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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
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Duribanchi / Qui non fallisce solo il referendum

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Martedì 14 Giugno 2022

 

toghe


“L’Italia è alle prese con una devastante crisi economica. Causata dalla guerra e dalla vocazione scellerata a fare debito pubblico. A spendere i soldi che il Paese non ha. A pensare che i fondi (forse) dell’Europa saranno la panacea. Non è così.”

Andrea Bosco

Pioggia di defezioni a Palermo. Ben 170 seggi si sono ritrovati privi di presidente. Peggio ancora per gli scrutatori. Certificati medici a pioggia sottoscritti da medici “comprensivi”. Nel paese del “me ne fotto” (l’altra parola non la scrivo perché odora di fez) tutto è consentito. “Minchiuzza avvelenata” sparava un mio compagno di liceo nativo di Agrigento. Pessima (ancora) figura da parte del ministro Lamorgese. Che pare abbia la stima del presidente Mattarella, che a Milano (come prefetto) non rammentano per la brillantezza dell’agire e che è “odiata” dal “capitano” leghista. Per via dei migranti, dei rom, degli abusivi e di altra umanità in “libera uscita”.

Lamorgese non brilla per simpatia. Ma il problema non è il signor (o signora) ministro dell’Interno. Il problema sono i partiti politici. Il problema è il Palazzo. Il problema sono le istituzioni (boriose e decrepite) di un paese che andrebbe rivoltato come un calzino. E che viceversa si avvia, come l’Impero Bizantino, allo sfacelo, urlando ai mille diritti (concessi) e senza rispettare i pochi doveri (previsti) dalla legge. Mi viene da ridere a scrivere questa parola: legge. Sempre dai miei ricordi liceali: Tacito, “Annali, III, 27”: “Corruptissima republica plirimae leges” [Nella massima corruzione della cosa pubblica, infinito il numero delle leggi]. Attualità di Tacito.

A Palermo hanno disertato (Lamorgese ha assicurato che saranno fatte le “opportune” indagini per verificare tutti i possibili reati: oh yes) perché in serata si giocava Palermo-Padova valevole per la promozione in serie B. E quindi, “tutti al Barbera” a tifare. Maledetto oppio del pueblo? Mica solo quello. Fare il presidente o lo scrutatore vale 3 euro l’ora. Un “dovere civico” si dice. Ma anche una gran rottura di scatole. Mia moglie, anni fa, fu precettata a Milano: raccontò di cose turche. In omaggio al consolidato modo di dire. E nella speranza che il Sultano non si incazzi.

REFERENDUM – Il referendum sulla giustizia, come noto, non ha raggiunto il quorum: “Tutti al mare” aveva invitato il Pd. A parte la data, a parte il voto in un’unica giornata con la gente propensa a farsi ustionare “le chiappe chiare” piuttosto che recarsi in “gabina”, a parte il boicottaggio da parte dei media (tv, soprattutto) io ci sono andato a votare. E la mia (modesta) valutazione è che solo dei dementi possano aver partorito quesiti tanto così astrusi, stilati in un italiano da cancelleria di tribunale. Quindi chi ha proposto i referendum ha fallito. E la Consulta ha le sue responsabilità. Lorsignori che hanno preventivamente bocciato l’unica cosa che veramente interessava ai cittadini: la responsabilità civile dei magistrati. Sbagli? Paghi. Sganci il doblone. Paghi perché devi essere come tutti gli altri cittadini. Non devi essere “legibus solutus”. Altrimenti sei una “casta”: toghe. Che sono tante, divise in fazioni: che brigano, condannano, indagano a piacimento. Molto spesso violentando il buon senso.

Responsabilità civile: io, perseguito ingiustamente, devo avere il diritto di essere risarcito. Non dallo Stato, ergo da tutti. Ma dal giudice che ha sbagliato. Che ha infilato la pratica sotto una pila. Questo e solo questo avrebbe dovuto chiedere il referendum. Perché i quesiti complicati fanno sfinire la gente. Quanto quelli semplici abbisognano di risposte semplici. Ma visto che l’esito sarebbe stato scontato (trovare un cittadino, uno solo che almeno una volta nella vita non sia stato “scottato” dalla protervia giudiziaria è cosa impossibile) la Consulta ha pensato bene di eccepire. Le toghe (che già avevano scioperato) avrebbero potuto paralizzare la Giustizia. Si fa per dire: la Giustizia si paralizza da sola. E’ ingiusta, iniqua: la gente non crede più nella giustizia. Specie nella magistratura che trova millanta modi per non punire i colpevoli. Occhio: applicando la Legge, ti spiegano. Non sono loro che rimettono in libertà dopo un’ora un delinquente. E’ la legge che lo prevede. Sono i partiti che dovrebbero “riformare”. Che dovrebbero cambiare le leggi. Hai capito? I partiti. L’istituzione (con la magistratura) più screditata del Paese.

