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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Deiezioni confuse col risotto

Lunedì 22 Gennaio 2024

 

tiroallafune 


Sarà per questo che si va volentieri verso gli Emirati per regalare premi suntuosi, assegnare coppe italiane. Se le tribune sono mezze vuote, come nelle semifinali che hanno bocciato Fiorentina e Lazio, ci si gode il clima e i premi.

Oscar Eleni

Alla guerra per l’acqua che tormenta Gualdo Tadino mentre sotto il monte Penna la federazione degli sport tradizionali (FIGES) sceglie questa bella parte dell’Umbria come capitale per il tiro alla fune. Sport duro, leale, dove non si confondono le deiezioni al tofu con il risotto come sembra succedere in quasi tutti gli angoli dello sport all’italiana. Schiaffi, pugni, pietre, cori razzisti e nessuna luce, soltanto retorica. Indignazione di un giorno, un ‘ora, poi tutti a cena.

Sarà per questo che si va volentieri verso gli Emirati per regalare premi suntuosi, assegnare coppe italiane. Se le tribune sono mezze vuote, come nelle semifinali della super-calcistica che ha bocciato Fiorentina e Lazio, ci si gode il clima e i premi. Se ci sarà pienone non dovrebbe esserci posto per chi domina le curve negli stadi cloaca e nei palazzetti nazionali dove si spaccia, tutto è in vendita, tutto è confuso. Più o meo come quando il ministro dello sport fa incontrare Malagò e il CONI con Sport e Salute per la divisione del malloppo da distribuire alle federazioni più o meno virtuose come direbbero a Gualdo Tadino i dirigenti degli Sport Tradizionali da difendere.

Quindi non lo sputo libero, la caccia all’arbitro, il pestaggio dei bambini ospiti, l’insulto puntando sulla razza e la religione diversa. Aria fritta sul concetto che le bestie ululanti con sono razziste, ma soltanto stupide. Certo che bisognerebbe intervenire, ma se il portiere del Milan va dall’arbitro, dopo aver sopportato i berci alla friulana che indignano, giustamente, i grandi friulani dello sport, ecco che gli avversari chiedono subito l’espulsione del francese. Siamo allagati dal fiume dell’ignoranza e vedrete la comica per questa pista per bob e slittino che servirebbe per le Olimpiadi invernali assegnate a Milano e Cortina. Purtroppo rischia di non essere l’unica cosa che rovinerà il panettone milanese e il sogno ampezzano.

Battendo i denti e non soltanto per il freddo, chiedendo alle ossa di fingersi almeno capaci di sostenere qualsiasi fuoco eccoci sballottati nel basket che confonde più di altri le deiezioni col risotto se è vero che l’Armani dei cento peccati a Valencia viene subito applaudita dopo aver strapazzato Pesaro che Sacchetti dovrebbe salvare non soltanto con il sorriso. Infatti dopo il bagno casalingo con mezza Olimpia, senza il nuovo acquisto inutile, un esterno quando serviva peso e sostanza sotto canestro come consigliato con splendida ironia dalla Bologna che ringrazia il presidente allenatore con lo stile di Giorgio Bonaga. Il basket visto così bene da chi lo dirige, ci mancherebbe, e da chi cerca di risvegliare un mondo dove sembra che l’aumento di pubblico nasconda la mediocrità del gioco e delle scelte.

Siamo già alla guerra dei bottoni per rendere ancora più difficile il ritorno di Pozzecco al regno dell’Italpetrucci. Il terrore del preolimpico allontana l’idea di un Italia costruita per il futuro e visto come vanno le cose in Europa e nel campionato è più che logico chiedere al Poz di scegliere i migliori, pazienza se sono avanti con gli anni, se vengono da stagioni passate in tribuna. Sarebbe molto intelligente cercare un dialogo con Hackett e Belinelli perché nel loro ruolo sono sicuramente i migliori. Su Gallinari vedremo come finirà il suo viaggio NBA dopo le amarezze bostoniane, la troppa tribuna a Washington, l’atterraggio non proprio morbido a Detroit nella squadra peggiore nel dorato mondo dei Lebron James e dei Doncic.

