I sentieri di Cimbricus / "A noi orange non ci frega nessuno"
Martedì 31 Maggio 2022
“Dialoghi metafisici ispirate alle due splendide olandesi Anouk Vetter e Nadine Visser: alte, belle, biondo e biondo-miele, da dipingere immerse in un ambiente che le proponga come divinità dei boschi e delle sorgenti.”
Giorgio Cimbrico
Per questo convegno delle Muse, per questo giardino delle Eumenidi, non è ancora designato il pittore, perlomeno in questo momento. Si è offerto Peter Paul Rubens che, essendo molto ricco, non pretende mercede alcuna, solo le spese vive di vitto e alloggio se dovrà venire da Anversa. Rembrandt van Rijn, da tempo in cattiva fortuna, non nasconde di aspettarsi un compenso dalla KNAU, acronimo della reale federazione di atletica olandese.
Il prescelto dovrà misurarsi con un compito importante e delicato: le figure, in costume evitico, senza foglie o arboscelli di mezzo, di Anouk Vetter e Nadine Visser, alte, belle, biondo e biondo-miele, da dipingere immerse in un ambiente che le proponga come divinità dei boschi e delle sorgenti. Nel caso di Anouk, che a Götzis ha lanciato il giavellotto nei pressi dei 60 metri, anche di prima luogotenente di Diana.
La commissione, riunita, sta valutando: “Rubens, gran pittore, per carità. Ma se affidiamo a lui il lavoro non verrà mica fuori un trionfo della cellulite? Avete presente le Tre Grazie? Anouk e Nadine di cellulite non ne hanno un grammo, addosso”.
“Già, può essere un pericolo, ma è anche vero che Rembrandt a volte usa toni un po’ scuri, e, mi azzardo a dire, anche un po’ confusi. Avete presente il ritratto della moglie nello stagno?”.
“Giusto, ma è anche un maestro della luce. Ricordate come risaltano l’incarnato e le forme della figura femminile in Susanna e i vecchioni?”.
“Direi che dovremmo prenderci ancora qualche giorno prima di decidere”.
“Un momento: in lizza vorrebbe entrare anche quello strano tipo di Delft, Vermeer”.
“Mai dipinto un nudo, quello. E poi, con lui c’è il rischio che le trasformi in due manichini inespressivi. Quello va bene per donne che leggono lettere, strimpellano il cembalo. Mica per un trionfo della bellezza. Che è ii nostro obiettivo”.
“Un obiettivo difficile, caro collega. Perché di questi tempi un nudo, anzi, un doppio nudo può essere accolto con biasimo, con attacchi che possono diventare feroci, che possono gettar discredito sulla nostra antica istituzione che intende promuovere un’iniziativa puramente estetica, artistica. E, se permettete, ha i soggetti giusti”.
“Ieri, per collaborare, ha chiamato Dafne Schippers, …”.
“Michelangiolesca, lei”.
“Apprezzamenti a parte, Dafne è stata gentile e ha consigliato che potemmo contattare un italiano che pare capisca anche d’atletica”.
Sarebbe? “
“E’ un bolognese, si chiama Guido Reni, e Dafne è stata tanto gentile da inviarci le foto delle due versioni di Atalanta e Ippomene”.
“Vediamo. Bene, bene. Corpi magnifici, luce perfetta, niente cellulite. Direi che potrebbe essere la soluzione giusta”.
“I nostri rimarranno delusi, specie Rembrandt che da quando ha fatto bancarotta se la passa proprio male”.
“Facciamo così: a Rembrandt facciamo fare il ritratto di Sifan Hassan. Un po’ spiritata. Il suo genere. E così guadagna qualcosa: I nudi li affidiamo a questo Reni che mi sembra proprio bravo. Sarà anche caro? Mi metto in contatto e inizio a trattare. A noi orange non ci frega nessuno”.
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