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Fatti&Misfatti / A zonzo nel bosco degli spettri
Lunedì 16 Dicembre 2019
Stupisce la distanza fra il nuoto e le altre federazioni olimpiche. Studiano, lavorano, fanno squadra. E siamo certi che saprebbero cosa fare del tesoretto che ora balla nelle mani di quelli che hanno dato 500 mila euro ad un ... club di golf.
Oscar Eleni
Dal bosco milanese degli spettri, un parco a Nord che è il doppio di Central Park, bevendo Gamay speziato preso per beneficenza nella cantina del prevosto di Lecco che vendendo 1000 bottiglie restaurerà l’oratorio. Siamo esaltati, non soltanto dalle sardine libere e belle, ma da tutti quelli che danno davvero una mano agli altri. Dall’anonimo che ha pagato la luce al poveraccio che inutilmente chiedeva aiuto al burocrate ottuso, quello che non vede i buchi neri delle banche, ma è spietato con chi non ce la fa proprio. Non è vero che in giro ci sono soltanto urlatori infami, gente che odia e prega il suo falso dio, molti si battono.
I sentieri di Cimbricus / Un carro armato dalle marce veloci
Sabato 14 Dicembre 2019
Se ne è andato serenamente nel sonno, alla soglia degli 81 anni. Forse nessuno come Peter Snell, ha saputo interpretare l'epopea del doppio giro in un'epoca magica, quando l'atletica non era tormentata dal denaro, dalla frenesia, dalle convenienze.
Giorgio Cimbrico
E’ stato il mio primo "All Black" quando non sapevo niente di rugby, di haka, di epici scontri tra neozelandesi e sudafricani, di rari tour in Europa ricordati come chanson de geste. Ero molto giovane, avevo nove anni, e guardavo in una televisione nuova di zecca, le Olimpiadi di Roma, una caverna delle meraviglie, una miniera inesauribile: speravo non finissero mai. Anche nella semplicità cromatica dei due colori offerti dal tubo catodico, venni colpito da quel giovanotto robusto (un carro armato con le marce veloci, disse di lui un giornalista americano), maglia nera, calzoncini neri. Solo uno sbaffo chiaro. solo più tardi venni a sapere che era la felce d’argento. Nuova Zelanda: sul mio primo atlante andai a cercarla. Già fervente lettore di Verne, calcolai che scavando un tunnel attraverso il globo sarei arrivato da quelle parti.
Osservatorio / Ma lo sport italiano somiglia davvero all'Alitalia?
Mercoledì 11 Dicembre 2019
Una lunga catena di errori e di incapacità programmatiche, ed ora gli insipidi diktat di due Governi di opposto colore, stanno condannando lo Sport Italiano a perdere la sua identità e, soprattutto, la sua collocazione di vertice. Possibile che non si possa fare nulla per impedire che finisca come la compagnia di "bandiera"?
Luciano Barra
Che brutto presentimento! Vedo lo sport italiano scivolare in basso come l’Alitalia, la nostra ex compagnia di bandiera. Quante similitudini e comuni denominatori. Con una piccola differenza che all’Alitalia sono serviti 20 anni, e tanti manager illuminati e ben pagati, per finire dove è finita. Allo Sport Italiano (maiuscolo, per rispetto), che ora non è più solo il CONI, ne stanno bastando solo due di anni. Quali i sintomi? Tanti, ma su tutti uno: la consapevolezza che dopo la seconda guerra mondiale grazie ad un politico e ad un dirigente sportivo ambedue illuminati ed ambedue di nome Giulio (Andreotti ed Onesti) e grazie a due leggi (quella istitutiva del CONI e poi quella sul Totocalcio) il CONI fu sottratto alle influenze politiche che l’avrebbero fatto diventare uno dei tanti carrozzoni pubblici fallimentari di cui oggi il Paese è cosparso. Oggi invece questo sta accadendo (è accaduto?).
Doping / Quando, semplicemente, "il fatto non sussiste!"”
Mercoledì 11 Dicembre 2019
Giustizia è fatta. Una bella notizia che ci riconcilia con il buon senso e con l’onestà. La Corte di Appello di Bolzano ha ieri pienamente prosciolto Giuseppe Fischetto, Pierluigi Fiorella e Rita Bottiglieri dalle ingiuste accuse lanciate da Alex Schwazer, l’uomo dalle mille verità e dalle tante amnesie.
Sandro Aquari
Dopo sei anni e mezzo “il fatto non sussiste”. Eppure non era difficile capirlo. Bastava leggere cosa i carabinieri avevano raccolto, dopo sequestri, centinaia di ore d’intercettazioni, decine e decine d’interrogatori e quant’altro, contro il dottor Giuseppe Fischetto, il dottor Pierluigi Fiorella e la dottoressa Rita Bottiglieri nelle 700 pagine del dossier “Olimpia”, per capire che “il fatto non sussiste”. Bastava aver letto tutti gli atti del processo di Bolzano (due anni e mezzo la sua durata!) contro di loro, accusati di “omissione”, ovvero di aver saputo che il carabiniere Alex Schwazer si dopava, ma di non aver fatto nulla per denunciarlo o comunque fermarlo, per capire che “il fatto non sussiste”.
Duribanchi / Schiacciate vincenti e uomini di polsino
Martedì 10 Dicembre 2019
A zonzo tra i fatti della settimana cercando conforto nella Tosca magnifica e negli exploit delle ragazze, dall'Egonu alla Pilato. Anche se il Paese, ignaro e giulivo, piroetta sempre sull'orlo del baratro.
Andrea Bosco
Trentuno, trentadue, trentatré: il braccio di Paola Egonu è un maglio. Il collega di Sky è in estasi. Il volley, a livello mondiale per club, parla italiano. Le ragazze di Conegliano in Cina hanno stappato prosecco. Nettare messo in pericolo dalle brame austriache sull'originalità del prodotto. Discussione antica: lo spritz veneziano fu portato sui tavoli del bàcaro “Il Calice” dove al pomeriggio si giocava a tressette dai marinai austriaci (prosecco e seltz) quando il Veneto faceva parte dell'Impero? Oppure la variazione successiva (prosecco e aperol) lo rende invenzione autoctona? Buone entrambe le versioni: spritz deriva dal tedesco spritzen che significa “spruzzare”. Ma l'Aperol è roba italiana.
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