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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Ecco a voi l'informazione matrioska

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Lunedì 24 Ottobre 2022

 

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La prima volta era capitato per l’Ecuador. Ora ci risiamo: l’Italia può preparare le valige per il Qatar a danno dell’Iran che verrà "escluso". C’è da chiedersi se chi alimenta queste voci bislacche è solo ignorante o si limita a mentire, sapendolo.

Giorgio Cimbrico 

I social media sono le miniere di re Salomone, sono la grande vena d’oro che corre sotto Johannesburg, sono le migliaia di zanne di avorio invecchiato che potete trovare nel cimitero degli elefanti. I social media sono la fontana dell’ex-vergine da cui tutto scaturisce: se annuncio il mio prossimo matrimonio con Charlize Theron qualcuno ci crederà. Il mio regno per un “mi piace”. Altri seguiranno. Il problema è che tutti li inseguono per quell’attimo sfuggente. 

Basta con le premesse. Qualche mese fa, rivelata una qualche irregolarità della posizione di un giocatore dell’Ecuador. La FIFA potrebbe estrometterlo e in quel caso la recuperata sarà l’Italia. Perché? Non si sa. Semmai dovrebbe essere il Cile, finito alle spalle nell’ambito del girone sudamericano. Ovviamente non succede nulla. 

Ora, nuovo ossigeno, filtrato dalla maschera anti-iprite dei social, dopo le voci sull’esclusione dell’Iran, per la repressione delle proteste che stanno incendiando la Repubblica dei Santi Si riaprono i giochi, eh già. Ancora la stessa domanda: ma perché? Chi alimenta queste voci non sa o fa finta di non sapere – sempre per via dei like – che in tutte le manifestazioni sportive esistono dei regolamenti, un contingentamento. L’Asia ha diritto a quattro posti (più il Qatar che ospita) e così se l’Iran dovesse finir fuori per ragioni politiche, a prenderne il posto dovrebbero essere gli Emirati Arabi che hanno ceduto all’Australia nello spareggio Asia-Oceania. 

Agli alimentatori è utile (o inutile?) ricordare che l’Italia non è stata eliminata nello spareggio finale dal Portogallo, ma in una fase precedente, dalla formidabile falange macedone del Nord. Ma tutto questo non conta. Per compiacere la gente, per far collezione di cuoricini si battono altri sentieri. Quanto siano effimeri, non importa. Quanto abbiano consistenza, non è problema. 

C’è, se vogliamo, un contenuto di arroganza, ben sostenuto da certi corifei, da certi retori del 4-4-2 che può diventare 4-3-2-1 o 4-5-1 suscitando pulsioni che definirei eccitanti: c’è già stato un Mondiale senza l’Italia e così non ce ne può essere un secondo privo per di più della squadra campione d’Europa in carica. Come sia maturato quel trionfo (semifinale e finale vinte ai rigori) è patrimonio di pochi, irriducibili analisti o, semplicemente, di membri della sparuta tribù di chi osserva lo stato delle cose ed evita di allinearsi con gli inneggiatori o con chi, in realtà, guarda al proprio profitto, più o meno passeggero. 

Da tempo, ormai, esiste un’informazione matrioska. Non è la bambolotta grande – il contenitore – ad essere importante e neppure quelle intermedie. E’ soltanto la piccina che può suscitare interesse e i social media sono gli strumenti perfetti per azzardi senza senso, per coiti rapidamente interrotti. Via l’uno, sotto l’altro. 

Il vero problema è che tutto questo viene alimentato da chi dovrebbe sottoporre ad esame quel che viene dato in pasto. Non è così, non è più così. Capita nello sport, capita per temi più scottanti (guerre, pandemie, razzismo, abusi, diritti) in un susseguirsi di fatti/non fatti, di notizie/non notizie, di parole rubate e messe in circolo, di verità evidenti e negate. 

Shakespeare diceva che il mondo era un clown ubriaco, balbettante, senza più coscienza di sé: Quattrocento anni dopo è così e molto peggio: piegate in due il vostro smartphone e con esso la vostra anima.

 

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