PyeongChang 2018 / (11) Senza brivido non ci divertiamo proprio
Martedì 20 Febbraio 2018di Gianfranco Colasante
Due medaglie in meno di un'ora per Casa Italia, tanto per smuovere la classifica come avrebbero detto un tempo gli allenatori di calcio. In quaranta minuti un Argento prima, un Bronzo dopo, utili a tagliare il nastro degli otto podi, pareggiando Sochi, ma con due ori in più. Due medaglie con la coda del brivido, anzi del giallo cupo. Come è capitato nella finale della staffetta di Short track, una sorta di frenetico frullatore dove le ragazze prendono a spintoni le compagne di squadra e picchiano come fabbri le avversarie, all'occorrenza sgambettandole senza pietà con pattini affilari come lame. Se alla fine qualcuna resta in piedi, incolume, ha già del miracoloso. E finalmente ci si può sedere davanti ai monitor per stilare le classifiche. Con sorprese e ricorsi sempre all'ordine del giorno: tanto che oggi la medaglia di bronzo se l'è portata via una squadra (l'Olanda) che in pista non c'era proprio, anzi correva da un'altra parte, sia pure col corollario del record del mondo. E lo chiamano sport.
Qui i risultati completi e il medagliere dopo la 11. Giornata.
I sentieri di Cimbricus / Non mi piacciono, ma un po' li invidio
Martedì 20 Febbraio 2018di Giorgio Cimbrico
A me i francesi non sono mai stati simpatici. Ma mica perché hanno sempre guardato gli italiani con sufficienza o con un certo livore: tutto sommato, la pugnalata alle spalle, nel giugno del ’40, l’abbiamo data noi, non loro. In compenso, ci hanno ripagato con le “marocchinate”: vedi la Ciociara e vedi anche la storia atroce, e vera, di quei mesi quando gli uomini dei tabor, comandati da compiaciuti e compiacenti ufficiali francesi, violentavano giovani e vecchie, maschi compresi.
Piste&Pedane / Indoor: l'Italia si affida all'usato sicuro
Martedì 20 Febbraio 2018di Daniele Perboni
Che bella età la mezza età… serenità… tranquillità, e già questo ritornello fa capire quanto possa essere vecchio, anziano dai, è più politicamente corretto (politically correct come si usa oggi), chi sta stendendo queste note … Già perché allora, siamo nei primi anni Sessanta e in pieno boom economico, chi entrava nella spirale degli anta si sentiva fuori gioco, superato, con la vita in discesa e senza più aspettative. Figurarsi in campo sportivo. In quel settore la “vita” finiva con lo scoccare dei trenta. E oggi, al tramonto del secondo decennio del nuovo secolo? Come stanno le cose lo sappiamo: si cerca di essere eternamente giovani. Qualcuno più degli altri e senza connotati negativi. Anzi!
Gli aggiornamenti della stagione sono disponibili nella sezione Top Ten.
PyeongChang 2018 / (10) Giornata interlocutoria in attesa del finale
Lunedì 19 Febbraio 2018di Gianfranco Colasante
Una giornata per riprendere fiato. Solo tre titoli in palio, col Bob a due assegnato alla pari al centesimo a Canada e Germania (nella foto, sul podio assieme al duo lettone), dopo quattro discese tirate a rompicollo. Dalla trentina di equipaggi in gara, compresi Monaco e Brasile, mancavano purtroppo gli italiani. Assenza che lascia interdetti. Certo, i confini dello sport sono cambiati e per di più, mutando tanto rapidamente, non lasciano tempo ai rimpianti. Ma proprio per questo la tradizione andrebbe tutelata e, soprattutto, alimentata. La tecnologia, i materiali, la tecnica, perfino le gallerie del vento per studiare i fattori aerodinamici (in passato erano state utilizzate anche quelle della Ferrari), sarebbero tutti elementi facilmente reperibili. Manca semmai la volontà di mettere in piedi un ampio piano di reclutamento e sviluppo. E questa è valutazione ancora più dolorosa se parliamo di una specialità nella quale siamo stati per decenni maestri e diligenti disacepoli.
Qui i risultati completi e il medagliere dopo la 10. Giornata.
Fatti&Misfatti / La Coppa conta, ma non nasconde tutto
Lunedì 19 Febbraio 2018di Oscar Eleni
Sulla coda del dragone in via Paolo Sarpi a Milano per fare della stupida ironia sull’inizio dell’anno che i cinesi dedicheranno al cane proprio come quelli del basket vedendo la coppa Italia. Chinatown, la vecchia casa di Carlo Recalcati. Già che eravamo sul posto avremmo voluto chiedergli se non era pentito di aver lasciato la sua Anna Karenina torinese, ma forse avrebbe dovuto pentirsi di più quando accettò di sostituire il Luca Banchi che meriterebbe più di un pezzo di quella Coppa Italia vinta per la prima volta da Torino. Restando in città ci era venuta anche la voglia di cercare il Cappellari da toccata e fuga fiorentina, città dove, sembra, ci potrebbero essere fondi per averla davvero la seconda squadra di Milano, odiosi al punto di chiedergli se non era pentito di aver lasciato, seppure con tutte le ragioni del mondo, la Cantù del proprietario in esilio perché nessuna squadra ci ha incantato più di quella che ha messo insieme il Sodini. Capolavoro di un allenatore che farà strada, perché ha qualcosa da dire e insegnare. Bastava resistere, anche senza contratto, come i giocatori dell’Ottobre rosso canturino, che bella sorpresa questo Parrillo, perché in quel gruppo c’è gente vera: per noi sono la squadra e l’allenatore dell’anno anche se i titoli li vinceranno altri.
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