Minchia avvelenatissima. A Peschiera una banda di minorenni figli di immigrati ha palpeggiato, insultato, spintonato su un treno un gruppo di ragazzine. Lo fanno solo i figli degli immigrati? No, lo fanno tutti: italiani, stranieri, i figli degli immigrati. Perché la società è in dissoluzione. Le istituzioni sono in dissoluzione. La famiglia, la scuola, le istituzioni. A Cremona al Gay Pride hanno esposto la statua di una Madonna, “poppe al vento”. Blasfemi? E quando mai? Vanno “compresi”. Mai saputo che per rivendicare i sacrosanti diritti degli omosessuali bisognasse essere anche blasfemi. Reazioni dal Vaticano: zero. Una statua è solo una statua. E pazienza se i credenti si sono indignati. Come recita il Vangelo: perdonate fratelli. Anche chi sfregia la Madonna.

Neppure so perché mi arrabbio. Anzi lo so. Ma meglio non lo dica. A scanso di querele. Lo spettacolo offerto dai partiti è deprimente. L’Italia è un battello in balia dei flutti. E quindi non stupisce che i sondaggi tendano a premiare quelli che al cittadino appaiono come i meno peggio: Pd e Fratelli d’Italia. Diversi, opposti, ma certamente più coerenti di altri. L’Italia è alle prese con una devastante crisi economica. In parte causata dalla guerra in Ucraina, In parte dalla vocazione scellerata a fare debito pubblico. A spendere i soldi che il Paese non ha. A pensare che i fondi che potrebbero arrivare (e non è detto) dall’Europa saranno la panacea per risolvere tutti mali. Non è così. Inutile urlare all’Europa “tiranna” che “vuole farci fare la fine della Grecia”. La “fine della Grecia” la stiamo facendo per responsabilità italiane, non europee. Ma tanto chi se ne importa (ho evitato, ancora, di dirlo): facciamo alla Morandi.

Noi siamo la causa del nostro male. Noi che ragliamo alla “liste” del Copasir sui putiniani, noi che ragliamo al “maccartismo de noantri”, quando invece dovremmo chiedere conto, non agli opinionisti (che contano zero e che a Mosca neppure sanno chi siano), ma a certi politici dagli accertati “strusciamenti” con Putin e la sua cricca, su quali innominabili accordi abbiano stipulato con la Casa Madre Russia. Francamente chi se ne importa (ancora, mannaggia) se Mosca ha anticipato in rubli in viaggio aereo che Salvini doveva fare e poi non ha fatto. E’ davvero “politicamente” rilevante? In una sorta di cupio dissolvi Salvini sta facendo il possibile per politicamente suicidarsi. Il suo biglietto aereo (in rubli) potrebbe davvero “pesare” sulla valutazione degli italiani? Altro, peserà. La guerra si sta sfilacciando. L’impulso, “giù le mani da Kiev”, sta piano piano evaporando. Resteranno i danni. Quelli spaventosi in Ucraina. E quelli ancora da verificare nel resto del mondo. Pare che il Papa possa fare da “mediatore”. Su cosa? Sul fatto che la Russia non sloggerà dalla Crimea e dal Donbass? Sul fatto che la Russia non vuole che l’Ucraina entri a far parte dell’Ue? Sul fatto che il patriarca Kirill sia uno spregevole verme e Putin un assodato assassino? Può esserci mediazione su questo?

PUTTANATE – Oppure dobbiamo “berci” la puttanate sull’Ucraina paese di nazisti? La signora che viene tre volte alla settimana ad occuparsi di casa mia è una nazista? Lo è sua figlia? Lo sono i suoi nipoti? Aprire gli occhi: Putin ha affermato che la Russia “non può essere recintata”. Tradotto: voglio altri mercati, altri territori, altri mari, altri cieli. O pensate che le navi russe che stanno scorrazzando in Mediterraneo, come nel Baltico, come nel Pacifico, siano in crociera di piacere? Un alto esponente russo ha affermato che l’Occidente è corrotto, che lui lo odia (anzi ci odia) e che verremo “spazzati via”. Io non odio i russi. Anche non se non ho lo sviscerato amore di molti della mia generazione per i loro scrittori: sono gusti individuali. Ma anche io come lui “odio” qualcuno. Non lui che mi sembra un miserizzi in cerca di visibilità. Io odio Putin. Che rappresenta tutto quello che in uomo mi ripugna.