Certo che si deve dare fiducia ai giovani, ma, come sanno tutti, in ogni squadra sono quasi tutti servi di scena più che protagonisti. Argomento che irrita la Lega, che tiene sul vago il consiglio federale, proposta che viene considerata ribellione con punizioni minacciate, sanzioni di vario grado. In molti fanno fatica a considerare italiano un campionato dove chi è cresciuto in questa scuola gioca il minimo, ma nella comica dell’elogio a prescindere ecco che il minuto concesso a Caruso da Messina sul campo di Pesaro viene offerto alla platea come il sano utilizzo di tutti e 12 gli uomini a referto.

Italiani decisivi nelle partite della prima di ritorno non ne troviamo anche se il Denegri di Cremona ci ha provato, se a Brescia si sono presi il primo posto solitario in classifica anche grazie a Nicola Akele, bel talento nato a Treviso, se Belinelli ha fatto il matador nella casa di Varese.

Pagelle al cesto aspettando che faccia un po’ più caldo in zona play off e in quella per non retrocedere.

• 10 Ad HACKETT e POLONARA per il fuoco che avevano dentro nella partita che si stava complicando contro il Villeurbanne.

• 9 Al WILLIS di PISTOIA che rimonta Scafati e tiene il gioiello di Brienza nella cassaforte del campionato dove si discuterà di coppa Italia e anche di scudetto.

• 8 A MAGRO che si gode il primo posto solitario in classifica con questa Brescia che può pensare in grande anche oltre le finali di Torino a febbraio.

• 7 A DE RAFFAELE che con il brigantino di Tortona ha speronato una Venezia dalle percentuali al nero di seppia, cominciando da Spissu. Da livornese stregato in Laguna non parlerà di vendetta sulla sua Reyer a cui ha dato scudetti, ma soltanto di gioia per aver ritrovato quello che la fortuna, al momento, sembra negare a Spahjia, se davvero Kebengele non recupererà tanto presto.

• 6 A REGGIO EMILIA e CREMONA per aver reso almeno incerta una delle tre sfide televisive anche se la scelta delle dirette, cioè oltre il giardino di DAZN, lascia sempre un po’ perplessi.

• 5 Alle processioni per rivedere quello che arbitri appena decenti dovrebbero aver visto, alla comica richieste di revisione in partite dove magari mancano tre minuti e una squadra è già a più 20. Attenti al lupo perché le troppe interruzioni danzando al video video, da parte dei giocatori, degli allenatori, degli arbitri scatenerà presto battibecchi ben più infuocati di quello fra Ulaneo e Banchi a Varese.

• 4 A TRENTO sfinita ed irriconoscibile da un po’ di giornate. Dispiace per GALBIATI, ma anche lui, adesso, deve farsi un esame e capire.

• 3 A BRINDISI per non aver approfittato della giornata balorda di Napoli che alla fine si è salvata con una tabellata da tre di PULLEN.

• 2 A SASSARI che sembrava risanata ed invece resta un’amica di giaguari che la stanno trascinando nel calderone della retrocessione.

• 1 All’ARMANI di Valencia che ha buttato via una partita che aveva in mano. Le lungo degenze degli infortunati, la scelta di un altro esterno lasciano perplessi e Bologna, questa volta, come dice BONAGA su Basket Vision, dovrà ringraziare il MESSINA che di solito beceramente insulta dimenticando che Ettorre è stato il vero re Mida per le Vu nere.

• 0 Alle genuflessioni per il TIRO DA TRE. Giocatori che ne combinano di ogni tipo pretendono l’applauso per un tiro andato bene, squadre che se la danno in faccia escono dal gorgo con una serie preparata nello stucco del blocco e rollaggio. Noi crediamo ancora che vadano premiate le squadre dove si cerca di giocare almeno in quattro se non in cinque, dove vedi sacrificio in difesa e il progresso del giocatore che vuol dire lavoro in palestra e non alla video lettura sui difetti degli avversari. Utile certo studiare i nemici, ma più utile sudare per non sbagliare tiri da sotto.

 

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