Focus / Ma siamo certi che l'atletica sia solo Usain Bolt?
Martedì 2 Settembre 2014
(gfc) Le recenti riunioni di Zurigo e Berlino hanno prodotto una serie di eccellenti risultati tecnici. Passati in secondo piano per l’assenza di Usain Bolt che ha chiuso la sua fulminea stagione (nel senso di impegni agonistici) con i 100 indoor di Varsavia. Certamente il 28enne Bolt resta l’atleta n. 1 al mondo, ma mi chiedo – e vi chiedo, così, tanto per parlare – se i suoi record mondiali e i suoi titoli olimpici/mondiali siano l’alibi più fedele per l’atletica dei nostri tempi. Che l’atletica sia ormai stabilmente Bolt-dipendente è un fatto; che Bolt sia in grado di caricarsi il peso di tutto il circo è un altro. Fermiamoci all’agosto di quest’anno, dopo i tormenti degli infortuni e del tendine. Bolt ha viaggiato molto, da Glasgow (2 agosto: Giochi del Commonwealth, con una straordinaria frazione della 4x100 e l’infelice dichiarazione sui quei “Giochi di m …”) a Copacabanam come mostra la foto (18 agosto: dove ha corso su una pista stesa sulla spiaggia) e a Varsavia (23 agosto: dove ha preteso che si chiudesse la copertura dello stadio). Ieri era a Pechino dove si è esibito con un monopattino per promuovere i mondiali del prossimo anno, credo. Leggo sul The Guardian on-line di una sfida contro un giapponese di 103 anni, personale di 38”35 sui 100. Questa, se vera, ci mancava.
Atletica / Stefano Baldini: a dieci anni da Atene 2004
Venerdì 29 Agosto 2014
Terzo italiano, dopo Dorando Pietri e Gelindo Bordin, ad aver vinto una maratona olimpica, è entrato di slancio della storia a cinque cerchi vincendo per distacco la maratona ai Giochi di Atene, il 29 agosto 2004, come dire oggi di undici anni fa. Corridore dall’andatura leggera e redditizia, pur se non sempre esteticamente irreprensibile, ma dotato di notevole potenza muscolare e salda determinazione mentale. Queste le caratteristiche che hanno consentito a Stefano Baldini di occupare un posto di rilievo nella storia dell’atletica: non soltanto per aver vinto la maratona olimpica di Atene (scaramanticamente, alla 17ª esperienza sulla distanza), ma anche per la lunga serie di risultati di pregio inanellati all’insegna di una continuità ventennale che ha pochi riscontri nella corsa lunga, di certo nessun’altra in Italia.
Atletica / Quando gli italiani erano i kenyani d'Europa
Martedì 26 Agosto 2014
(gfc) Per l’atletica una delle più belle giornate in assoluto. Stiamo parlando del 26 agosto del 1986, come dire oggi di 28 anni fa. Europei di Stoccarda, corsa dei 10.000 metri. Classifica finale: 1. Stefano Mei 27’56”79; 2. Alberto Cova 27’57”93; 3. Salvatore Antibo 28’00”25. Ma in quei giorni non ci fu solo quella tripletta (imitata agli Europei del 1998 nella Maratona), ma una serie di affermazioni nelle corse medio/lunghe da antologia, solo in parte ripetuta agli Europei del 1990. La sfida si ripropose cinque giorni più tardi, sui 5000, con la definitiva consacrazione di Mei che fu secondo (battuto dal britannico Jack Bucker), Cova ottavo e Antibo decimo. Ma prima c’erano stati, nella Maratona, il primo e secondo posto di Gelindo Bordin e Orlando Pizzolato e il secondo di Laura Fogli. Sulle siepi Francesco Panetta, presentatosi solo in dirittura, era stato battuto in volata per 20/100 dal tedesco-est Hagen Melzer.
Europei / Nuoto e Atletica: un confronto squilibrato
Lunedì 25 Agosto 2014
Si sono conclusi ieri a Berlino gli Europei di nuoto. A seguire d'una settimana quelli di atletica tenuti a Zurigo. Quasi inevitabile un parallelismo tra due avvenimenti di pari portata, almeno in chiave olimpica. Che poi resta il solo parametro che conta. Un confronto pesantemente squilibrato a favore del nuoto con un bilancio finale che parla di 23 medaglie conquistate dai nuotatori azzurri (un record), 15 delle quali solo in corsia (5 – 1 – 9) e per di più con il primo posto nella classifica a punti. Un bottino impressionante a cui – pur con tutto il rispetto per le imprese di Federica Pellegrini, confermatasi in assoluto l’atleta italiana n. 1 – hanno contribuito un gran numero di nomi noti e, soprattutto, meno noti a livello internazionale. In sede di bilancio il CT Cesare Butini ha così potuto ricordare (senza enfasi, …) che dei 42 nuotatori portati agli Europei, in 27 hanno conquistato almeno una finale. Un successo che il presidente Paolo Barelli traduce in un mezzo milione di nuovi praticanti.
Atletica / Europei '14: considerazioni finali
Domenica 17 Agosto 2014
Si concludono gli Europei. Qualche riflessione. Ultima giornata all’insegna di Daniele Meucci che vince l’oro nella maratona, alla seconda esperienza sulla distanza, e raddrizza una barca che aveva la prua a fior d’acqua. Una gara esemplare, costruita con passaggi regolari e decisa tra il 30° e il 35° chilometro quando, rotti gli indugi, il pisano ha prima ripreso il battistrada polacco (Chabowski) e poi si è avviato da solo al traguardo tagliandolo con 52” di vantaggio sull’altro polacco Shegumo. La giornata si è chiusa con un quarto posto inatteso, e qualche rimpianto, da parte della staffetta veloce femminile, la gara che ha chiuso la rassegna continentale. Il bilancio presenta tre medaglie complessive, quindi, per l’Italia due delle quali dalla strada. Un po’ poco, ma non tanto da avviare i processi. Piuttosto delle riflessiono, in particolare in direzione tecnica, dove le carenze appaiono pesanti. Siamo molto lontani dalla fine degli anni Ottanta, quando agli Europei gli azzurri vincevano 10 medaglie nel 1986 (ultima edizione di Nebiolo) e 12 nel 1990 (prima di Gola che raccoglieva frutti seminati da altri). Poi, nel giro di pochi anni, partiva una progressiva involuzione tecnica alla quale non poteva dirsi estraneo l’attuale presidente Giomi, per un quindicennio vice di Gola con competenze proprio sul settore tecnico.
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