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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Londra '17 / (8) Stati Uniti: l'impero colpisce ancora

Venerdì 11 Agosto 2017

siepi-2017

di Gianfranco Colasante

Il venerdì nero dell'atletica italiana si consuma sulla pedana del salto in alto. Leggerete altrove della sfortuna immeritata di Gianmarco Tamberi e dei lucidi rimpianti di Alessia Trost, arenatasi sul limbo di un passato da respingere e un futuro da (ri)costruire. Non solo tecnicamente. Quel che qui preme porre in evidenza è l'impressione che queste vicende si dipanino senza un vero progetto federale, ma seguendo un canovaccio non scritto che vede protagonisti solo gli atleti e i loro allenatori. Singolarmente. Nel bene e nel male. Quando non si mettano di mezzo le società, portate a giustificare fallimenti di atleti che sono un po' l'immagine del proprio fallimento. E da questo punto di vista il pensiero corre alle società militari che oggi costituiscono, praticamente in toto, l'intera atletica italiana.

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Londra '17 / Falliscono anche i saltatori in alto. E ora?

Venerdì 11 Agosto 2017

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di Daniele Perboni

Confessiamocelo onestamente e realisticamente. Alla vigilia di questi Mondiali avevamo risicate possibilità di salire sul podio. Una di queste rispondeva al nome di Gianmarco Tamberi (foto Colombo/Fidal). Quel giovanotto che solitamente si rasa mezza barba e di questo vezzo ha fatto un marchio di fabbrica. Già, perché non brevettarlo? Purtroppo, però, anche il ragazzo marchigiano ha copiato quanto già messo in campo dai suoi compagni di squadra, lasciando la brigata prima del previsto. Non che la sua qualificazione nell’alto fosse data per scontata, ma la grinta che ha sempre dimostrato, unita alla gran voglia di riscatto lasciavano spazio all’immaginazione. Le favole, purtroppo, sono un’altra cosa e la vita ti mette di fronte alla cruda realtà. Il Gimbo nazionale si è battuto come meglio poteva, contro avversari agguerriti. Metteteci inoltre che in questi mondiali la “qualità” media dei concorrenti era piuttosto alta e il gioco è fatto.

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Londra '17 / Vi racconto io chi e' stato Oscar Barletta

Venerdì 11 Agosto 2017

barletta

(gfc) Perdonerà Vanni se mi intrometto nel suo commosso ricordo. Ho conosciuto Oscar poco dopo i Giochi di Roma, in quello straordinario laboratorio di umanità che è stata la "Sezione Atletica del CUS Roma", il porto nel quale Alfredo Berra aveva portato ad approdare la navicella del "Centrale" erede dell'antico "Capitolino". Di quel laboratorio, Oscar era una delle anime più autorevoli. Ho sentito dire in Tv che non avesse studi tecnici e allenasse all'impronta. Nulla di più errato. Oscar era capace di "sentire", certo, e quasi mai sbagliava, ma pochi hanno "studiato" come lui la corsa lunga, mai in sintonia con i canoni dominanti. Ancora conservo parte dei suoi studi sulla Maratona, atti finali di lunghe elaborazioni, dispense scritte di notte con una vecchia macchina che faticava a tenere separata la parte nera del nastro da quella rossa. Ma c'era molto di più in Oscar, come imparammo nelle lunghe trasferte di quegli anni, quando si viaggiava in treno e in seconda classe. Come era capitato, a guerra appena conclusa, quando gli avevano affidato la gestione di un campo di profughi dalmati ma senza fornirgli il cibo sufficiente per sostentarli. Usciva appena albeggiava, Oscar, e con la sua bicicletta raggiungeva Roma per il giro delle Sette Chiese, come si diceva, per procurselo con cento sotterfugi. Nessuno patì la fame.

di Vanni Lòriga

Nella notte di San Lorenzo il cielo è solcato di stelle e la voce incalzante di Franco Bragagna c’invita a riconoscerne due: Roberta Brunet ed Oscar Barletta. Il ricordo è pertinente in quanto ci sono in pista le ragazze dei 5000: italiane presenti solo nella memoria di tempi felici. Ed è inevitabile un balzo all’indietro di venti anni, quando Roberta, allenata ed addirittura ricreata da Oscar Barletta, guadagnava nel Mondiale di Atene 1977 l’argento sui 5000 metri. Tempi felicissimi che ricostruiamo con la Brunet, che con tutta la famiglia commossa ha seguito, nella sua casa di Aosta, il tributo dedicato a lei ed a Oscar. In sintesi va ricordato che è stata l’unica atleta italiana ad aver vinto medaglie agli Europei (3000 a Spalato 1990); ai Giochi Olimpici (bronzo sui 5000 di Atlanta 1996) ed il citato argento al Mondiale.

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Londra '17 / (7) Al terzo incomodo i 200 della discordia

Giovedì 10 Agosto 2017

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di Gianfranco Colasante

Superato il giro di boa, è già tempo di primi bilanci. Le gare londinesi non hanno mostrato grandi riscontri tecnici, con il livello generale che mostra un certo arretramento, anche se con qualche picco nelle realtà regionali (Bahrein, Venezuela, ecc.). Si conferma una certa "stanchezza" che andrebbe esaminata e affrontata. Specie guardando al futuro. E qui non vale tirare ancora in ballo Usain Bolt e il suo prossimo ritiro e che, a quanto si è visto, resterà senza eredi (d'altra parte non ne ha mai indicato uno). Per di più uno sport corale come l'atletica non può affidarsi in toto ad un solo atleta, per quanto inarrivabile sia o sia stato. O insostituibile. Resta invece intatta la solidità dell'impianto atletico degli USA.

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Biblioteca / L'oro di Londra di Adolfo Consolini

Giovedì 10 Agosto 2017

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a cura di Carlo Santi

Il 2 agosto 1948 Adolfo Consolini vinse a Londra il titolo olimpico superando - sotto la pioggia battente - Giuseppe Tosi e Fortune Gordien. Una delle pagine storiche dello sport italiano. Il favorito della gara era però Tosi - il quale nei mesi precedenti aveva battutto il connazionale sei volte di seguito e stabilito due primati europei, un 54.80 che distava 13 cm dal mondiale -, ma per il corazziere piemontese la pedana gonfia di pioggia risultò avversaria insuperabile. Col 52.78 realizzato al secondo turno, Consolini si prese la rivincita ed entrò nella Storia dello sport. Ora un bel libro di 240 pagine, ricco di testi e foto originali, realizzato - con la consueta passione e competenza - da Carlo Santi in occasione della nascita del "gigante di Costermano", rievoca quel giorno memorabile e molto altro.

Un libro per Adolfo Consolini, il più grande atleta italiano di sempre, un libro per far conoscere le sue imprese che sono state anche le imprese dell’atletica italiana negli anni Quaranta e Cinquanta. Ricordarlo nell’anno del centenario della nascita avvenuta a Costermano il 5 gennaio 1917 era impresa non certo facile. Non era certo difficile, sia chiaro, confezionare un bel racconto della sua carriera ma poche sarebbero state le fonti dirette, a parte quelle statistiche (non sempre precise, a dire il vero) che però non offrono la grandezza dell’uomo.

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