Fatti&Misfatti / Nostalgia canaglia, nel timore del domani
Mercoledì 25 Marzo 2020
“In questa quaresima vorrebbero un ricordo della Forza e Coraggio nel 150° anniversario della gloriosa società, sapendo che in via Gallura, palestra, campo, pista, abbiamo passato una vita. Fintamente gloriosa, artatamente fantasiosa.”
Oscar Eleni
Sotto un tiglio a 180 metri da casa, in piazza Po, Milano non più da bere, ascoltando le voci di chi sgrida se in questa prigione non te la senti di scrivere, figurarsi se c’è tempo per andare dietro a quelli del basket che litigano anche nelle videoconferenze sapendo tutti che la stagione è finita ed è venuto il tempo di farsi un bell’esamino nella coscienza vuota, guardando tristemente al domani in bancarotta, con un Paese in ginocchio anche se tutti fingono che sia unito almeno adesso. Ma dove? Li sentite i corvi nell’arena?
I sentieri di Cimbricus / E se riscoprissimo la cultura?
Mercoledì 25 Marzo 2020
Forse è solo una illusione di vecchi sognatori: ma vogliamo continuare a credere che Tokyo 2021 vada oltre un semplice spostamento di date. Che significhi l'avvio di un recupero di valori e, perchè no, di etica. Che lo sport torni ad essere lo Sport.
Giorgio Cimbrico
Di fronte al responsabile assedio delle federazioni internazionali – in primis, l’atletica – e di alcuni comitati olimpici che non potevano più sopportare l’atteggiamento della casa madre, e cogliendo al balzo la resa di Shinzo Abe, il CIO ha evitato un mese di vuote chiacchiere e in tempi contratti ha benedetto la decisione del governo giapponese. “Se l’hanno detto loro, noi cosa potevamo fare?”.
Cinque Cerchi / Tutto da rifare: ne riparliamo il prossimo anno
Martedì 24 Marzo 2020
Una scelta obbligata e sofferta quella presa da Thomas Bach e da Abe Shinzo: i Giochi di Tokyo vengono rinviati al 2021. Mai accaduto prima. Ma anche uno tsunami per i calendari internazionali.
Gianfranco Colasante
Alla fine, gli ultimi due soldati giapponesi ancora in guerra hanno deciso di deporre le armi, convinti se non battuti dall’offensiva che pare inarrestabile del Coronavirus. Così oggi, all’ora di pranzo, il presidente del CIO Thomas Bach e il premier giapponese Abe Shinzo hanno comunicato al mondo d’aver – di comune accordo – stabilito il rinvio al 2021 dei Giochi della XXXII Olimpiade. Quanto alle date, saranno da stabilire nel dettaglio ma viene precisato che non si andrà oltre l’estate (quindi con una ragionevole possibilità di mantenere gli stessi giorni previsti per quest’anno: 24 luglio/9 agosto). Una decisione che era nell’aria e che in qualche maniera era stata adombrata già nel comunicato del CIO di due giorni fa che esaminava le diverse possibilità, “including the scenario of postponement”.
I sentieri di Cimbricus / Che ne facciamo di questa Olimpiade?
Martedì 24 Marzo 2020
"In giorni di desertificazione dello sport, di scomparsa di una dimensione, l'appuntamento rimane un simbolo anche se trasformato in un gigantesco affare per la sua portata finanziaria".
Giorgio Cimbrico
“Veder scendere il livello, perdere l’integrità, vivere nell’angoscia: non lo vogliono gli atleti, non lo vuole il nostro mondo”: Sebastian Coe invia a Thomas Bach una lettera breve, così eloquente da provocare scosse nel castello di Vidy. Se chi guida l’atletica passa dalle parole più o meno mimetizzate – “nessuno sta dicendo che dobbiamo andare a Tokyo per forza” – alla proposta di rinvio, se sta consultando le sue aree continentali per ottenere una scontata adesione, è il caso di ammettere che qualcosa deve esser rivisto, ma non a giugno – allegra e disinvolta data di scadenza – ma prima, molto prima, a fine aprile.
Duribanchi / Un ricordo che spero risulti delicato
Martedì 24 Marzo 2020
“Non parlerò invece dei gattopardi del palazzo calcistico: saranno rinviate le Olimpiadi, ma loro ti spiegano che il campionato deve finire. E che lo scudetto deve essere assegnato.”
Andrea Bosco
Parlare di chi? Scrivere cosa? Di solito qui si parla (qualche volta bene, qualche volta male, qualche volta elogiando, qualche volta criticando) di gente con nobili lombi. Ma oggi gli uomini e le donne che tutti dovremmo celebrare sono le migliaia di sconosciuti che da settimane si affannano in condizioni disperate, spesso impotenti, a cercare di salvare vite. I medici, gli infermieri, i paramedici. E gli scienziati che febbrilmente cercano un vaccino che possa sbarrare la strada al nemico spietato che ci sta decimando. Sono loro, dei quali non conosciamo i nomi, quelli da sostenere: anche economicamente. Quelli in servizio attivo. I pensionati che sono “rientrati”. I neolaureati spediti al “fronte”. Loro sono da ammirare e da ringraziare. Sono la nostra ultima frontiera, la nostra speranza. Nonostante i coglioni che ancora violano le norme di sicurezza: uscendo, correndo, festeggiando, assembrandosi.
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