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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Legislazione / Che riforma sia, ma rivediamola assieme

Giovedì 11 Luglio 2019

 

ricci bitti 

 

(gfc) Ieri, mercoledì 10 luglio, l’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) ha diffuso una intervista a Francesco Ricci Bitti che riteniamo doveroso e utile condividere con i nostri lettori. Va dato atto a Ricci Bitti d’essere stato il primo ad aver posto l’accento sulle (tante) incongruenze palesate dalla riforma voluta dall'esecutivo giallo-verde secondo quanto previsto dal contratto di governo tra M5S e Lega. Ma gli va anche dato il merito di aver aperto un confronto di idee, se non proprio ancora un dibattito, che nel nostro mondo latita da decenni. L’ho scritto più volte e lo ripeto ancora: a mio parere se una riforma del CONI deve esserci, essa deve prioritariamente transitare attraverso una riforma complessiva dello sport italiano con una netta e salutare (questa sì …) separazione tra lo sport cosiddetto professionista – che da tempo ha abbattuto ogni steccato economico e, soprattutto, di buon senso – e lo sport olimpico. La metta a punto nelle sue linee generali l’organizzazione sportiva e lo certifichi nei modi appropriati il Parlamento dal momento che sono in gioco finanziamenti pubblici. Tenendo ben presente la sottile linea, sulla quale dovrebbe vigilare il CIO, linea invalicabile che separa l’autonomia dello sport dalle ingerenze e dai condizionamenti della politica. Altrimenti tutto si ridurrà – e qui temo che il rischio sia molto fondato – ad un semplice giro di valzer delle poltrone. A quello stucchevole gioco dei quattro cantoni cui siamo adusi da tempo e che ha prodotto questo stato confusionale se non proprio comatoso.



Intervista a Francesco Ricci Bitti

(AGI) L’accordo organizzativo fra il CONI e la nuova società Sport&Salute è sempre più complicato. Gli ordini di servizio della politica che si appropria della Scuola dello Sport e degli organi della periferia non trovano assolutamente d’accordo il presidente Giovanni Malagò, e così la Giunta CONI di martedì 16 rischia di creare una nuova, più decisiva, spaccatura. L’AGI ha intervistato sul delicato tema Francesco Ricci Bitti, che è stato tennista, manager, presidente della Federazione Italiana Tennis e anche di quella mondiale, e oggi è membro del CIO, il Comitato Internazionale Olimpico, e anche della Giunta CONI.

– Questa riforma del CONI era necessaria?

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Osservatorio / Ordini di servizio e missione olimpica

Giovedì 11 Luglio 2019

 

coni-ss 2 


Si fa una certa fatica a far coincidere le posizioni burocratiche assunte dal vertice di Sport&Salute con l’attività olimpica vera e propria, quella stessa che tra un anno dovrà sostenere una difficile verifica in Giappone.

Luciano Barra

Causa il caldo e grazie, finalmente, alla possibilità di vedere in televisione importanti sport individuali, si rischia di non notare quanto sta accadendo sotto traccia nella nostra struttura olimpica. Il primo argomento è relativo all’ennesimo “Ordine di Servizio” emesso dal Presidente e AD (a proposito di cumuli di cariche) di Sport&Salute Rocco Sabelli con cui vengono ridisegnate competenze e dizioni (rigorosamente british, ... of course) delle strutture una volta di competenza della defunta CONI Servizi.

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Piste&Pedane / Aperta la caccia ai 5000 di Antibo

Martedì 9 Luglio 2019

 

crippa-19 


Dopo quasi un trentennio, potrebbe essere in discussione il record di Totò Antibo. Anche se allora si trattava della quinta prestazione mondiale, la seconda europea, oggi quel limite pare alla portata di Yeman Crippa che in Coppa Europa ha fatto le prove generali.

Daniele Perboni

Zitto zitto, tomo tomo, cacchio cacchio (tanto per citare un grande della “commedia”, il Principe Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, più brevemente Totò), il ragazzo gentile, con radici etiopi ma con presente e futuro ben radicati in Trentino, si è portato a casa un altro alloro. Certamente non un titolo mondiale, europeo, e neppure ha infranto un muro. Comunque è pur sempre un “certificato” che fa curriculum, da mettere in bacheca accanto al bronzo europeo di Berlino e ai tanti successi ottenuti su prati di tutta Europa. Che dire d’altro?

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Fatti&Misfatti / Servono diavoli ma anche coperchi

Lunedì 8 Luglio 2019

 

usa-world cup 

 

Ci diverte soltanto l’Universiade perché adesso gli stessi che prendevano in giro Nebiolo, cavalcano quel puledro bizzarro e divertente cantando della molesta senectute, ne raccontano meraviglie. Peccato che si faccia fatica a trovare anche i risultati.

Oscar Eleni

Dal loggione della Scala milanese per applaudire la regia di Woody Allen e chiedere al grande artista se, dopo il Gianni Schicchi che ha oscurato il Salieri del Prima la musica e poi le parole, inno universale che in Italia non si ascolta volentieri, poteva rivedere un po’ di cose nella bella Italia dello sport dopo la settimana quasi nera. Fuori le cestiste dall’Europeo, fuori le pallavoliste dalla festa mondiale cinese, fuori i tennisti, fra i berci di Fognini, a Wimbledon, dove nella seconda settimana abbiamo portato soltanto Berrettini dopo esserci esaltati per il numero di compatrioti che avevano saltato il secondo turno. Rob de matt.

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I sentieri di Cimbricus / E' a rischio anche il quarto scimpanze'

Lunedì 8 Luglio 2019

wimbledoncourt1roof


Se lo sport (?) che ci ammanniscono è ormai questo, ... facciamocene una ragione e proviamo a difenderci rifugiandoci nel passato. In un mondo scomparso fatto di rispetto e buone maniere. Ma siamo vecchi e superati: questo è il tempo dei Fognini e dei Balotelli. E della loro gioiosa epopea.  


Giorgio Cimbrico


Un ricordo di dieci anni fa, Italia-Svizzera di Davis a Genova: Roger Federer, che era già ampiamente e meravigliosamente e mozartianamente Roger Federer, era amabile, disponibile: Fabio Fognini rispondeva a monosillabi e inalberava un’espressione beffarda, arrogante. In dieci anni ha fatto passi in avanti: offende pesantemente suo padre, apostrofa volgarmente una giudice a Flushing Meadow, ora spruzza il suo veleno anche sulla storia, bestemmia in chiesa. Prego, nella cattedrale, nel tempio, ricorrendo al repertorio di Mario Appelius, evocando l’arrivo di bombe già cadute sull’All England. Fossero stati liguri come lui, i vertici del club, avrebbero potuto rispondergli: “Emmu sa detu, abbiamo già dato”, rispolverando immagini bianco e nero del blitz dell’autunno 1940 quando il campo centrale venne colpito dagli Heinkel 111. 

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