Fatti&Misfatti / Splendori e decadenze per una finale inedita
Martedì 6 Giugno 2017di Oscar Eleni
Dalla clinica dei gatti di Basiglio, non tanto lontano da dove abitava Pino Sacripanti che lunedì sera ha detto addio ai sogni scudetto insieme ad Avellino che non ha retto, fisicamente, mentalmente, questa cadenza che uccide anche i cavalli. Trovata legaiola dove te la spiegano. Sono gli stessi che per la libidine di una diretta sule reti RAI, non solo sport, si guardano orgogliosi nello specchio, nella speranza che Denbinsky o Fanelli trovino una finestra per farceli ascoltare. Un po’ come quelli che negli stadi, nei palazzetti, appena vengono inquadrati e appaiono sul maxi schermo, smettono di essere quello che sono, di fare quello per cui hanno pagato il biglietto e non vedono l’ora di chiamare casa: “Cara mi hai visto, tesoro mio cosa ti sembra del tuo papà, della tua mamma?”.
I sentieri di Cimbricus / Britannici, gentiluomini di fortuna
Martedì 6 Giugno 2017di Giorgio Cimbrico
L’altro giorno ho visto un documentario (tra il discreto e il buono, non male in questi tempi di effettacci e effettini) sul raid di St Nazaire: era il 75° anniversario di una delle più spericolate azioni di commando della storia, lanciata dai britannici contro la Fortezza Europa. Obiettivo: far saltare le chiuse del porto francese dove i tedeschi avevano costruito un immenso bunker per gli U-boot piantando la prua del cacciatorpediniere Campbeltown carico di dinamite nella porta della principale via al mare e attaccando le altre installazioni.
Saro' greve / Sapevate che anche Ovidio scriveva di sport?
Lunedì 5 Giugno 2017di Vanni Lòriga
Questa volta non sarò greve ma addirittura “grevissimo”. Parlerò infatti di poesia e di Poeti. Parto subito in quarta. Caro Direttore, mentre a settembre i tuoi “pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare” alla fine di maggio io. in definitiva pastore sardignolo, ho lasciato il mare (di Roma) per avvicinarmi alla Maiella, destinazione Sulmona. Ci sono arrivato in compagnia di Augusto Frasca, lui vero abruzzese, invitati entrambi da cari amici locali. Che rispondono ai nomi di Luigi “Gigi” e Domenico “Mimmo” Carrozza e della professoressa Annelies Knoll. I primi due non sono certo ignoti nel nostro mondo. Gigi più volte azzurro dei 400 ostacoli quando era difficile l’ingresso in nazionale per la contemporanea presenza di Morale e Frinolli e Mimmo, ottimo calciatore e docente per decenni all’ISEF dell’Aquila. Entrambi autori di un prezioso testo sull’Atletica e laureati, nello stesso anno, all’ISEF statale di Roma Foro Italico.
Fatti&Misfatti / Todo cambia perche' nulla cambi
Sabato 3 Giugno 2017di Oscar Eleni
Incatenato al festival dei gufi con la valigia pronta per cercare a Caporetto il Cadorna dell’Emporio Armani, per trovare un passaggio fino a piazza Lunelli di Trento dove hanno festeggiato la notte storica del basket trentino. Bisognava esserci e Franco Grigoletti c’era di sicuro, il suo spirito in un bel bicchiere di Teroldego. Lui aveva creduto fra i primi, dimenticando che a Rovereto, la sua Rovereto, ci avevano provato senza arrivare oltre una dignitosa serie A femminile. Luigi Longhi il presidente rubato al giornalismo, anche se lui, fortunatamente, non dimentica che quella nelle redazioni è stata e sarà per sempre la sua vera vita, ne ha parlato tanto col Grigo di questo progetto. Veniva delle stesse vigne. Guardate dove sono arrivati. Certo hanno avuto la fortuna, questi di Trento, dì incontrare il Salvatore Trainotti, il nome dice tutto, uno che sa cercare, trovare, convincere, capire.
I sentieri di Cimbricus / Film su Pele', insostenibile assenza di peso
Venerdì 2 Giugno 2017di Giorgio Cimbrico
Il Pelé vero e normalmente magico è stato quello di “Fuga per la vittoria”, di John Huston. “Come ti chiami?” gli chiede Michel Caine mentre strabuzza gli occhi guardandolo palleggiare. “Fernandez” e il pallone di consunto cuoio continua a non toccare terra. “Dove hai imparato a fare così?” “Nelle strade di Trinidad, con le arance”. Naturale che Pelé-Fernandez diventi la stella della squadra degli alleati che deve affrontare a Colombes un Wunderteam tedesco, a scopi propagandistici: prende un sacco di botte e una raffica di gomitate nelle costole, specie ad opera di un avversario bello e figlio di mignotta, esce con uno sguardo triste, finisce negli spogliatoi, steso su un lettino a fianco di Van Himst, chiede a Colby (Michael Caine) di rientrare quando le cose si mettono male, anzi malissimo con la piena complicità dell’arbitro francese, che dà l’idea di essere stato inviato dal maresciallo Petain in persona.
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