Doping / La lotta contro il tempo di WADA e CIO
Mercoledì 15 Giugno 2016
L'offensiva al doping lanciata dal CIO - legata ai 55 "cold cases" dei Giochi 2008 e 2012 (in attesa dell'esplosione di quelli 2014) - va facendo molte vittime. E non solo tra gli atleti coinvolti. Ma, risvolto non secondario, sta seminando un senso di impotenza, distribuendo in pari dosi (tanto per restare in tema) insicurezza e sospetto. Si pensi a quanti sono stati truffati, a quanti si sono visti sottrarre una medaglia che avrebbe potuto cambiare il corso della loro esistenza, non solo i loro palmares sportivi. Ma anche a chi, colto in fallo ad anni di distanza, può anche fare spallucce e tirare diritto. Chi cercava scorciatoie e vantaggi, li ha ormai avuti e sfruttati. Anche se in maniera truffaldina, senza tenere conto che non sono pochi quelli che hanno da tempo lasciato l'attività.
Basket / I Robin dello scudetto relativo (Milano al 27°)
Martedì 14 Giugno 2016
di OSCAR ELENI
Vincendo in gara 6 al PalaBigi (74-70) Milano supera Reggio Emilia e colleziona il suo 27° scudetto. E’ già storia o c’è dell’altro?
Anche il campionato italiano di basket è finito. Finalmente, sospira Petrucci che al Messina titubante sul dopo preolimpico, speriamo dopo l’Olimpiade, presenta i campioni di casa, quindi il Cinciarini rivisitato dagli spettri e liberato sul campo della passata gloria e l’Alessandro Gentile che ora farà sospirare perché esiste chi potrebbe dargli più del milione di euro della casa Armani nella Europa granda, o, come dicono i moltissimi estimatori a voce alta, magari la stessa Houston di Mike D’Antoni. Glieli porterà insieme agli “ espatriati” per scelta di vita che pure hanno vinto il titolo nei posti dove li hanno adottati: Gigi Datome, che a Milano ci sarebbe stato benissimo, MVP con i campioni del Fenerbahce; Nicolò Melli, ah che sbaglio lasciarlo andar via perché con Repesa avrebbe fatto i progressi visti nella splendida gestione del Trinchieri che ha rivinto il titolo tedesco col Bamberg e ora potrebbe anche essere interessato alle offerte del Maccabi che punta anche sul Pianigiani; Daniel Hackett maritato e vincitore del titolo greco con l’Olympiakos.
Canottaggio / In memoria di un olimpionico: Franco Faggi
Lunedì 13 Giugno 2016
di FERRUCCIO CALEGARI
Franco Faggi, il prodiere del celebre Quattro senza della Canottieri Moto Guzzi che vinse l'oro olimpico a Londra nel 1948 è morto nella nottata tra sabato e domenica. Si trovava a Rapallo, in casa della figlia. A marzo aveva compiuto 90 anni, ed era sempre vivacissimo nei suoi ricordi. Ricordi ricchi: una vita remiera intensa, che iniziava a farsi conoscere nei duri tempi della guerra. Nel “1943 poteva emergere nelle poche gare del periodo col titolo di Campione Juniores Alta Italia” – si legge nel libro storico della Moto Guzzi – “A 17 anni la gioia di un podio importante, e nella ripresa postbellica sotto la guida di Angelo Alippi si impegnava intensamente vincendo a settembre del 1945, all'Idroscalo di Milano, il titolo di Campione Alta Italia del Quattro senza, per poi passare dal 1946 ai successivi obiettivi nazionali e internazionali di maggiore spessore, scattando sul traguardo europeo del 1947 a Lucerna, sino al trionfo olimpico a Londra nel 1948”.
Atletica / Marta Zenoni, giovane talento del mezzofondo
Sabato 11 Giugno 2016
di DANIELE PERBONI
La ragazza è un vero e proprio “animale da gara”. Così la definisce il suo allenatore, Rosario Naso detto “Saro”. La ragazza, diciassette anni compiuti nel marzo scorso, risponde al nome di Marta Zenoni (foto Colombo/Fidal). Bergamasca, famiglia sportiva (madre e sorella maggiore mezzofondiste), è un gioiellino che l’atletica italiana attendeva da tempo, forse troppo. Da quando era nella categoria “cadette” macina vittorie e record a profusione. Nel 2015 si è piazzata terza au Campionati mondiali allievi (al limite dei 18 anni) e non era certo contenta del risultato. Il 2016 è iniziato ancora meglio. Oltre al doppio titolo italiano indoor, 800 e 1500 metri, dei tricolori assoluti, lunedì 6 luglio ha sbriciolato l’ennesimo record: 2’01”91 sugli 800. Ma non basta.
Calcio / Cominciano gli Europei, ma l'allenatore resta a casa
Venedì 10 Giugno 2016
Ha firmato, ha firmato, … esultavano ieri i maggiori fogli sportivi, e non solo. Si riferivano a Giampiero Ventura che lascia il Torino dell’editore Urbano Cairo per andare ad allenare la nazionale maggiore, pupilla di Carlo Tavecchio. Un paradosso, almeno temporale, visto che così la squadra azzurra - mai tanto dimessa come adesso - si trova ad avere due allenatori. Uno in entrata, Ventura, l'altro in uscita, Conte: per lui addio fissato alla conclusione degli Europei, vada come vada. Ma il calcio ci ha abituato a tutto: non per nulla, proprio l'altroieri in TV, il premier Matteo Renzi, sempre parco di parole, ha detto che tutta l'organizzazione calcistica italiana ha fallito e andrebbe rifondata (smentendo di aver sostenuto il recupero di Montella).
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