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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Isteria, il tuo nome e' sport

Domenica 3 Settembre 2017

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di Giorgio Cimbrico

Isteria, il tuo nome è sport, direbbe oggi Amleto se gli capitasse, lasciato Elsinore per un pomeriggio, di andare a una partita, a un incontro, o, senza lasciare il castello avito, trasformarsi in telespettatore. Urlano, imprecano, si eccitano e sovraeccitano, sfiorano il collasso e l’ictus, tutti, quelli che corrono, quelli che inseguono palle di varia grandezza, e molto spesso anche quelli che commentano, che sono anche i primi a non fornire mai la loro opinione, obbligati a battere sulla grancassa. Ogni tanto a deprecare o a precisare che se gli è scappato il termine aggressività, è sportivamente parlando.

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Piste&Pedane / Dialogo semiserio sui "minimi" sistemi

Domenica 3 Settembre 2017

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di Daniele Perboni

Dialogo semiserio fra un disilluso giornalista, e il classico avventore (si dice ancora così?) dell’intramontabile bar in una qualsiasi delle mille piazze d’Italia. Il quale, l'habitué, è anche un tuttologo di sport. Calcio, ma con abbondanti infarinature (così almeno crede) di una miriade di sport. Quelli che si continuano ad appellare “minori”. Naturalmente l’atletica è fra questi. Come dice, scusi? Se ho visto la figura di palta fatta davanti al mondo dagli italiani in quel di Londra? Certo che l’ho vista. Accidenti a lei. È passato un mese e ancora sta lì a girare il dito nella piaga. Quasi fosse il mestolo nella polenta. Fra l’altro fa ancora un caldo della madonna e la polenta non è proprio il massimo. Come dice? Che sulla Gazza ha letto anche delle critiche? E ci mancherebbe che non le avessero espresse quelle critiche.

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Atletica / Campionato di Societa' e "militari" a lista chiusa

Sabato 2 Settembre 2017

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di Carlo Santi

L’atletica italiana ha urgente bisogno di una scossa. Tutti cercano la ricetta giusta, la formula magica per rilanciare il movimento. Basterebbe guardare al passato e copiare le mosse di qualche stagione fa. Adesso tanti invocano la riapertura dei college, Formia e Tirrenia in particolare (ci sarebbe anche Schio) ma anche dell’Acqua Acetosa che però, ci sentiamo di dire, da un po’ di tempo funge da albergo un po' per tutti, altro che centro di alto livello di preparazione. Sarebbe invece il caso che il CONI torni ad affidare al Giulio Onesti il suo vero ruolo: ospitare atleti ma farne soprattutto ancora un punto di preparazione tecnica speciale riaprendo la Scuola Centrale dello Sport.

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Saro' greve / 1972: il mio "mondiale" di salto in basso

Sabato 2 Settembre 2017

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di Vanni Lòriga

I giorni iniziali del mese di settembre sono per me molto importanti. Ne cito qualcuno in ordine cronologico. Nei giorni 2 e 3 settembre di 57 anni fa. Era il 1960 e sulla pista dello Stadio Olimpico di, Roma (tennisolite, sette corsie, lui in quinta) Livio Berruti toccava il vertice della sua invidiabile parabola atletica. Tutti sanno che nell’intervallo di 130 minuti intercorrenti fra le 15,50 e le 18,00 il velocista piemontese eguagliò per due volte il record mondiale dei 200 metri coprendo la distanza in 20”5. Su quei record sappiamo quasi tutto.

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Opinioni / Ritorno a Formia e il formidabile "fattore P"

Venerdì 1 Settembre 2017

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(gfc) Atletica anno zero, ma purtroppo senza atletica non c'è civiltà sportiva. Ripartiamo quindi dall'insegna della Scuola di Atletica Leggera finita da anni, e dimenticata, in un magazzino del Centro di Formia. Un segno dei tempi che cambiano, direte voi, ma che resta soprattutto l'immagine plastica di una certa visione "culturale" dello sport, non tanto nei suoi risultati, quanto nella "filosofia" che li determinano e, non di rado, li giustificano. Si potrà mai cambiare?

di Luciano Barra 

Ho seguito con interesse quanto scritto nella sua intervista a Liz Nicholl, il CEO di UK Sport, da Emanuela Audisio per Repubblica. Dove ho colto tre spunti importanti: a) quanto stanzia l’agenzia britannica per lo sport di alto livello non è molto di più di quanto viene stanziato fra CONI e Federazioni; b) i contributi sono quadriennali (devo spiegare l’aspetto positivo?); c) a km zero direttamente ad atleti e tecnici. Poi ho lasciato perdere, troppa è la differenza culturale nello sport fra UK ed Italia. Ho letto con interesse il saggio di Gianfranco Colasante sullo sport e l'atletica americani. Stratosferico soprattutto se si pensa che sono tutte risorse ed iniziative private.

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