I sentieri di Cimbricus / United, il giorno che spense il sorriso
Giovedì 8 Febbraio 2018di Giorgio Cimbrico
Sessant’anni fa, appena nove dopo Superga, un’altra tragedia spazzò una grande squadra. Del Toro, rosso come il sangue e il barbera (Giovanni Arpino), non rimase nessuno; del Manchester United, un nucleo di sopravvissuti che, come disse Bobby Charlton, “quel giorno perse gli amici e il sorriso”. Charlton aveva 20 anni: lui e Harry Gregg, il portiere, sono gli unici rimasti. Voci da una tragedia. “Voli cancellati: arrivo domani”, telegrafa a casa Duncan Edwards prima che li richiamino per il terzo tentativo di decollo. “Qui c’è da morire: bene, sono pronto”, mormora Liam Whelan salendo a bordo e leggendo il proprio destino. “Andiamo in fondo, è più sicuro”, invita Frank Swift, il vecchio portiere della Nazionale e del City, diventato commentatore per News of the World. “Cristo, non lo tiriamo su”, grida Ken Rayment, secondo pilota, a James Thain, il comandante. La velocità cala, l’Elisabethan della Bea, volo 609, piega sulla sinistra, esce dalla pista, investe alberi, entra in una casa, inizia a bruciare.
Fatti&Misfatti / Crepuscolo del basket sotto la Mole
Mercoledì 7 Febbraio 2018di Oscar Eleni
Nascosto fra la gente di Cuneo che ascoltava estasiata Nicola Roggero reduce dal Super Bowl, cantore di uno sport che sembra estinto, incantato dalla vita di Alberto Merlati al tempo del vino e delle rose. Perché Cuneo, perché il Piemonte, perché Alberto Merlati universitario azzurro che a Napoli sul terrazzo dell’albergo fingeva di fare miracoli indossando un peplo bianco da Gesù dei canestri? Perché, cari amici, siamo seduti per protesta davanti alla Mole: indignazione antonelliana. Ci piaceva tanto la Torino di De Stefano, di Gamba, che, fino a prova contraria è l’allenatore più vincente d’Italia e non lo diciamo adesso che siamo un po’ irritati con Recalcati, in arte Micione Charlie, eravamo attratti da quella del professor Guerrieri che ha generato Romeo Sacchetti. Adesso, dobbiamo confessarlo, siamo soltanto indignati e preoccupati.
Fatti&Misfatti / Sempre aperta la fabbrica delle campane
Martedì 6 Febbraio 2018di Oscar Eleni
Con l’elmetto d’ordinanza al seguito dei “presidenti increduli”, un nuovo partito per il 4 marzo, che a Minneapolis hanno visto vincere gli sfavoriti nella finale del football americano. Trionfo degli Eagles di Filadelfia sui plurigioiellati New England Patriots. Era dai tempi di Vince Papale e Dick Vermeil che la città non si sentiva più degna di Rocky. Passata la festa e la sbornia via sul volo di ritorno per andare in un altro posto gradito ai “presidenti increduli”, un borgo meraviglioso che si chiama Ripalta Cremasca. Ci sono otto artigiani che mandano avanti l’ultima officina dove si costruiscono campane poi vendute in tutto il mondo e a molte redazioni di giornali. Al corteo presidenziale non poteva mancare il Malagò uno e trino che in questi giorni divide e comanda, dal calcio degno di spelacchio, al comitato olimpico nazionale, alla spedizione che da venerdì in Corea cercherà di alleggerirgli le casse per i sacrosanti premi olimpici, anche se chi sperpera e ruba su tutto finge di essere indignato perché l’oro azzurro vale 150 mila euro mentre le altre nazioni (Germania 20 mila, USA 38 mila) pagheranno molto meno. Una volta tanto saremmo contenti se il CONI tornasse dai Giochi invernali con le casse vuote.
Saro' greve / Indianapolis, la capitale dei miei ricordi
Lunedì 5 Febbraio 2018Giuseppe La Mura, l'allenatore dei trionfi azzurri nel Canottaggio.
di Vanni Lòriga
Questi primi giorni del febbraio 2018 ci propongono una serie di celebrazioni, ricorrenze, anniversari e genetliaci per cui non potrò essere né “greve” né breve. Ieri mattina, allo Stadio Moretti-Della Marta di Civitavecchia, si è disputata per la sesta volta la manifestazione podistica “Semplicemente ricordando Oscar”, dedicata ovviamente ad Oscar Barletta. Racconterò, con i doverosi riferimenti storico cronistici, chi sia stato per me (e per l’atletica nazionale) il famoso “bella fata…” Stamane all’Università La Sapienza ci sarà l’ultima lectio magistralis di Enzo D’Arcangelo. Poche ore più tardi ci riuniremo, in limitata ma pregiata compagnia, attorno al desco approntato per festeggiare i primi 80 anni di Augusto Frasca.
Cinque cerchi / Povero Bach, gli e' scoppiata la guerra del doping
Sabato 3 Febbraio 2018di Gianfranco Colasante
Nulla sarà più come prima nella lotta al doping. Tutti contro tutti, WADA, CIO, TAS. Una decisione, quella del Tribunale Arbitrale di Losanna, che nell'annullare le squalifiche comminate dal CIO agli atleti russi di Sochi 2014 mette Thomas Bach in grande difficoltà, spingendolo nell'angolo dei reprobi (qui il documento conclusivo del TAS). Decisione, quella dei magistrati del Tribunale, che potrebbe avere ripercussioni impensabili. Per mesi la WADA e il CIO - tramite le commissioni McLaren e Oswald, basate sulle rivelazioni dell'ex-direttore del laboratorio anti-doping di Mosca, Grigory Rodchenkov, da tempo rifugiatosi negli Stati Uniti - ci hanno raccontato che in Russia esisteva un complotto di Stato per portare i propri atleti a dominare Sochi 2014. Vero o non vero, il teorema satanico che al vertice più alto poneva (senza dirlo) lo stesso Vladimir Putin, viene ora a cadere fragorosamente.
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