidi e crudeli, della salita al Calvario di Hyeronimus Bosch, lungo i tornanti che portano all’Alpe d’Huez, ma, un paio di mesi fa anche sulle salite del Giro d’Italia. Stupidi, esibizionisti, imbestialiti, incuranti dei corridori: a loro dei ciclisti non frega nulla, solo lì per farsi vedere in un attimo sfuggente, seminudi, vestiti da drago, da clown, con i fumogeni ad altezza bocca e naso di chi si arranca pescando nelle ultime riserve di ossigeno. Quando li vedo, provo sentimenti violenti.

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Cinque cerchi / Giovanni Malago' tra CIO e (mancate) riforme

Venerdì 20 Luglio 2018

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Il prossimo ingresso del presidente del CONI nell'organismo olimpico potrebbe dare più coraggio per qualcosa di nuovo.


di Gianfranco Colasante


Se tutto andrà come previsto, il presidente pro-tempore del CONI Giovanni Malagò nel prossimo autunno (133. Sessione di Buenos Aires, 8/9 ottobre) diventerà il 22° membro italiano del CIO. Secondo un progetto a lungo perseguito e atteso. Il suo nome infatti figura tra i nove che l'Executive Board - riunito oggi a Losanna - ha licenziato accogliendo la proposta della commissione presieduta dalla principessa Anna d'Inghilterra (qui le schede complete). Malagò andrà così a coprire il vuoto lasciato quest'anno nell'organismo da Mario Pescante - il 7 luglio scorso arrivato al traguardo degli 80 anni - ed il prossimo da Franco Carraro. Anche se non va dimenticato che i membri CIO (che con questa integrazione saliranno a 106) rappresentano il Movimento Olimpico in senso lato e non il proprio paese.

 

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