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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / "Solo attraverso il tempo si vince il tempo"

Martedì 15 Giugno 2021


eriksen


L’UEFA è “buona e tanto sensibile”, ma schiuma rabbia quando qualcuno si avvicina alla sua cassaforte. Dove entra il 70% delle risorse continentali a fronte del 30% destinato alle società. Lecito sapere chi le maneggia?

Andrea Bosco

Nel segno del dolore il marinaio che non vorrebbe più navigare si interroga su Giansenio: abbiamo tutti una mappa con un cammino segnato? Per alcuni breve, per altri lunghissimo? Gli inciampi della vita segnano una strada sconnessa: dove la fede vacilla e dove l’idea della predestinazione mette radici. La follia che stronca la vita di due bambini e del pensionato che aveva cercato di aiutarli. La follia di un malato di mente, lasciato senza aiuto, libero di impazzire e di uccidere. Se non vuoi farti curare la legge te lo permette. Non puoi decidere come e quando morire, ma puoi evitare le cure, i vaccini, il sostegno per una mente devastata dai demoni.

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I sentieri di Cimbricus / La ragazzina che viene dal Sud ...

Lunedì 14 Giugno 2021


mu-


… Sudan per l’esattezza anche se nata in America. Nel mirino i Trials e una accoppiata da paura 400/800. A 19 anni si può. E per finire, una letterina per Lord Coe. Chissà che non la legga.

Giorgio Cimbrico

Se i genitori non avessero abbandonato una ventina d’anni fa una regione povera, assetata d’acqua e di pace, straziata da una guerra, da una guerriglia e da un conflitto etnico e religioso che, a intervalli, vanno avanti da più di un secolo, oggi Athing Mu (Mu, come un’avventura di Corto Maltese …) vivrebbe nel Sud Sudan e se il fato le avesse appena sorriso potrebbe far parte della squadra dei rifugiati che sarà a Tokyo. Tecnico della pattuglia dell’atletica, Francis Obikwelu, nigeriano, portoghese, primatista d’Europa.

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Il profilo di Brera / Paola: ed ora vediamola correre!

Sabato 12 Giugno 2021

 

pigni 


(gfc) Ho incontrato per la prima volta Paola Pigni quando era ancora una giovane velocista della “Giuliano Dalmata” e la corsa più lunga per le ragazze si arrestava al doppio giro. Da allora non ho mai cessato di seguirne la strada e le imprese. Con rispetto ed amicizia. È stata lei, caparbia come pochi altri, in una perenne sfida contro sé stessa, la prima ad avventurarsi con coraggio su spazi inesplorati, aprendo alle donne di tutto il mondo le distanze lunghe in pista e le corse su strada. Una ragazza della frontiera, una grandissima atleta, una splendida persona. Mancherà a tutti noi. Per ricordarla ho preferito riproporre questo articolo che Brera mi consegnò per Atletica, la nuova rivista della cui redazione Pasquale Stassano mi aveva appena incaricato. A quel tempo, Paola aveva poco più di ventidue anni ...

Gianni Brera

Voi non credete, beceri, ma Paola Pigni ha mosso piedi fatati su un’orbita che protervamente ci negava la rampa sdrucciolevole della storia. L’evento è memorabile. Ne sono così convinto che adesso scendo nella hall dell’Hotel Balcan, dove mi trovo esiliato, e prendo a calci due o tre pedatori di quelli grossi … Scrivevo da Sofia, in Bulgaria (pardon). Non avevo la valigia da due giorni, non i toscani già dimezzati, non le pipe pronte per l’uso. Ma il rovello era un altro. Io faccio di mestiere il giornalista-artigiano.


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Fatti&Misfatti / Cappotto pungente (pensando a Paola)

Sabato 12 Giugno 2021

 

virtus 


“Le voci di un’atletica che non riusciranno mai a farci dimenticare. Loro ci parlano ancora e li abbiamo sentiti mentre preparavano una stanza regale per Paola Pigni, soprano del grande sport come la madre catalana.”


Oscar Eleni

Dal campo Giuriati di Milano per una staffetta verso l’Arena accompagnato dalle voci che parlano ancora ai credenti di un’atletica creativa di rinnovamento, pensando a Paola Pigni che ci correrebbe dietro se piangessimo per la chiodata che le ha dato il destino nel giorno dove sembrava tutto confuso nella prematura epopea del calcio, dove ritrovare certe facce, rivedere certe scene, ascoltare l’iperbole vagante dei cantori, faceva venire nausea e nostalgia per maschere di ferro.

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I sentieri di Cimbricus / Per Tokyo Jacok ha gia' scelto

Sabato 12 Giugno 2021


jakob-21 


Ultimo germoglio di un gruppo dagli stretti vincoli parentali e dalla notevole collezione già accumulata dai fratelli Henrik e Filip, il ragazzino Ingebrigtsen sembra aver rinunciato alla mitica accoppiata 1500/5000.

Giorgio Cimbrico

Tre mesi prima di festeggiare i 21 anni, Jakob Ingebrigtsen, il frutto più acerbo e maturo di una famiglia che corre, è così collocato: 3’28”68 e ottavo di tutti i tempi nei 1500 (davanti un marocchino, un algerino e cinque kenyani), 12’48”45 e dodicesimo nei 5000, preceduto da un ugandese, sette etiopi, due kenyani e un canadese nativo di Mogadiscio, Somalia. Per il dettaglio dei nomi – i soliti noti – si rimanda a una consultazione cartacea o in rete.

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