I sentieri di Cimbricus / Tutto il virtuale ed anche oltre
Attenti a quel che sta avvenendo, una realtà molto virtuale e molto playmobil, un mondo asettico, senza pericoli di contagio, senza profumi o puzze: senza passione.
Giorgio Cimbrico
Chissà perché dicono: “E’ una fake news”. Se è una, è una fake new. Va bene, non sottilizziamo. Una volta dicevamo e scrivevamo una notizia falsa, non vera, una palla, una menzogna. Devo dire che ne giravano molte meno. L’attenzione doveva essere desta il 1° aprile: certi fishmakers erano bravissimi, convincenti. Vi è piaciuto fishmakers? Altra categoria tenuta in grande considerazione dai media è lo “strano ma vero. Per l’etichetta dobbiamo esser grati per sempre al grand uff cav Sisinni, per lunghi anni direttore e amministratore (CEO, insomma) della Settimana Enigmistica.
Fatti&Misfatti / Se alla prepotenza s'oppone l'incompetenza
Lunedì 13 Luglio 2020
“ … che cada Malagò insieme ai tanti filistei che non si erano accorti della invasione a Palazzo Acca, dei molti che criticavano il bell’uomo dell’Aniene per aver detto ahi quando quelli di Sport & Salute se ne sono andati col malloppo, …”
Oscar Eleni
Da una capanna nella foresta pluviale del parco Olympic, stato di Washington, vicino a Seattle, dove un giorno Laurell D’Antoni, la grande compagna di Mike, mito Olimpia, allenatore oggi a Houston, liberò i disperati inviati per un giochi senza frontiere sportivo inventato dai politici, facendoli addormentare sotto abeti di oltre 90 metri. Era una delle nostre tre vite: pubblica, segreta, privata. Nella foresta portando un libro profetico dello scozzese John Niven, il divertente “La lista degli stronzi”, una storia che vorremmo fosse vera, anche se lui prevede che nel 2026 a guidare gli Stati Uniti ci sarà Ivanka, la figlia di Trump che, per il protagonista del libro, deciso a far fuori tutti quelli che lo hanno rovinato, ha messo Donald mister arancio al primo posto nella lista dei delenda cartago.
I sentieri di Cimbricus / Nuove frontiere e nuove bandiere
Venerdì 10 Luglio 2020
In un mondo globalizzato, i confini si fanno sempre più labili: più che altro ridotti ad entità geografiche. Tanto che nello sport, nell’atletica in particolare, i passaporti stanno diventando variabili occasionali.
Giorgio Cimbrico
Il mercato dell’atletica si è sviluppato su poche direttrici. Una è quella che ha portato un rilevante numero di kenyani, etiopi e nigeriani a gareggiare per il Qatar, il Bahrain e gli Emirati Arabi con indubbi vantaggi economici per gli atleti e le atlete e per i paesi cedenti. Sarebbe il caso di notare che tre acquisizioni del Bahrain – la siepista Jebet, la maratoneta Kirwa e la quattrocentista Adekoya – sono state pesantemente punte per positività al doping e che Salwa Naser (che non fa parte della campagna acquisti avendo un padre cittadino di quell’emirato) è stata fermata per aver saltato quattro controlli a sorpresa, ma tutto questo fa parte di un altro filone molto in vitro.
I sentieri di Cimbricus / Ceneri che non finiranno nella polvere
Martedì 7 Luglio 2020
“Se rimangono tracce dell’Impero, è patrimonio del cricket, ancestrale passatempo per chi, dopo il lavoro nei campi, si ritrovava con gli amici e con un mazza piatta che serviva per battere il grano o il lino provava a centrare una palla piuttosto dura.”
Giorgio Cimbrico
Dal momento che qualcuno o molti o troppi si stanno divertendo a smontare la storia, io mi diletto a comportarmi come quando ero bambino, e così vado a prendere uno dei giochi che mi hanno regalato a Natale e che ho tenuto nella sua scatola (non è un’immagine inventata, non è un espediente letterario: adoro le scatole) e ne estraggo parte del contenuto. Bellissimo. Roba per amici veri e fidati. Naturalmente devo spiegare la ragione della mia decisione, della mia scelta: un fatto piuttosto recente di cronaca che nei giornali e nei siti britannici ha occupato vasto spazio (qui, nulla), la morte di sir Everton Weekes, Ordine Cavalleresco di san Michele e di San Giorgio, Ordine dell’Impero Britannico.
Duribanchi / C’era una volta ... la musica dal vivo
Martedì 7 Luglio 2020
La musica di Ennio Morricone è la nostra musica, italiana e insieme universale. Musica che identifica la scena di un film, più della stessa scena, un sipario che si alza su un mondo, segnando l’immaginifico musicale nazionale.
Andrea Bosco
Lui aveva il “dono”. Come quei cestisti che non hanno bisogno di “vedere” il canestro per segnare e gli basta “sentirlo”. Ennio Morricone aveva il dono della musica. Ho avuto modo di conoscerlo e di intervistarlo, durante i miei anni di lavoro alla RAI. Se n'è andato a 91 anni dopo una caduta. Sarebbe complicato raccontare per intero Ennio Morricone. Premi, successi, in Italia e negli Stati Uniti. Nella strada delle celebrità ad Hollywood c'è anche la sua stella: è la duemilacinquecento e rotti. Le sue musiche nei film. Che Ennio detestava sentir definire “colonne sonore”. Il suo sodalizio con Sergio Leone che prima faceva comporre le musiche e poi (stupendo Henry Fonda) girava le scene con i ritmi di Morricone in sottofondo. Le star di Hollywood erano abituate a Tiomkin le cui “colonne” venivano mixate alla pellicola in post-produzione a film concluso.
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