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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Sono solo affari di famiglia

Domenica 3 Settembre 2023

 

lyles-bro 


In un 200 a coppie per famigliari, nessuno come i Lyles. L’ereditarietà qualcosa conta: il padre Kevin, che li abbandonò da piccoli, aveva 45”01 e mamma Keisha, che li ha tirati su tra un sacrificio e l’altro, 52”48.

Giorgio Cimbrico

Oggi a Padova era annunciato Lyles (ma non s'è visto). Non Noah che dopo il faticato 19”80 di Zurigo ha chiuso la stagione, ma Josephus o Lyles II. Un anno più giovane, 25, non in grado di passare il taglio delle selezioni USA, ma comunque un tipo da 10”03, 19”93 e 45”09, nel giro di pista, due secondi meglio del fratello. In un 200 a coppie per famigliari stretti, nessuno come i Lyles. L’ereditarietà qualcosa conta: il padre Kevin, che li abbandonò da piccoli, aveva 45”01 e mamma Keisha, che li ha tirati su tra un sacrificio e l’altro, 52”48.

L’elenco dei fratelli e delle sorelle che hanno lasciato il segno è lungo, ricco di nomi illustri, a cominciare dai fratelli Kolehmainen, Willy, Tatu e Hannes, il più forte quest’ultimo, quello che piegò Jean Bouin nei 5000 di Stoccolma dando vita a una delle più classiche immagini dello sport moderno. Come tutti i finlandesi era un tipo duro. “Se sapevo che avrebbero alzato quella bandiera là, avrei preferito perdere”, disse quando alla premiazione venne issata la bandiera russa. La Finlandia era ancora un granducato dell’Impero zarista. Agli anni Trenta appartengono le imprese dei fratelli Georgy e Serafim Znamensky, i primi a fornir notizie, grazie a buoni risultati nel mezzofondo, sull’atletica di un paese giovane, l’Unione Sovietica.

Se i Lyles sono imbattibili nei 200 di coppia, i Lewis – Carl più Carol –, lo sono nel salto in lungo, 8.91w e 7.04. L’impresa delle imprese – non virtuale, molto reale – spetta ai giganteschi fratelli Harting, figli di due lanciatori di peso della DDR: Robert, famoso per aver litigato con circa tre quarti del mondo, vinse il disco a Londra 2012 e suo fratello Christoph, 2,07, più alto di lui, gli diede il cambio mettendo le mani sul titolo olimpico quattro anni dopo a Rio. Ma tra i due non correva buon sangue.

L’asta è molto generosa: prima vennero i Flying Bubka Brothers, poi i volanti Lavillenie: Sergei e Vasili hanno scalato 12 metri (6.15+5.85), Renaud e Valentin 11.96 (6.16+5.80). Il 5.43 di Andreas Duplantis impedisce ad Armand di minacciare le due coppie.

Destini diversi per i fratelli Jenkins: David, campione europeo nel ’71 ai danni di Marcello Fiasconaro, finalista olimpico, importante “leg” della 4x400 britannica negli anni Novanta, è finito in un penitenziario del Mojave, condannato a sette anni per traffico di steroidi tra Messico e USA. Suo fratello Roger non era forte come lui, mai meglio di 46”49, ma ha fatto fortuna come finanziere.

Per record mondiali e medaglie conquistate (tre ori olimpici e sei mondiali) difficile competere con la famiglia Dibaba, originaria di uno dei luoghi più prolifici dell’Etiopia, Bekoji. Anche in questo caso, un’accoppiata di tempi stordente: sui 5000 Tirunesh 14’11”15, Genzebe 14’15”41. Ci sarebbe anche la terza sorella, Ejegayehu, 14’32”74.

Nomi diversi ma fratellanza salda tra Richard Chelimo, fregato dai marocchini nei 10.000 di Barcellona ’92 e scomparso giovane, e Ismael Kirui, due volte campione mondiale dei 5000. Fu lo stesso piccolo e simpatico Ismael a spiegarlo: “In Kenya abbiamo il permesso di poter portare il nome del nonno”.

Di questi tempi il tema si concentra sui fratelli Ingebrigtsen: Henrik ha preso il posto del padre Gert; Filip, già campione europeo, continua senza risultati importanti e Jakob, il cucciolo, è diventato un volto (a volte arrogante e sicuro di sé) dell’atletica mondiale.

In pillole: i quattrocentisti Calvin e Alvin Harrison e, per rimanere nel quarto di miglio, la stirpe dei Borlée, i gemelli portoghesi Castro, Sydney McLaughlin e suo fratello Taylor che correva i 400H sotto i 49”0 da junior e l’irruzione in scena dei frateli Mykolas e Martynas Alekna, figli di molto padre. Dulcis in fundo, e andando molto a ritroso nel tempo, le sorelle ucraine, in tuta CCCP, Irina e Tamata Press che percorsero vie diverse, accomunate dalla forza. Irina, pentatleta, tirava il peso a 17 metri.

Sponda italiana: Giovanni e Carlo Lievore, finalista olimpico uno, primatista mondiale l’altro, i gemelli Maurizio e Giorgio Damilano (classica l’immagine del cheek to cheek di Mosca …), Giacomo e Filippo Tortu e i Tamberi, Gimbo con le ali ai piedi e Gianluca che nel 2010 non andò lontano dagli 80 metri.

 

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