E francamente “dacia o non dacia, lettone o non lettone, Pratica di Mare o meno” non riesco ad immaginare come Silvio Berlusconi possa essergli stato “amico”. Il Cavaliere è uno che sa “sgamare” le persone. Eppure non ha capito di che “pasta” fosse fatto l’ex Kgb. Lo avesse capito dovrebbe rispondere ben più di due telefonate terminate senza una risposta. “Il numero da lei chiamato, eccetera”. Nei servizi segreti impari tante cose disgustose. E non cambi. Non puoi: quella pelle ti rimane addosso per la vita. Anche se cambi mestiere in fondo resti sempre quella “roba là”. Scrivo di Berlusconi, ex presidente del Consiglio, scrivo di Giuseppe Conte (idem) anche se ancora non si riesce a capire come sia potuto accadere che un oscuro avvocato di Volturara Appula sia finito a Palazzo Chigi. Un mio perfido amico di Arezzo sostiene: citofonare Gesuiti. Ho un amico in un grande quotidiano che si occupa di politica. E da settimane mi sta dicendo che Mario Draghi ha la “palle che gli fumano” come i francesi del poeta cantautore. E che il peggio deve ancora venire. Peggio di tutto questo? Pare proprio di sì, bellezze. E noi come sostiene il vecchio Bogart “non potremo farci niente”. Niente.

Si è giocato a basket a Milano. E la banda di Messina ha rimesso la testa avanti al termine di una gara maschia segnata dai “piagnistei” felsinei della vigilia. E’ bella e brava, Bologna, ma anche molto “sborona”, di questi tempi. E’ tornata in serie A Verona che ha un super palazzetto (a Venezia, arenata nel suo progetto costellato dai “no” dei “signor no”, fischieranno le orecchie) e potrebbe affiancarsi a Tortona e Brescia dietro a Bologna e Milano. La Reyer ha ricostruito la squadra femminile. Quella maschile è in fieri. Ma Brugnaro metterà ancora: faccia e pecunia. Gatti nel calcio, ex falegname passato in due stagioni dalla serie D alla Juventus e (convincendo) alla Nazionale è una favola bella che non diventerà mai un film. Roba di questo tipo la fanno solo ad Hollywood. Da noi se non fai il comico (soldi a palate) o non ti inventi storie complicate (che al botteghino nessuno si fuma), provenienti magari da premiati romanzi (che in libreria nessuno si fuma) nel cinema non lavori. Un film lo meriterebbe anche la Ferrari: che ne ha sempre una. Che fa faville in qualifica e poi sbraca in gara. A naso, visto che il pilota c’è, non è solo una questione di gomme e motori. Magari anche di “uomini”.

ETERNO GIAMPA – E’ tornato dopo lungo infortunio Berrettini e ha vinto sull’erba di Stoccarda. Erba di casa sua visto che non è la prima volta. In atletica vista la prima pop star della pista. E’ texana, si chiama Richardson Sha Carri, è dichiaratamente omosessuale, corre come il vento ma soprattutto Lady Gaga, quanto a look, le fa un baffo. In un panorama solitamente “omogeneo” come quello dell’atletica qualche “inversione” non può che fare bene. Visto Tamberi con mezzo volto rasato e mezzo con la barba. Roba quadro surrealista. Ma chi se (e dagli) eccetera, se poi Gimbo vola come solo lui sa fare?

Calcio mercato: tante “palle” pochi soldi. Se Dybala firmerà (come pare) per l’Inter, se vedo ancora un giocatore “piangere” per la maglia, querelo. Pare torni Pogba alla Juventus. E Lukaku all’Inter. Mistero: il Milan ha vinto lo scudetto, ma le “pagine” sono tutte per Marotta, il Mazarino dell’Inter. Chiudo con la bella intervista che Nino Materi ha fatto a Giampa Ormezzano. Ne ha raccontate di “ogni”. Pure sul “cesso” di Gianni Minà. Lui e Minà sono molto amici. E ad occhio e croce, se conosco bene Giampaolo, mi sa che per ogni congiuntivo sbagliato (di Minà) il “granatico” Ormezzano (che dirigeva in incognito Hurrà Juventus “ per conto di Giampiero Boniperti) gli farà un “mazzo tanto". Per dirla con Giampa : viva noi. Anzi, viva lui. Unico . .

 

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