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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Saro' greve / Franco Sar ovvero come si diventa campioni

Lunedì 8 Ottobre 2018

 

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Mentre Franco riposa nel sonno dei Giusti vogliamo dedicargli qualche altro ricordo attraverso i suoi progressi.


di Vanni Loriga

Ne ho molti in quanto ho avuto modo, come ho già scritto, di frequentarlo per oltre settanta anni. Tutti sanno, e lo abbiamo già detto, che è stato il più grande decatleta italiano. Occorre precisare che si è trattato soprattutto di un atleta “multiplo”, vestendo la maglia azzurra anche negli ostacoli e nel lancio del disco e primatista italiano nell’asta oltre che nel suo preferito decathlon. Altre cifre in calce. È anche doveroso ricordare che si avvicinò al decathlon per caso. L’allenatore che lo avvia all’atletica è Giuseppe Dettori.

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I sentieri di Cimbricus / Storie italiane, dall'Appendino alle Ande, ...

Giovedì 4 Ottobre 2018

 

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La candidatura no-stop dell'Italia riunifica il Lombardo-Veneto: neppure il governatore Radetzky l'avrebbe previsto.

 

di Giorgio Cimbrico

Dagli Appennini alle Ande, attraverso le Alpi: mission e vision (per non parlare della legacy …) che si sprecano per il CONI e soprattutto per l’uomo che ne regge le redini e che dall’Argentina tornerà da membro del CIO: per chi si occupa di sport, equivale a uno di quegli ordini cavallereschi che la Regina graziosamente elargisce all’inizio di ogni anno. L’ouverture è andata e ora Don Giovanni può entrar nel vivo. L’Olimpiade in terra italiana è la bella che deve finire nel “non picciol libro” delle sue conquiste e il novello cavaliere sa che ha una sola stoccata a disposizione. Per l’estate, zero speranze: 2024 Parigi, 2028 Los Angeles, 2032 Coree riunificate, 2036 … Figurarsi se Berlino non si mette in testa di celebrare il centenario dei suoi Reich Spiele. E il 2040 è obiettivamente lontanuccio.

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I sentieri di Cimbricus / L'irreversibile mutazione dello sport

Giovedì 4 Ottobre 2018

 

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"Il Kronos-Capitalismo promette soldi e li elargisce, costringe a mutazioni muscolari, impone una nuova biomeccanica".

 

di Giorgio Cimbrico

In una delle pinturas negras che Francisco Goya creò nel retiro, popolato di incubi, della Quinta del Sordo, Kronos divora i sui figli. Kronos ha l’aspetto di un vecchio pazzo, i capelli scarmigliati, gli occhi bloccati in una fissità attonita e crudele. È l’immagine che mi insegue e mi perseguita da tempo, attuale ogni giorno di più, da usare ogni volta che proviamo a parlare di sport e siamo costretti a un linguaggio da borsa, da banca d’affari, da manovre tra colossi guidati da uomini senza volto. Kronos almeno un volto ce l’ha, orribile e bestiale, ma ce l’ha.

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Piste&Pedane / L'era La Torre: ventiquattro mesi di fuoco

Mercoledì 3 Ottobre 2018

 

atletica-generica

 

Toccherà a lui raccogliere la sfida per far uscire la nostra atletica dal guado in cui si è cacciata. Compito non facile.

 

di Daniele Perboni

 

Cinquanta giorni dopo la fine dei Campionati continentali di Berlino l’atletica italiana ha trovato, finalmente, la sua nuova guida. Il “fortunato” prescelto è una vecchia conoscenza delle “Piste e Pedane”, nel senso di atletica, quella vera, quella dove si corre, si salta, si lancia e si marcia. Non ce ne vorrà, ne siamo certi, il direttore di questa “Piste&Pedane”. Insomma, per dirla con Socrate, tanto tuonò che alla fine piovve. Dopo numerosi assalti, sempre respinti con grande nonchalance, Antonio La Torre alla fine si è lasciato convincere. Sarà lui, tecnico di Ivano Brugnetti (campione olimpico della 20 km di marcia a Atene 2004 e mondiale della 50 a Siviglia 1999), il nuovo Direttore Tecnico per i prossimi due anni: 24 mesi di fuoco. Anzi solo 20 mesi, e qui usiamo le parole del nuovo “commissario”.

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Piste&Pedane / Giani e Sar, due grandi che ci hanno lasciato

Lunedì 1° Ottobre 2018

 

giani

 

Un breve ricordo di due personaggi che hanno contribuito alla grande atletica degli anni Sessanta, insieme a Tokyo 1964.

 

di GFC

 

Se ne sono andati a distanza di poche ore e di pochi chilometri l'uno dall'altro. L'uno a Varese, il biondo ed elegante velocista Ippolito Giani che tutti chiamavano "Ito" (nella foto), e l'altro a Monza, il decathleta Franco Sar. Due grandi atleti, ma soprattutto due persone di qualità, protagoniste della ricca atletica degli anni Sessanta, insuperata vetrina di un'epoca nella quale lo sport era innervato solo dal valore dei singoli e dal calore dell'ambiente. In queste occasioni, si tende ad elencare i risultati agonistici di chi ci lascia, anche se per loro sono tanti ed importanti, e vanno dai campionati nazionali fino ai Giochi Olimpici: non per nulla entrambi fecero parte della squadra d'atletica per Tokyo 1964. Quando Giani gareggiò nei 100 e Sar - che aveva otto anni di più - disputò il suo secondo decathlon olimpico, dopo i fasti di Roma '60 (nessun altro italiano ha saputo eguagliarlo).


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