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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Fantasie di poeti, immagini di vecchi

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Lunedì 4 Dicembre 2023

 

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Lo sport vive sempre più in un’altra dimensione che non connette con la vita comune, con i tifosi che ancora acclamano i loro idoli, i loro modelli, sempre più distanti, sempre più astratti, sempre più finti, sempre più ricchi.

Giorgio Cimbrico

Il mondo è esploso e meno male che qualcuno se n’è accorto. Una è la sindaco di Parigi Anne Hidalgo che ha staccato gli ormeggi da Twitter, ora X, dicendo che quel social turba la democrazia. O semplicemente la verità. Tutti possono dire quel che passa loro per la testa, influenzare gli influenzabili, raccontare il falso che diventa vero.

A mezzo di messaggi, di comunicazioni che volano rapide, i giocatori che hanno vinto questa Davis nuovo formato, non paragonabile a quella che ha segnato un lungo cammino nella storia dello sport classico, hanno declinato l’invito del presidente Sergio Mattarella al Quirinale. “Qualcuno sarà alle Maldive”, Sinner scripsit. Ci sono le vacanze e c’è da preparare l’Australian Open. Ma se troveranno un momento, un salto lo faranno, garantito.

La domanda è: è necessario che vadano, è necessario che vengano invitati? Cosa hanno a che fare con le istituzioni loro, professionisti con una vita scandita da impegni che si sovrappongono senza sosta?Lo sport vive sempre più in un’altra dimensione che non connette con la vita comune, con i tifosi che ancora acclamano i loro idoli, i loro modelli, sempre più distanti, sempre più astratti, sempre più finti, sempre più ricchi.

C’è una magnifica frase del vecchio Matt Busby che il Manchester United ha onorato con una statua davanti a Old Trafford: “Vedete di giocare bene, di farli divertire, perché sono loro che vi danno lo stipendio”. Perché era proprio quel che accadeva in uno sport professionistico: lo stipendio veniva da quanto veniva incassato ai botteghini.

Ora che il mondo è esploso in un capitalismo ormai senza freni, senza remore, senza vergogna, un vecchio Cristian Ronaldo può guadagnare 200 milioni giocando nell’Arabia Saudita che si è comprata Fury contro Usyk per la riunificazione del titolo mondiale dei pesi massimi. Nasce la nostalgia pe le pacchianate di Las Vegas, ormai degne di un bric-a-brac di quartiere.

La realtà è diventata qualcosa di inafferrabile, a meno di non essersi convertiti a questa nuova religione che onora il Black Friday, le offerte e le super offerte, il magnifico SUV a rate a 275 euro mensili, che raccomanda e comanda rimedi per ogni tipo di malanno più o meno passeggero, più o meno grave. Il raffreddore che è la porta d’ingresso al Covid, le feci dure, le feci troppo morbide, l’emicrania, l’acido nello stomaco, le perdite vaginali o la secchezza della vagina medesima, i disturbi della prostata, il ritrarsi delle gengive, il prurito delle emorroidi, la sordità vinta con un minuscolo e invisibile apparecchio.

Lo sport fa parte di questo mondo apparente, effimero, martellante, storico a ogni stormir di foglia. Chissà se qualcuno si ricorderà, tra sei mesi, del 70° anniversario dell’impresa di Roger Bannister, il primo uomo a correre il miglio in meno di quattro minuti. Fantasie di poeti, immagini di vecchi, diceva don Alfonso in Così fan tutte.  

 

 

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