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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
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I sentieri di Cimbricus / Adidas e Nike accorciano la maratona

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Lunedì 9 Ottobre 2023

 

kiptum-23 


Tigist Assefa, ha corso i 42 chilometri in 2h11’53”, quaranta secondi più veloci dell’oro olimpico “maschile” del 1996. Kelvin Kiptum ha privato Eliud Kipchoge del record del mondo e ha avvicinato di 35” – un paio di centinaia di metri – le due ore.

Giorgio Cimbrico

Per il 2024 gli organizzatori delle grandi maratone – ormai simili a impresari teatrali che governano palcoscenici importanti – sono al lavoro. Riuscire a proporre a Londra o a Berlino Hassan contro Assefa o Kiptum contro Kipchoge equivarrebbe ad un allestimento di qualità siderale al Covent Garden o alla Deutsche Oper.

Solo che di mezzo ci sono le Olimpiadi, sulla rotta per e da Versailles, in onore di quelle coraggiose donne che dopo il 14 luglio marciarono sulla reggia per far capire alle loro maestà che il clima era cambiato. Parigi olimpica – e la gloria che ne consegue – val bene la rinuncia a gonfiare il conto in banca?


Riflessioni e fanta-anticipazioni in fondo ai 14 giorni che hanno sconvolto la maratona: una donna, Tigist Assefa, ha corso i 42 chilometri – o le 26 miglia –in 2h11’53”, quaranta secondi abbondanti più velocemente del tempo che fruttò a Josia Thugwane l’oro olimpico nel 1996 ad Atlanta, con gran gioia di Nelson Mandela. Il flashback, una volta tanto, non riporta a Bikila, ma a tempi assai più recenti.


Kelvin Kiptum ha privato Eliud Kipchoge del record del mondo e in 2h00’35” ha avvicinato – questione di un paio di centinaia di metri … – l’impresa di scendere sotto le due ore, barriera superata dal grande Eliud al Prater viennese in un “esperimento” non ufficiale, con una legione di lepri impegnate a mantenere un ritmo alto e uniforme. Una prima esplorazione, non per caso era un 12 ottobre.

Più che di Assefa e di Kiptum oggi si parla di scarpe, nell’ennesima conflitto a distanza tra Adidas e Nike che hanno impiegato molti soldi in ricerca estrema, creando delle strane, leggerissime e costose calzature che, dicono gli esperti, fanno guadagnare tre minuti e potrebbero anche essere monouso: dopo 42 chilometri, buone solo per essere esposte o conservate come souvenir. Solette di carbonio, schiuma sotto i talloni, peso trascurabile (138 grammi per le Adidas), per mettersi ai piedi le alette di Mercurio, dio dei commercianti e dei ladri, e allontanare il tormento dell’acido lattico. Le Adidas costano 500 euro, le Nike, in vendita dal 1° gennaio, ancora non si sa. Non è il caso di scommettere che molti “tapascioni” si metteranno in coda per comprarle. Aveva torto Calderon: il mondo non è sogno, è solo un affare. Ormai è così.

Sono bastati pochi anni perché certi parametri saltassero per aria: chi oggi corre in2h07’ (uomo) o 2h20” (donna) deve rassegnarsi a modeste posizioni di rincalzo. E’ solo questione di scarpe?

C’è un aspetto che accomuna Assefa, 29 anni, e Kiptum, prossimo ai 24. Sino a un anno fa non erano nessuno, a meno di non voler considerare per Tigist una discesa sotto i due minuti negli 800 e un 58’42” nella mezza maratona per Kelvin.

Per l’una e per l’altro il debutto è del 2022: Assefa corre in 2h34’01” nella caldissima Rijadh e migliora 18 minuti (sì, minuti …) a Berlino, 2h15’37”, record dell’Etiopia. Di lì a poco, a Valencia, una delle nuove capitali mondiali della corsa, Kelvin va alla partenza della sua prima 42 km, vince in 2h01’53”, terzo di tutti i tempi dopo Kipchoge e Kenenisa Bekele, entrambi a Berlino. Ad aprile è a Londra, corre in 2h01’25”, a sedici secondi dal record mondiale e conferma di esser capace di seconde parti fragorose, negative split come dicono gli inglesi. Caratteristica confermata a Chicago: 59’47” sui secondi 21 km e 27’50” tra il 30° e il 40°. Stupore, qualche dubbio, qualche sospetto: inevitabile dopo che negli ultimi due anni l’atletica kenyana è stata attraversata da almeno 500 casi di doping. Media delle tre maratone corse, 2h01’17”.

Di questo “passo a due” di debuttanti o quasi non fa parte Sifan Hassan, l’olandese d’Etiopia (arrivò a Eindhoven a 14 anni, come rifugiata di guerra) che con 2h13’44” è diventata la seconda di sempre strappando il record europeo a Paula Radcliffe a vent’anni dal 2h15’25” londinese e allargando anche ai 42 chilometri la sua collezione di primati continentali: 1500, Miglio, 3000, 5000, 10.000, Mezza maratona. Era la sua seconda esperienza dopo la vittoria a Londra, in poco più di 2h18’ dopo crampi domati. E’ una figura sottile come l’etrusca Ombra della Sera, indomita, mai impaurita anche quando gli impegni in pista riducono a brevi parentesi i suoi tempi di recupero. Come lei, nessuna.

 

 

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