Saro' greve / C'era una volta il Giardino del Re
Giovedì 20 Settembre 2018
Se Formia è ormai un ricordo, si legge ora che l’Atletica (ri)costruirà il suo futuro presso l’Acquacetosa. Sarà vero?
di Vanni Lòriga
Era il 17 maggio 1953 ed esattamente alle ore 18,00 settantamila spettatori, che avevano seguito l’incontro di calcio Italia-Ungheria (0-3), uscivano ammutoliti dallo Stadio Olimpico inaugurato proprio con quella umiliante sconfitta, sovrastati sul piano tecnico e fisico. Ci chiedevamo tutti (c’ero anch’io, biglietto lire 1000, posto nella Curva Nord) se non ci fosse passato addosso un rullo compressore. Per 90 minuti gli azzurri non erano riusciti a fare un passaggio utile, imbrigliati nella rete di gioco degli uomini del DT Guszatav Sebes. In campo, fra gli altri, Puskas, che segnò due volte in 7 minuti, Hideguti, Kosic, in quella che era definita “aranycsapa”, la squadra d’oro).
Nella foto, tratta dal sito Fidal, la posa della prima pietra "virtuale" del campo dell'Acquacetosa. All'interno, l'impianto del Governatorato all'epoca della sua inaugurazione (28 ottobre 1938).
I sentieri di Cimbricus / I giochi perversi delle Candidature
Giovedì 20 Settembre 2018
Come finirà la Candidatura ai Giochi 2026 non lo sa nessuno. Ma qualche domanda alla gente andrebbe pur fatta.
di Giorgio Cimbrico
È fatto assoluto divieto all’Italia di candidarsi ad alcunché, in spezial modo all’Olimpiade, sia essa estiva o invernale. Il presente documento, redatto in unica copia e spedito al direttore della testata, è frutto di un’iniziativa e di una convinzione, l’una e l’altro personali, che vogliono avere la possibilità di prender forza e sottoposte a un referendum tra i collaboratori e i suiveurs di questo nostro ameno Sito dove manca solo il platano amato di cui canta Serse all’inizio della magnifica opera handeliana omonima. Perché sei così categorico, così draconiano? Domanda il mio doppio, che in questo caso recita la parte del clemente, del tollerante.
Piste&Pedane / Sguardo ad un futuro non troppo lontano, ...
Giovedì 20 Settembre 2018
Viaggio immaginario, ... o sogno di una notte di fine estate: importante è non prendersi troppo sul serio.
di Daniele Perboni
Autunno 2028, i Giochi di Los Angeles sono terminati da un paio di mesi. Lo sport azzurro è andato “a tutta”: 63 medaglie, di cui una dozzina solo nell’atletica. I tempi bui, quando non si toccava palla, sono alle spalle. Una programmazione lungimirante, investimenti adeguati, scelte tecniche e politiche azzeccate hanno fatto tornare il sorriso sui volti segnati e grinzosi dei dirigenti. I giornali sul web (la carta non esiste più) esaltano i medagliati tutti. Comparsate in tv non sono negate a nessuno. La saga dei Bragagna ora è guidata da Oblomov che a suon di falci e martelli ha scalzato il vecchio padre Franco dal piccolo schermo. Fior di quattrini sono finiti nelle tasche dei migliori. Ma anche le seconde schiere non stanno poi così male. Anzi, …
I sentieri di Cimbricus / La morale e' salva, ... c'e' il bip che vigila
Mercoledì 19 Settembre 2018
Col prevalere del buonismo e della censura, anche le valutazioni di carattere estetico non saranno più possibili.
di Giorgio Cimbrico
Quando il nudo (o la nuda) entrava improvvisamente in campo, non è che la telecamera spostasse il suo occhio: la prima che ho visto “invadere” era una bionda con tette così grosse che i giocatori dell’Inghilterra (di rugby) strabuzzarono gli occhi. Adesso capita più di rado ma comunque lo, o la, streaker non viene più inquadrato (inquadrata) perché sennò scatta l’emulazione. Se due o più giocatori vengono alle mani, il commento è: “sono scene che non vorremmo vedere”. Perché? Un giramento di palle non è più ammesso? I giocatori devono dare l’esempio, dicono. A chi? Tutti adorano Maradona, il novello Eliogabalo. Ha mai dato l’esempio?
Fatti&Misfatti / Addio Slovenia, tanto amata
Martedì 18 Settembre 2018
Voglia di tenerezza per lo sport italiano che presto farà i conti con chi i conti non li sa fare.
di Oscar Eleni
Dalla Nuova Aquitania, cantone di Talence, zona Bordeaux, terra di sogni se arrivi fino a Limoges per il basket ricordando l’Azzurra di Gamba poi campione d’Europa a Nantes. Tenendo in tasca l’ultimo “fil di rete” del granata Aldo Grasso sulla funzione del telecronista che regredisce a livello scolastico con la smania di voler essere il protagonista su una scena dove i campioni, o presunti tali, stanno in campo e non ci sfasciano con il vangelo catodico degli urlatori genuflessi che fanno diventare una meraviglia il passaggio di Luca Vitali, bello perché era semplice, e non richiedeva uno scienziato nell’esecuzione, dentro l’area nell’ultima fatica della Fremebonda Azzurra del basket in Ungheria.
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