I sentieri di Cimbricus / Non mi piacciono, ma un po' li invidio
Martedì 20 Febbraio 2018di Giorgio Cimbrico
A me i francesi non sono mai stati simpatici. Ma mica perché hanno sempre guardato gli italiani con sufficienza o con un certo livore: tutto sommato, la pugnalata alle spalle, nel giugno del ’40, l’abbiamo data noi, non loro. In compenso, ci hanno ripagato con le “marocchinate”: vedi la Ciociara e vedi anche la storia atroce, e vera, di quei mesi quando gli uomini dei tabor, comandati da compiaciuti e compiacenti ufficiali francesi, violentavano giovani e vecchie, maschi compresi.
Piste&Pedane / Indoor: l'Italia si affida all'usato sicuro
Martedì 20 Febbraio 2018di Daniele Perboni
Che bella età la mezza età… serenità… tranquillità, e già questo ritornello fa capire quanto possa essere vecchio, anziano dai, è più politicamente corretto (politically correct come si usa oggi), chi sta stendendo queste note … Già perché allora, siamo nei primi anni Sessanta e in pieno boom economico, chi entrava nella spirale degli anta si sentiva fuori gioco, superato, con la vita in discesa e senza più aspettative. Figurarsi in campo sportivo. In quel settore la “vita” finiva con lo scoccare dei trenta. E oggi, al tramonto del secondo decennio del nuovo secolo? Come stanno le cose lo sappiamo: si cerca di essere eternamente giovani. Qualcuno più degli altri e senza connotati negativi. Anzi!
Gli aggiornamenti della stagione sono disponibili nella sezione Top Ten.
PyeongChang 2018 / (10) Giornata interlocutoria in attesa del finale
Lunedì 19 Febbraio 2018di Gianfranco Colasante
Una giornata per riprendere fiato. Solo tre titoli in palio, col Bob a due assegnato alla pari al centesimo a Canada e Germania (nella foto, sul podio assieme al duo lettone), dopo quattro discese tirate a rompicollo. Dalla trentina di equipaggi in gara, compresi Monaco e Brasile, mancavano purtroppo gli italiani. Assenza che lascia interdetti. Certo, i confini dello sport sono cambiati e per di più, mutando tanto rapidamente, non lasciano tempo ai rimpianti. Ma proprio per questo la tradizione andrebbe tutelata e, soprattutto, alimentata. La tecnologia, i materiali, la tecnica, perfino le gallerie del vento per studiare i fattori aerodinamici (in passato erano state utilizzate anche quelle della Ferrari), sarebbero tutti elementi facilmente reperibili. Manca semmai la volontà di mettere in piedi un ampio piano di reclutamento e sviluppo. E questa è valutazione ancora più dolorosa se parliamo di una specialità nella quale siamo stati per decenni maestri e diligenti disacepoli.
Qui i risultati completi e il medagliere dopo la 10. Giornata.
Fatti&Misfatti / La Coppa conta, ma non nasconde tutto
Lunedì 19 Febbraio 2018di Oscar Eleni
Sulla coda del dragone in via Paolo Sarpi a Milano per fare della stupida ironia sull’inizio dell’anno che i cinesi dedicheranno al cane proprio come quelli del basket vedendo la coppa Italia. Chinatown, la vecchia casa di Carlo Recalcati. Già che eravamo sul posto avremmo voluto chiedergli se non era pentito di aver lasciato la sua Anna Karenina torinese, ma forse avrebbe dovuto pentirsi di più quando accettò di sostituire il Luca Banchi che meriterebbe più di un pezzo di quella Coppa Italia vinta per la prima volta da Torino. Restando in città ci era venuta anche la voglia di cercare il Cappellari da toccata e fuga fiorentina, città dove, sembra, ci potrebbero essere fondi per averla davvero la seconda squadra di Milano, odiosi al punto di chiedergli se non era pentito di aver lasciato, seppure con tutte le ragioni del mondo, la Cantù del proprietario in esilio perché nessuna squadra ci ha incantato più di quella che ha messo insieme il Sodini. Capolavoro di un allenatore che farà strada, perché ha qualcosa da dire e insegnare. Bastava resistere, anche senza contratto, come i giocatori dell’Ottobre rosso canturino, che bella sorpresa questo Parrillo, perché in quel gruppo c’è gente vera: per noi sono la squadra e l’allenatore dell’anno anche se i titoli li vinceranno altri.
PyeongChang 2018 / (9) L'ossessione della "doppia cifra"
Domenica 18 Febbraio 2018di Gianfranco Colasante
A PyeongChang il giro di boa è già stato doppiato: oggi, nona giornata di gare, è stata assegnata la medaglia n. 60. Per completare il programma ne restano 42. Una nona giornata priva ancora di sussulti da parte degli italiani, il cui miglior risultato resta il settimo posto nella staffetta del fondo, gara che in passato (ricordate Lillehammer?) ci aveva abituato a ben altre emozioni, tanto per usare un termine molto in voga in casa CONI. Dove si mira sempre alla "doppia cifra", quel traguardo minimo delle 10 medaglie fissato da Giovanni Malagò, traguardo che per ora hanno tagliato nove rappresentative. Per un medagliere sempre più dominato dalla Norvegia (26) davanti a Germania (18) e Canada (16).
Qui i risultati completi e il medagliere dopo la 9. Giornata.
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