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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Schwazer: penosa telenovela che sa di stantio

Mercoledì 3 Maggio 2017

schwazer 3

di Daniele Perboni

Pensavamo di essercene liberati. Almeno lo pensava l’estensore di queste note e, come lui, molti altri, arcistufi di sorbirsi rampogne, accuse, strali e insinuazioni di ogni genere. E invece no. Ancora una volta è ritornato prepotentemente alla ribalta. Prima con un servizio giornalistico su un settimanale patinato per famiglie (dove presentava la nuova famiglia e la nuova vita), poi con una trasmissione televisiva andata in oda su “mamma RAI”. Di pari passo, poi, ecco un’altra puntata sul quotidiano Alto Adige, dove l’avvocato difensore del protagonista ha ribadito concetti già espressi negli anni passati. Insomma cari sei lettori (sì, avete letto bene, ne abbiamo aggiunto un altro alla già lunga lista …) la telenovela del signor Alex Schwazer e confratelli sembra proprio non aver mai fine.

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Fatti&Misfatti / Si va a concludere: la solitudine del canestro

Lunedì 1 Maggio 2017

basket

di Oscar Eleni

Dalla tenuta vicino a Viterbo dove Andrea Lo Cicero, ex campione del nostro rugby, e, come tale, più invidiato adesso, nel suo stesso mondo, tipo PD, perché è diventato re dei giardini, vincitore del caos come madame de Barrà a Versailles, protagonista, con altri allevatori, del rilancio dell’onoterapia. La rivincita dell’asino che regala latte, serve al turismo quasi più dei cavalli, è importante nelle terapie, ancora più importante nella tenuta chiamata la “terra dei bambini”. Siamo andati da Lo Cicero non tanto per annusare i suoi bei fiori, ma per fargli adottare i troppi asini che in questo momento vorrebbero fare del basket un altro sport. Non li ha voluti. Peccato.

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Saro' greve! Quando Osoppo sorvolava una porta di calcio

Lunedì 1 Maggio 2017

osoppo

di Vanni Lòriga

Sarò “greve”, insistendo (lo farò per un paio di settimane e spiegherò ciò che mi induce a perseverare) sui ricordi legati ai Giochi di Roma 1960. Tratterò del Pentathlon Moderno, e soprattutto della prova di equitazione. A quei tempi questo sport multidisciplinare copriva l’arco di cinque giornate e si cominciava con la prova equestre che prevedeva un cross sulla distanza di 4700 metri con 25 ostacoli di vario tipo. Non era impresa facile e complicava il tutto il particolare che i concorrenti non conoscevano i cavalli, forniti dal Paese organizzatore. Assegnati per sorteggio, potevano essere testati solo per pochi minuti; si affrontava il percorso senza averlo mai provato.

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Piste&Pedane / Un po' presto per i primi bilanci, pero' ...

Martedì 26 Aprile 2017

4x400-nassau 2

di Daniele Perboni

Tempi grami per Elio Locatelli, il “grande vecchio” da pochi mesi ritornato alla guida tecnica dell’Italia Team. Rigorosamente in lingua inglese, così tanto per esser più fighi. Già, e qui permetteteci una riflessione fuori tema cari cinque lettori, perché usare la lingua della “perfida Albione” sembra poter dare più forza e carattere, e un pizzico di importanza, a tutto quanto ci sta attorno. Provate a mettere a confronto una paesana mezza maratona di Mezzana Bigli (e ci perdonino gli abitanti del piccolo comune pavese) con l’altrettanto casalinga Half Marathon di Galliavola (poco più di duecento abitanti nella profonda Lomellina). Non sentite anche voi profumo di “internazionalità”, sentore di confini allargati, una piacevole fragranza cosmopolita? Sarà proprio per questa ragione che decine di manifestazioni vengono titolate usando il gergo anglosassone? È una curiosità che lo scrivente non è ancora riuscito a soddisfare. Fine della trasgressione.

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Fatti&Misfatti / Sognando i palazzetti che non ci sono (e ci saranno?)

Martedì 25 Aprile 2017

assago

di Oscar Eleni

Mimetizzato fra le frasche del percorso Cova alla montagnetta di San Siro per spiare quello che resta dell’atletica nella Milano che si è bevuta più di una pista, dall’Arena in giù. Nel timore che la madre di tutti gli sport debba fare come quel prete veneziano che ha messo fuori dalla chiesa un cartello avvilente, messa sospesa per mancanza di fedeli, siamo andati a vedere cosa succede. Dunque in una città che offre di tutto e di più, anche se per lo scudetto, svanite Milan e Inter nella casa orientale, restano la solita Quanta di hockey in line e l’Emporio Armani di basket che ha ritrovato rematori per andare quasi a cento colpi come sulla barca di Ben Hur prima che si liberasse, in una sera fredda di Aprile hanno portato al campo azzurro senza luce 600 iscritti per gare di marcia e mezzofondo.

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