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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Il fiero dibattito sul sesso degli angeli

Venerdì 4 Ottobre 2019


ortega 2


Ambiente, pubblico, programma gara, forzature del regolamento. Ma anche altri problemi: si è andati più in là nell’interpretazione irrompendo in quello che un tempo avremmo definito bizantinismo o discussione sul sesso degli angeli.


Giorgio Cimbrico

Il tempo meno vecchio tra i primi dieci aveva 23 anni, 48"25 di Marie José Perec, in occasione della doppietta 200-400 della francese ad Atlanta. E ora arriva Salwa Eid Naser che di anni ne ha 21 e una volta correva vestita da capo a piedi e ora no, come tutte le altre, e con i tatuaggi e con i piercing e ha gli occhi sgranati perché nella vittoria credeva ma 48"14 non era previsto, terza dopo l’accoppiata K&K, Koch 47"60 e Kratochvilova 47"99.  Altri tempi. Quando dopo 370 metri Salwa ha smarrito la bellezza assoluta della sua corsa rotonda sostenuta da piedini al fulicotone, Shaunae Miller ha provato ad avvicinare la bahrainiana con mamma nigeriana. Era troppo tardi ma è servito a  trasformare la mannequin bahamense nella sesta della storia, 48"37.

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Piste&Pedane / La sfida sul giro premia l'irruenza

Giovedì 3 Ottobre 2019 (Notte)

 

naser 


In una giornata monopolizzate dalle strane sentenze del VAR e dalle prove multiple, forse la gara più eccitante dei Mondiali: il grande duello tra la giovanissima Naser e la più esperta Miller-Uibo.

Carlo Santi

DOHA (VII G.) – Il botto di Salwa Eid Naser con un giro da sballo. La giovanissima campionessa del Bahrain, ventuno anni appena, ha compiuto un capolavoro: il suo 48”14 è il terzo tempo di sempre al mondo. Naser si è trascinata dietro Shaunae Miller-Uibo scesa a 48”37, primato personale anche per lei e quinto risultato all time, con la giamaicana Shericka Jackson a 49”47. Una corsa pazzesca, con la vincitrice che è passata da un primato di 49”08 dello scorso anno a questo risultato monstre. Ha corso controllando le avversarie dal centro della pista (era in quinta corsia) e quando è uscita sul rettilineo ha sprigionato un’energia incredibile, seguita solo dalla Miller-Uibo, l’unica delle finaliste con un primato sub-49” e nota che il finale ai Giochi di Rio da lei vinti in tuffo su Allison Felix. (foto Iaaf.org).

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Piste&Pedane / Doha: un azzurro alquanto pallido

Giovedì 3 Ottobre 2019
 
re-doha
 
A tre giorni dalla conclusione dei Mondiali nel deserto, il bilancio italiano appare deludente: per ora un bronzo in una gara non olimpica e solo due finalisti. C'è ancora da sperare, ma le possibilità sono alquanto ridotte. E a Tokyo?  
 
Carlo Santi

DOHA (VII G.) – Superata la boa di metà Mondiali, l’Italia fa già qualche conto. Il bilancio è in rosso, con troppi atleti che hanno “bucato” l’avvenimento realizzando prestazioni assai modeste, non in linea con quanto ottenuto, almeno una volta, nella stagione. Consoliamoci adesso non solo con Eleonora Giorgi, Tortu e Stecchi: c’è anche Davide Re che ha mostrato di essere un campione finendo al nono posto, escluso dalla finale dei 400 metri per soli 8 centesimi con un risultato di 44”85, seconda performance di sempre per lui e per un azzurro dopo il suo primato nazionale di 44”77. (foto G.Colombo/Fidal).

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I sentieri di Cimbricus / L'azzardo del pronostico (piu' alto)

Giovedì 3 Ottobre 2019

 

wang

 

Minestra nel deserto: proviamo a metterci un po' di sale e avventuriamoci nel gioco del momento: stilare la classifica prossima ventura del salto in alto piu' che una scommessa pare un azzardo. E allora azzardiamo, ...

 

Giorgio Cimbrico

Pensando che io sia un esperto, un amico mi ha chiesto il “cavallo buono” suggerendo se lo autorizzassi a scommettere a occhi chiusi su Mutaz Essa Barshim. Gli ho risposto che pur non avendo mai buttato i miei denari in azzardo (anche il Totocalcio quando costava 300 lire), se oggi dovessi rischiare qualcosa non saprei da dove cominciare. I Mondiali stanno riservando sorprese (ieri, l’improvviso spegnersi di Michael Norman) ma che il salto in alto sia enigmatico, degno di un intervento della Sfinge o della Pizia, lo avevamo capito da tempo.

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Piste&Pedane / Personaggi: Pawel, il figlio della liberta'

Giovedì 3 Ottobre 2019

 

fajdek

 

La storia del re polacco del martello - a Doha salito al quarto titolo mondiale - che a Tokyo dovrà tentare di sfatare la tendenza a "bucare" proprio le gare olimpiche. Come nel 2012 e nel 2016.

 

Daniele Perboni

Ti piace vincere facile? Recita una pubblicità. Probabilmente le teste pensanti che l’hanno ideata si sono ispirati al gigante con gli occhiali, il quattro volte campione mondiale del martello Pawel Fajdek. Trent’anni, 125 chili piantati su un metro e ottantacinque. Due gambe come tronchi che in pedana girano velocissime e dopo le classiche rotazioni “sparano” l’attrezzo di sette chili a oltre 80 metri, con una velocità di uscita abbondantemente superiore ai 100 chilometri orari. È con questa tecnica che il polacco nella finale di Doha si è messo in saccoccia l’ennesimo trionfo iridato con un lancio a 80.50. Unico finalista a oltrepassare la soglia degli 80. (foto iaaf.org).

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