Piste&Pedane / C'eravamo tanti amati, ... ma tutto finisce
Venerdì 13 Ottobre 2023
Motivo conduttore di questo autunno sono i cambiamenti di allenatore, di ambiente, di motivazioni di non pochi atleti di vertice. Tutto in linea con stimoli ed opportunità ad una decina di mesi dai Giochi di Parigi? E la Federazione?
Daniele Perboni
Una sorta di frenesia, effervescenza, ricerca di un mondo migliore, chiamatela come vi pare, sta attraversando le vene dell’atletica azzurra dopo i Mondiali di Budapest. Il brivido più evidente è arrivato con il divorzio di Marcell Lamont Jacobs (Fiamme Oro) da Paolo Camossi, il deus ex machina che ha plasmato il ragazzo di Desenzano del Garda. Dopo l’addio del campione, la frana ha travolto altri primi attori del nostro movimento.
Elena Vallortigara (Carabinieri) se ne è andata in quel di Formia per farsi seguire dalla primatista italiana dell’alto Antonietta Di Martino, rompendo il binomio con il senese Stefano Giardi; Antonella Palmisano (Fiamme Gialle) ha abbandonato il mitico Patrick Parcesepe per accasarsi, tecnicamente, con il marito Lorenzo Dessi; Roberta Bruni (Carabinieri) ha preso la via iberica (Pamplona) per iniziare una nuova avventura con Alexandre Navas Paez, il tecnico che in anni recenti aveva già allenato, a Cuba, Sonia Malavisi.
Ultimo in ordine di tempo è arrivato Iliass Aouani (Fiamme Azzurre), primatista italiano dei 42 km (2h07’16”, Barcellona, 19 Marzo ‘23). Il maratoneta ha lasciato Massimo Magnani per seguire i dettami di Giuseppe Giambrone, factotum del Tuscany Camp, una sorta di villaggio globale, sulle colline senesi, dove si allenano e si sono allenati grandi campioni della corsa di lunga lena. Un progetto, quello del Tuscany, di cui tutti ne magnificano la qualità e, soprattutto, quel Giambrone che pare un tecnico capace di estrarre dagli atleti il massimo dell’energia, delle qualità e della vitalità. Staremo a vedere.
Per quanto ci riguarda questi cambi tecnici non ci hanno minimamente disorientati. Come abbiamo già avuto modo di scrivere, semplicemente succede che un binomio possa interrompersi per i più svariati motivi. Ci si dice addio e si riparte. Punto e a capo.
Però, … qualcosa ci ha lasciato una sorta di amaro in bocca. Gli atleti soprannominati vestono tutti maglie di squadre militari. Conseguenza di ciò percepiscono uno stipendio statale, oltre che borse di studio (chiamiamole così per una migliore comprensione) da parte della FIDAL stessa. E ci mancherebbe. Fanno parte del gruppo élite, quello che nelle grandi manifestazioni dovrebbe portare sugli altari la maglia della nazionale. Inutile nasconderselo: per primeggiare un/una atleta deve essere messo/a nelle migliori condizioni possibili per raggiungere determinati risultati. In sostanza, anche questo contesto non ha nulla di anomalo e di straordinario.
Di inconsueto, almeno a nostro parere, è l’eccezionalità del “trasferimento”, armi, bagagli, famiglia, fisioterapista e maggiordomo, di Jacobs oltre oceano. La terra promessa scelta è la Florida, nel gruppo guidato da Rana Reider, uno dei tanti guru che periodicamente furoreggiano negli Stati Uniti, sino allo scorso anno piuttosto chiacchierato per certi comportamenti fuori dell’ordinario. Ma, ancora una volta, non è questo ciò che ci interessa. Il punto è che il campione olimpico se ne è andato alla ricerca di nuovi stimoli (come gli altri naturalmente) pur rappresentando un vero e proprio punto di riferimento e un patrimonio per l’intero movimento italiano.
Si è sempre accennato a come dopo la sua vittoria olimpica l’atletismo nazionale abbia compiuto un notevole balzo in avanti. Vero o falso, sta di fatto che da un paio di settimane non sarà più così. Non ce ne voglia Roberta Bruni, ma fra lei e Marcell per quanto riguarda la divulgazione dell’atletica, esiste un oceano.
Già in due momenti pubblici si è notato e si noterà l’assenza di Jacobs. A Caorle, in occasione dei campionati italiani U-16, ad aprire le danze è stato “Gimbo” Tamberi, applauditissimo, mentre al prossimo Festival dello Sport di Trento, organizzato dalla Gazzetta dello Sport, il “nostro” non sarà presente. Unico fra la decina di atleti partecipanti ai Mondiali di Budapest.
Il punto è che ormai l’azienda Jacobs ha travalicato i confini nazionali e, fatturando milioni di dollari, non può più sottostare alle normali leggi di mercato. Comanda lo sponsor e se questi sborsa il doppio o il triplo di quanto è in grado di fare la Federazione non ci sono …, mettete qui la parola che più vi aggrada.
Forse l’unico in grado di controllare questo fenomeno potrebbe essere il comandante della società militare a cui appartiene l’atleta (nel caso di Jacobs, Sergio Baldo, tra l’altro vice presidente vicario FIDAL). Diciamo potrebbe, in quanto non abbiamo la conoscenza approfondita delle regole che guidano determinati rapporti atleta/società. Per farla breve, oltre ai denari degli sponsor gli atleti “in divisa” portano a casa anche un millesimo delle nostre tasse senza poi offrire nulla in cambio.
Così va il mondo oggi, afferma chi è abbastanza addentro a queste problematiche, mente altri sostengono che, comunque, si tratta di una grande pubblicità per la società di appartenenza dell’atleta. Boiata pazzesca! Le Fiamme Oro, il gruppo sportivo della Polizia di Stato scambiato per uno yogurt o un paio di mutande. Alzi la mano chi ha mai sentito nominare le Fiamme Oro nelle decine di articoli o servizi televisivi al riguardo. Nulla di nulla. Si parla solo di Jacobs, punto.
Una soluzione ci sarebbe. Che il ragazzo dia le dimissioni dal gruppo sportivo. A quel punto sarebbe un libero cittadino senza alcun vincolo verso chicchessia, se non assoggettato alle regole della Federazione di appartenenza. Strada che, ne siamo certi, non verrà percorsa.
Concludiamo ponendo l’accento su un altro punto riguardante i vari mutamenti di allenatori. In un caso, quello del maratoneta Aouani, più che un cambio per motivi tecnici ci sembra un “caso” politico. Massimo Magnani nell’ultima campagna elettorale ha fortemente sostenuto Saverio Gellini, poi non presentatosi alla partenza della corsa presidenziale per la mancata raccolta del numero sufficiente di firme per presentare la candidatura. Da allora Gellini, ex ostacolista di vaglia nazionale, non ha abbandonato i sogni. Anzi, è più attivo che mai sui social. È chiaro che in caso di nuovo sostegno alle legittime ambizioni di Gellini l’ex maratoneta di Ferrara, oltre che ex Commissario Tecnico della FIDAL, potrebbe trovarsi in difficoltà. E chi potrebbe negare un altro tentativo di guidare la squadra azzurra, in caso di vittoria della cordata Gellini o di quella sostenuta dall’attuale opposizione? Da qui il passo verso Giambrone.
Speculazioni filosofiche strampalate? Fra poco più di un anno sapremo. Il tempo, com’è noto, corre veloce.
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