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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Se son salti, alla fine fioriranno

Lunedì 21 Giugno 2021

 

iapichino boras 2


Ad una quarantina di giorni dai Giochi di Tokyo, l’improvviso cambio di allenatore di una delle più qualificate atlete del parco atletico non soltanto italiano, Larissa Iapichino, ha fatto scalpore e sollevato più di una curiosità.

Daniele Perboni

Dice l’Oscar “[…] pochissimi sono stati capaci di spiegare il divorzio di Larissa Iapichino dal suo allenatore ad un mese dai Giochi […]”. Già, proprio pochi. Tranne, forse, il vecchio tecnico, Gianni Cecconi, che non per nulla si è detto amareggiato e “finalmente non incontrerà più certi personaggi”. Nell’ambiente circolano voci, sussurri e grida. Poche di queste esternazioni mormorate in privato possono essere svelate in pubblico, si rischia una citazione per calunnia o per danni. Ma la voglia di provarci è tanta. Rischiamo? Il direttore darà il via libera?

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Fatti&Misfatti / Notti magiche e albe tragiche

Lunedì 21 Giugno 2021

 

sacchetti 


“Il basket e la sua nazionale non amata dai campioni che preferiscono un’estate al mare piuttosto che i tormenti nel preolimpico a Belgrado. L’ex capitano Datome e Belinelli, hanno costretto Petrucci a mostrare la piega amara. Alzata di spalle, tanto abbiamo i sostituti.”

Oscar Eleni

Fra i ballerini al mulino de la Galette, sulla collina di Montmartre, chiedendo alla fantasia di Renoir di lasciarci ad un tavolo con amici che non ci sono più e urlerebbero con noi se l’oste, il politico, il dirigente, l’allenatore, il giocatore facessero scena muta davanti a chi domanda perché. Una sconfitta. Una brutta figura, i prezzi esagerati, cominciando dagli ombrelloni, il grande attore che seduce la novizia in clausura, quelli delle cene eleganti convinti di meritare il paradiso nel paese confuso dai vaccini, per i vaccini, in mondo dove il diritto al lavoro viene disprezzato.

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Osservatorio / Un grande atleta e' sempre un buon dirigente?

Lunedì 21 Giugno 2021

 

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Chiamali, se vuoi, errori di strategia o semplici infortuni di gestione. Ma ad appena cinque mesi dall’incoronazione del nuovo presidente, l’atletica pare avere qualche problema in più. Esageriamo?

Luciano Barra

Non ricordo se a Firenze, o alle esequie di Paola Pigni, mi è stata posta brutalmente la domanda “Ma perché tu ce l’hai così tanto con Stefano Mei”. La mia risposta è stata: “Io con Stefano Mei non ce l’ho proprio. Perché dovrei avercela. È stato un grande atleta quando ero Segretario Generale della FIDAL e con lui ho sempre avuto, e tuttora ho, buoni rapporti. Scherziamo via WhatsApp o quando ci incontriamo parlando di un comune amore, l’atletica. Io ce l’ho con il Presidente della FIDAL perché lo ritengo inadeguato e questa è un’altra cosa”.

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I sentieri di Cimbricus / Ryan Crouser, una favola di giganti

Domenica 20 Giugno 2021

 

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Spara che ti spara, alla fine Ryan ce l’ha fatta e con il 23.37 di Eugene (Trials USA) è diventato il primo esponente di una famiglia di lanciatori a centrare un record del mondo. Quanto alle Olimpiadi, vedremo.

Giorgio Cimbrico

Ryan Crouser è circondato da una così fitta genealogia da costringere a impugnare una matita e disegnare una robusta pianta, una quercia: ramo per ramo, i nomi dei parenti e le loro misure. Un’altra immagine: i Crouser come un famiglia di allegri e irsuti boscaioli dell’Oregon. Ryan non assomiglia a un vecchio eroe dei fumetti, Li’l Abner? Prima delle misure dei parenti, le misure di Ryan: le varie schede rintracciate concordano nel darlo alto 2,01 e divergono sul peso, indicato tra i 130 e i 145. Di più pesante, in circolazione, c’è il discobolo svedese Daniel Stahl, 2,02 per 150. Giganti non troppo definiti: un po’ di ciccia è umana.

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Io non c'ero (12) / Quelle notti gelide col Rosso Volante

Domenica 20 Giugno 2021


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“Nessuno di noi inviati sin troppo speciali ebbe rimorsi per i tanti “io c’ero” bugiardi ammollati ai lettori. Ma quella volta a guardare Eugenio Monti finalmente vincere, io c’ero”.

Gian Paolo Ormezzano


Grenoble, Francia, anno 1968, Giochi invernali, noi italiani a priori con poco da dire. Sci alpino dominato da austriaci, svizzeri e soprattutto francesi, con Jean Claude Killy superidolo candidato a tre ori (pronostico rispettato), noi avremmo dovuto aspettare il 1970, i Mondiali in Val Gardena, per scoprire un certo Gustav Thoeni da Trafoi, più loquace parlatore in tedesco che in italiano. Sci nordico nelle mani storiche di scandinavi e sovietici, con primi arrivi dalla Germania Est. Sport del ghiaccio per noi neanche da parlarne. C’era il bob, sì, il bob a due e a quattro, pilota sempre Eugenio Monti da Dobbiaco, il fuoco nei capelli rossi e dentro il cuore.

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