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I sentieri di Cimbricus / "Il Qatar e' troppo piccolo per il Mondiale"

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Lunedì 14 Novembre 2022

 

blatter.platini 

"Tutto era stato pianificato: la Coppa del Mondo 2018 in Russia e quella 2022 negli Stati Uniti, per porre fine a vecchie rivalità, alla politica dei due blocchi (in realtà le cose sono andate e stanno andando in tutt’altra direzione, …)".

Giorgio Cimbrico

Torna in scena il colonnello Sepp Blatter, molto a lungo padre, padrone e pontefice massimo del calcio mondiale, lanciando granate, come capita quando i riservisti elvetici vengono richiamati per i loro periodi di servizio. “Il Qatar è troppo piccolo per un evento così grande. Ma quel che più conta è stato avergli dato il Mondiale. E’ stato un errore”. 

Diritti umani calpestati? Lavoratori stranieri trattati come bestie, come schiavi, e fatti sparire? Omosessualità perseguita con il carcere? Giusto in queste ore, in una visita in Germania, Salman, ambasciatore della Coppa del Mondo, ha affermato che i gay sono mentalmente disturbati. Parole orribili, è stata la reazione del governo tedesco. 

In realtà Blatter, che non è mai stato uomo dal cuore tenero, ha parlato d’altro. “Tutto era stato pianificato: la Coppa del Mondo 2018 in Russia e quella 2022 negli Stati Uniti, per porre fine a vecchie rivalità, alla politica dei due blocchi (in realtà le cose sono andate e stanno andando in tutt’altra direzione, …). Il Qatar ha avuto il Mondiale grazie ai quattro voti, che si sono rivelati decisivi, portati dall’UEFA, allora presieduta da Michel Platini”. 

In realtà anche l’Inghilterra era in corsa, per riportare nel paese dei fondatori una fase finale che manca dal 1966 e dalla vittoria, l’unica, dei Leoni. In ogni caso quel 14-8, secondo Blatter, sarebbe stato concepito, per venir poi alla luce, dopo un invito a cena all’Eliseo: Nikolas Sarkozy convoca Platini e gli chiede (o gli ordina?) aiuto perché gli amici del Qatar centrino l’obiettivo: la primogenitura di un paese arabo su un evento globale. 

In ballo, sempre secondo Blatter, c’è anche l’atterraggio a Parigi dei capitali qatarioti per allestire la All Stars: il Paris St Germain che, per il momento e malgrado le centinaia e centinaia di milioni di euro spesi, la Champions League non l’ha ancora vinta. E chissà se la vincerà questa volta. L’ottavo contro il Bayern Monaco può tramutarsi in una Waterloo.  

Platini ammette di esser andato a cena nel palazzo che ospita la presidenza della Repubblica ma non ammette che in quell’occasione si sia fatto mercato di voti. Ma il risultato finale coincide con la versione di Blatter. 

A parte il sottile piano italiano che portato ad un abile boicottaggio, nessun governo e nessun organismo calcistico nazionale ha pensato di disertare la Coppa del Mondo in versione autunno-inverno. 

In Francia non verranno montati maxi-schermi in piazza (eppure i Galli-Galletti sono campioni del mondo in carica) e qualche voce si è levata dai tifosi gallesi, pronti a rinunciare al viaggio verso la penisola araba malgrado un’assenza dalla fase finale che va avanti da Svezia 1958. Nell’ultima partita disputata vennero eliminati da un gol di un ragazzino oggi ottantenne: Pelè. 

Da allora i tempi sono cambiati e, sconfessando un grande poeta, una terribile bellezza non è nata. Tutt’altro. 

 

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