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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / La faccia vincente (e nascosta) della qualita'

Lunedì 14 Maggio 2018

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Julio Velasco ritrova il suo convento: a 66 anni può ancora dare molto ad uno sport italiano che ne avrebbe tanto bisogno.

di Oscar Eleni

Dalla fortezza della battaglia a Belgrado ascoltando il professor Keating-Tanjevic che ci racconta un'altra volta la storia del basket jugoslavo. La scuola, il carpe diem, il viaggio alla confluenza della Sava col Danubio, quella voglia di rendere tutto straordinario che aveva quella generazione che per noi a Nikolic e Zeravica, ma anche Nebojsa Popovic, Ivkovic, Obradovic e compagnia cantante guidata dall’avvocato Novosel e protetta da Cosic. Belgrado sarà la sede della finale di Eurolega fra venerdì e domenica. Ci mancava una rivisitazione del basket come era e come vorremmo che fosse adesso che all’Argentario fanno un museo del Caravaggio senza un'opera del magnifico tenebroso. Saranno i tempi. Uno ci investe urlando che Doncic, meraviglia slovena del Real, non è proprio parente della grandezza di un Kukoc alla stessa età come potrebbe testimoniare il conte Faina dopo il mondiale valtellinese quando Divac sembrava Houdini.

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Terza pagina / Onesti e Zauli: i due nemici che inventarono il CONI

Lunedì 14 Maggio 2018

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Una pagina di storia ignota ai più, che si pone alle radici della costituzione "democratica" del nostro Comitato Olimpico.

di Gianfranco Colasante

Accanto all’uscio del suo ufficio, posto al piano nobile della ex-Accademia Fascista di Educazione Fisica, all’ex Foro Mussolini, ufficio che Giulio Onesti occupò dalla primavera 1951 all’estate 1978, figurava una scritta in caratteri corsivi: “Questa porta è aperta a tutti: la buona educazione imporrebbe di bussare prima di entrare”. Quando una sentenza del Consiglio di Stato annullò la sua ottava conferma alla presidenza del CONI, quella scritta scomparve. Rimossa da chi e per quale ordine, non è dato sapere.

Solo un aneddoto, ma non è azzardato ritenere che, assieme a quella targhetta, scompariva un modo di intendere e vivere lo sport che aveva caratterizzato in positivo gli anni del primo dopoguerra e quelli della ricostruzione. Di quegli anni l’avvocato Onesti è indubbiamente stato tra i protagonisti principali. Ma non il solo. Si potrebbe anzi dire che nel suo trentennio di potere assoluto, sia stato un direttore d’orchestra che ha suonato una sinfonia di grande successo ma che non aveva composto. Scritta invece a più mani dai pochi uomini che, al suo fianco, si impegnarono nell’opera di riscrittura, in versione democratica, di un comparto – quello sportivo – che era difficile sottrarre ai sospetti del passato, dopo che il fascismo ne aveva fatto uno dei pilastri più solidi del consenso.

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Saro' greve / Dalla Cina a Rieti, tra ricordi e novita'

Lunedì 14 Maggio 2018

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Un fine settimana incentrato sul volume biografico su Renato Funiciello, scienzato innamorato dell'atletica.

di Vanni Lòriga

“Greve est omnis divisa in partes tres”: Marcia, Renato, Filippo. Nel corso di poco più di una settimana abbiamo vissuto importanti momenti legati a questi tre temi. Vediamo. Dalla città portuale cinese di Taigang (letteralmente significa “grande magazzino” e si trova 1200 chilometri a sud di Pechino) nel primo fine settimana di maggio sono giunti dai marciatori azzurri confortanti notizie. Nei venti chilometri a squadre argento maschile e bronzo femminile e terzo posto di Massimo Stano. È stato proprio lui la sorpresa più gradita, Non voglio esaltarmi più del lecito anche perchè la marcia italiana può vantare splendidi precedenti. Ma sarò opportuno sottolineare che l’atleta delle Fiamme Oro allenato da Patrizio Parcesepe è stato il migliore degli europei e si sa che il traguardo di quest’anno è quello “europeo” di agosto a Berlino. Bisogna aggiungere che il suo stile è molto corretto.

Bologna 1967: Renato Funiciello (a destra) con il "maestro" Oscar Barletta e (al centro) Mauro Mandara.

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Piste&Pedane / Il futuro dell'atletica italiana e' nel "ritorno al passato"

Venerdì 11 Maggio 2018

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Per cortesia di Trekkenfild pubblichiamo una intervista a Renato Canova. Con molti spunti per meditare.
 
di Daniele Perboni

Conosciamo Renato Canova dai tempi della rivista Atletica Leggera. Memorabili, precise e analitiche le sue osservazioni tecniche sulle varie manifestazioni mondiali, oltre alle consuete “liste mondiali” stilate sempre con estrema competenza. Poi per varie ragioni ci siamo persi di vista. La sua strada lo ha portato lontano, molto lontano. Ora vive in Kenias, a Iten, dove ha una casa dentro al Kerio View Hotel. Mediamente sugli altipiani ci sta sei mesi l’anno. Il resto del tempo lo divide fra Sestriere, Saint Moritz e altri luoghi “ameni” dove è chiamato per tenere corsi IAAF o clinics organizzati dalle varie Federazioni. Ad una nostra domanda un poco impertinente ha risposto: «Attualmente ho un contratto diretto con la Nike, come supervisore tecnico degli atleti africani che lo richiedano (con i loro management personali, naturalmente), ovviamente se con contratti Nike. Per ulteriore precisazione, non ricevo compensi dagli atleti e con la Nike ho esclusivamente un budget per le spese, in cambio della libertà decisionale».

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I sentieri di Cimbricus / Intelligenza artificiale? Preferisco quella umana

Giovedì 10 Maggio 2018

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Telefonini, tablet, computer: la vita si fa sempre più smart, il mondo sempre più easy. E si scava un solco tra le generazioni.

di Giorgio Cimbrico

“Pink is good, Runner contro il cancro”.
Sono sempre stato per una corretta uniformità e così avrei scritto: “Il rosa è buono, corriamo contro il cancro”. Oppure: “Pink is good, Runner versus Cancer o against Cancer”. Quelli che corrono, i podisti, sono stati spazzati dai runner. E stanno rischiando l’estinzione anche i corridori, intendo quelli che vanno in bicicletta. Ora ci sono i rider, quelli che fanno le gare, ma anche quelli che portano il cibo a domicilio, per cinque euro lordi.

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