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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





CONI / 2014: al bivio tra doping e mancati risultati, ...

Domenica 28 Settembre 2014

(gfc) Annus horribilis, per lo sport italiano (e per il CONI) il 2014. Il secondo della nuova gestione affidata a Giovanni Malagò. Dopo lo “zero tituli” di Sochi 2014 (ma qui ci sono molte attenuanti, specie dopo l’unica medaglia di Vancouver 2010, agguantata peraltro all’ultima gara del programma, …), l’anno olimpico si va chiudendo con un desolante bilancio negativo di risultati su tutto il fronte, olimpico o meno. Per di più il nuovo presidente del CONI – e la sua Giunta – dovranno al più presto confrontarsi con il ciclone doping che spira da Bolzano e che è ancora alle prime folate. Un ciclone che sta mettendo alla berlina l’intero sport olimpico italiano il quale (relazione dei carabinieri inquirenti), nel biennio 2011-2012, si è fatto beffe di ogni regola sul doping e sull’anti-doping.

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Atletica / Prime considerazioni sulla stagione 2014

Martedì 23 Settembre 2014

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Mentre la stagione va concludendosi (mancano solo le finale del CdS, solitamente ridotte come partecipazione) si possono avviare le prime analisi. Lo scorso anno – 2013, anno “mondiale” – nel ranking mondiale di T&FN che prende in esame le 47 specialità olimpiche (pari a 470 atleti/e-gara) figurava solo … un italiano, Daniele Greco. Difficile credere che quest’anno possa andare meglio. Il sospetto è che da tempo l’atletica nazionale abbia scelto di ritirarsi in casa propria, … almeno a stare ai riscontri dell’anno. Pochi gli atleti che scelgono di confrontarsi con regolarità a livello internazionale. Una situazione di stallo dalla quale si potrebbe (forse) uscire con un cambio di rotta deciso, soprattutto tecnico, e un taglio col passato che riporti le “scelte” federali al centro del sistema. Con l’abolizione di quell’asservimento ai “minimi” che hanno condizionato finora le partecipazioni: un filtro troppo permissivo (e un po’ pilatesco, …) che ormai non garantisce più neppure al modesto livello europeo, figuriamoci come potrà farlo su quello mondiale (Pechino 2015) o olimpico (Rio 2016).

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Atletica / Il caso Schwazer, ... se cosi' fan tutti, ...

Giovedì 18 Settembre 2014

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(gfc) La chiusura inchiesta della Procura di Bolzano su Alex Schwazer, con i relativi rinvii a giudizio, va aprendo scenari inediti (ma non nuovi) sul doping in Italia. Che evidenza in particolare una grave carenza di controlli e, soprattutto, di interventi sanzionatori. Al centro, la mancata reperibilità di molti atleti secondo quanto stabilito dai protocolli della WADA, l’agenzia mondiale antidoping. Una distrazione elevata a sistema: nessuno rispondeva (atleti) e nessuno sanzionava (istituzioni sportive), a voler essere sintetici. Sotto la lente l’intero biennio preolimpico 2011/12 e gran parte della squadra di Londra 2012. Una conclusione forse affrettata, ma che getta una luce sinistra su tutto l’ambiente dell’atletica, neanche mancassero altri tipi di problemi.

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Rio 2016 / CONI: bilanci mondiali in profondo rosso, ma tutto tace.

Mercoledì 10 Settembre 2014

malago-3Ci si è messa anche la pallavolo di Mauro Berruto, il coach indicato da Enrico Letta, quand’era premier, come l’uomo della svolta, il valore aggiunto della nuova visione dello sport olimpico italiano. Invece, il sestetto azzurro, dopo un girone eliminatorio disastroso ai Mondiali polacchi, difficilmente potrà entrare tra le sei squadre che si disputeranno le medaglie. (Oggi nel pomeriggio la partita verità contro la Serbia). E qui arriviamo al punto. A meno di due anni dai Giochi di Rio i segnali che giungono dai Mondiali (e dagli Europei) disputati questa estate risultano preoccupanti. Annunciata come un cambiamento epocale, la gestione del CONI da parte di Giovanni Malagò sta presentando preoccupanti crepe. E qualche scivolone mediatico, come i ripetuti annunci sulla federcalcio, finita – com’era logico – nella mani di Carlo Tavecchio. Il quale ultimo, a 71 anni suonati, è rimasto l’unico per ora a parlare di cambiamenti o riforme. Che poi non si faranno, come insegna Renzi, ma a parlarne si guadagnano tempo e considerazione.

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Amarcord / Oliviero Beha, primatista mancato di mezzofondo, ...

Giovedì 7 Settembre 2014

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(gfc) L’altro giorno ho comperato “Un cuore in fuga”, l’ultimo libro di Oliviero Beha dedicato alla “seconda vita” di Gino Bartali (ora pubblicizzata oltre quanto avrebbe voluto la riservatezza del Ginettaccio). Bartali è stato – assieme al Grande Torino – il mito della mia fanciullezza. Anni fa, un mio libro si classificò al secondo posto ad un “Premio Bancarella”, preceduto proprio da una sua biografia. Bartali, ch’era presente alla cerimonia sulla piazzetta di Pontremoli, mi dette la mano, calda e pesante, e chissà perché quella “sconfitta” mi parve meno importante. Dicevo di Beha. Voi già sapete tutto, della sua verve, del suo essere fedele a se stesso e volutamente “contro”. Per conferma chiedere ad Eugenio Scalfari. Giornalista, conduttore televisivo, scrittore. Opinionista, si dice oggi. Mi fermerei a polemista raffinato e arguto. Se non s’è capito, confesso di avere un debole per Oliviero, che ho sempre chiamato Oliver. L’ho conosciuto ragazzino, quando arrivò all’Acquacetosa – il nostro campo della via Paal -, studente dell’Orazio, portato all’atletica da Elio Sicari ch’era il suo professore di e.f.

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