Piste&Pedane / Tortu si, Tortu no: stagione olimpica in salita?
Martedì 7 Luglio 2020
Prudente partenza col freno a mano tirato o qualcosa di più, da analizzare e rivedere? Ma qualche domanda pare lecito porsela. Nel timore che l’esposizione mediatica (eccessiva?) finisca per offuscare il valore tecnico.
Daniele Perboni
Premessa, doverosa. A) il sottoscritto non ha nulla “contro” il divin piè veloce Pippo; B) il vostro cronista si premura di farvi sapere che non gioisce per il passo falso occorso (al divino) in quel di Rieti; C) la speranza nostra, come di tutti presumiamo, è che l’osannato, amato, prediletto giovin signore dello sprint nostrano sappia riscattarsi e ritornare a risultati cronometrici degni di tanta fama. Punto a capo. Alla luce di quanto scritto poc’anzi ci premuriamo di avvisarvi che quanto troverete nel prosieguo della scrittura non è una critica all’operato del clan Tortu (anche se non condividiamo appieno il dettato tecnico agonistico elaborato dal papà-allenatore), ma trattasi di considerazioni originate dopo, appunto, la poca consistenza tecnica scaturita alla “prima” agonistica. Ricordiamo: 10”28/+0,7 in batteria e 10”31/-0,1 in finale circa un’ora più tardi.
Fatti&Misfatti / Cercasi visionari, disperatamente
Lunedì 6 Luglio 2020
“Non potevamo uscire migliori da una crisi non risolta se adesso dobbiamo strapparci la giacchetta lisa per aver ricevuto il due di picche da un governo che non crede agli sponsorizzatori virtuosi da calamitare con il credito d’imposta.”
Oscar Eleni
Sul ponte sacro dei pazzi inguaribili, passaggio laccato color vermiglio, cercando un visionario per ritrovare almeno la speranza adesso che ci ha lasciato un genio musicale come Ennio Morricone non solo leoniano, con le sue fruste, campane, martelli per buoni, brutti e cattivi. Toc toc, ma nessuno risponde. Lo sport, come la politica dei mezzi affari, non risponde. Anche nei giochi chiamano i Colao, ma poi li lasciano ai margini della strada come potrebbero dirvi Sacchi, Tanjevic, Berruto, La Torre, speriamo non Velasco, ma il volley non tradisce i visionari che sanno cosa dicono e cosa vogliono.
I sentieri di Cimbricus / In questo mondo senza memoria (e cultura)
Domenica 5 Luglio 2020
Intervenire sul corso della storia, deviando, censurando, omettendo, può riportare a tempi bui o condurre drammaticamente a un presente stupido, vano, vuoto.
Giorgio Cimbrico
Ogni tanto anche a me vengono buone idee, discrete immagini. Di solito, capita in un lampo. Questa ha anche un nome, un titolo, fate voi: la storia e i castori. Estendendola, potrebbe suonare così: come una numerosa e sempre più impegnata famiglia di castori sta tentando di deviare il corso della storia, che è stata giustamente accostata a un largo e non placido fiume. Cominciamo da casa nostra, il mondo dello sport olimpico. L’atletica vive di singolari e inaspettati Messia. Erano o sono puliti? Il giornalismo cosiddetto d’inchiesta si è rivolto spesso gli archivi, alla ricerca di clamorosi scoop a miccia molto lunga.
Duribanchi / C'e' ancora qualcosa in cui sperare?
Giovedì 2 Luglio 2020
Storie e controstorie del Bel Paese. Ha scritto, tra l’altro, Flaiano: “Essere pessimisti circa le cose del mondo e la vita, in generale è un pleonasmo: ossia, anticipare quello che accadrà”. Può aiutare.
Andrea Bosco
Sono stato a lungo un ottimista: mi sono arreso. Non lo dico perché mi è toccato di vivere, per fortuna non in prima persona, la pandemia Covid-19. Tutto si supera: anche il dolore. Vai alla domenica mattina in Cordusio (dove da anni gli espositori risaldano la tua passione per i libri, i bozzetti, gli oggetti vintage di quando eri bambino) e ti raccontano che Aldo è morto. Aldo: dal quale avevi trovato una copia del “Lodo Colombo” che fu direttore della Gazzetta dello Sport in un calcio che ancora balbettava.
I sentieri di Cimbricus / Il boscaiolo che pianto' l'albero dello sci italiano
Martedì 30 Giugno 2020
Cade oggi il centesimo anniversario di Zeno Colò: un toscano di montagna, uomo semplice, taciturno, deciso, un terribile agonista, un pioniere. Riproponiamo per i nostri lettori questo articolo apparso ieri sul Secolo XIX.
Giorgio Cimbrico
È il tenente Massimo Gagnoli a convincerli: “Ragazzi, ai tedeschi non voglio arrendermi ma ho idea che tentar di resistere sarebbe un suicidio. Se mi date retta, una soluzione c’è: andiamo in Svizzera”. E così, dopo l’8 settembre 1943, nel clima di generale sfascio, una pattuglia di alpini del Nucleo sci veloci lascia Aosta, si avvia verso il confine, lo passa, viene internata a Visp e dopo qualche tempo, con l’aiuto di un nobile ungherese, il barone Hugo de Rain, raggiunge Murren, Oberland bernese, molto amata da un giovane Ernest Hemingway che la cita in “Addio alle armi” e in “Festa mobile”. Qualche mese dopo gli alpini spadroneggiano nelle gare organizzate alla meglio: Smeterlink è Roberto Lacedelli, Donner (tuono) è Silvio Alverà, Blitz (lampo), il più forte di tutti, è Zeno Colò.
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