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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





www.sportolimpico.it

IAAF / L'atletica nel deserto: ovvero i Mondiali 2019 a Doha

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Lunedì 24 Novembre 2014

iaaf

LUCIANO BARRA


La storia dello sport, e più che mai la storia dell’atletica – disciplina dove secondi/centimetri, e specifiche prestazioni, scandiscono le imprese dei campioni – rimangono segnate da alcune date. Così è stato nel 1936 con le 4 medaglie d’oro di Jesse Owens, nel 1948 con le 4 medaglie di Fanny Blankers-Koen, nel 1954 per il primo Miglio “sub-4“ di Roger Bannister, nel 1968 per i salti di Dick Fosbury, le 4 medaglie d’oro di Lasse Viren negli anni 70, le 4 medaglie di Carl Lewis a Los Angeles o i record e le medaglie di Usain Bolt nel 2008 e 2012 e così via. E’ da prevedere che Novembre 2014 rimarrà nella storia dell’atletica – i posteri diranno se in maniera positiva o negativa – per la recente decisione della IAAF di far svolgere i propri Campionati del Mondo in Ottobre, cioè fuori stagione, e ad una latitudine ben poco consona alle gare all’aperto.

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I sentieri di Cimbricus / Spulciando tra gli iscritti, presenti ed assenti

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Martedì 12 Luglio 2022

 

felix-a

 

C’è chi scommette alla cieca e chi azzarda previsioni solo con le liste dei partecipanti sott’occhio. Facciamolo anche noi – senza scommettere – a caccia di curiosità e novità. Con qualche piccola scoperta.

Giorgio Cimbrico 

Quelli che non ci sono si fanno sempre notare. Eljud Kipchoge, ad esempio, che ha appena firmato per Berlino e che chiuderà l’interminabile carriera senza un titolo mondiale in maratona. E pensare che il genio era uscito dalla lampada proprio in un Mondiale, quello di Parigi 2003, quando, da sconosciuto, sui 5000 stroncò in una volata interminabile ed emozionante Hicham el Guerrouj e Kenenisa Bekele.

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Fatti&Misfatti / Nel paese dei santi furbacchioni

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Lunedì 5 Febbraio 2024

 

cucciari 


Non esiste più la fedeltà di una volta? Lasciamo perdere con nostalgie ridicole. Seguite i soldi e troverete il letto per i vostri idoli fasulli, come saremmo contenti se nessuno andasse a fare il soprammobile ai tavoli dove sei soltanto un contorno.

Oscar Eleni

Nascosto fra i monti cinesi dell’arcobaleno cercando l’erba per battere il fuoco, la rabbia che ti prende quando lo sport diventa gingillo nelle mani della santa ipocrisia. Meglio camminare a testa bassa dietro i cortei per chi ci ha lasciato –, ieri Riva, oggi Hamrin, Losi –, tutti campioni, come il mezzofondista Jazy, con un’anima che ci piacerebbe trovare nei campioni di oggi sapendo che è già contaminata se i genitori picchiano insegnanti e allenatori in loro nome, se le risse nei campionati minori sono divertimenti come le invasioni del branco dove la caccia al superfluo rende tutto avvelenato.

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I sentieri di Cimbricus / "Solo i dimenticati sono morti"

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Giovedì 21 Aprile 2022

 

harbig 


15 luglio1939, Arena di Milano: il “Rudolf Harbig Tag”, il giorno di Rudolf Harbig che ebbe vita breve, luminosa e drammatica. Fino a dove si sarebbe spinto se il destino gli avesse concesso più tempo terreno?

Giorgio Cimbrico

Se nell’estate del ’43, in Sicilia, era caduto Luz Long, avversario e amico di Jesse Owens, furono i primi giorni di marzo del ’44 e la fornace del fronte orientale a divorare uno dei più grandi e calligrafici atleti della storia, capace di tempi moderni su 400 e 800. Harbig finì nell’Ucraina occidentale per portare aiuto alle forze tedesche rinchiuse nelle sacche in cui erano finite dall’arrembante e travolgente avanzata del Fronte comandato da Ivan Konev, più tardi uno dei conquistatori di Berlino.

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Sei Nazioni / Ora gli esami entrano nel vivo

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Domenica, 4 Febbraio 2024

 

ita-eng24 

Contro gli inglesi la nuova Italia di Quesada ha fatto il suo esordio. Un ottimo esordio si direbbe. Dunque nessun errore. Per ora. Il torneo è lungo, ci attendono altre tappe contro squadre da non prendere sottogamba. Assolutamente.

Daniele Perboni

Dunque da dove partiamo? Forse dal 24-27 finale? O dall’esiguo scarto, mai prima d’ora ottenuto contro la nazionale della rosa? Dalle tre mete a due in nostro favore? Dal bel gioco espresso nel primo tempo, forse il migliore mai visto in simili occasioni? Oppure dai primi venti minuti terribili del secondo tempo dove si è vista un’Italia troppo fallosa e dominata dai bianchi? E come non dimenticare le trentuno sfide tutte perse, di cui alcune devastanti?

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