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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Piste&Pedane / Belgrado '22: proviamo a contentarci

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Sabato 19 Marzo 2022

 

tentoglou 

Nella prima giornata dei Mondiali, ci consoliamo con le donne (e col doppio record della Dosso). Casomai aleggia una domanda: che fine hanno fatto triplisti e quattrocentisti, fino a Tokyo lo zoccolo duro del movimento?

Daniele Perboni

L’avventura dei signori Bonaventura vestiti d’azzurro (l’originale calzava sempiterni larghi calzoni bianchi con giacca e cappello rossi, oltre ad essere accompagnato da un bassotto giallo) è iniziata con alti e bassi. Ma il “famoso” milione che caratterizzava il premio finale, poi tramutato in un miliardo, non sarà mai elargito ai protagonisti. Alti e bassi per gli avventurosi protagonisti in terra balcanica. Per la precisione a Belgrado, città fra le più antiche d’Europa, alla confluenza fra i fiumi Sava e Danubio.

E dalla prima giornata dei Campionati Mondiali in sala, lo Stivale se ne esce con una certezza. Almeno questa è nelle corde di chi scrive: sono le donne che vestono i panni delle protagoniste, che in ogni momento ci mettono grinta, caparbietà, coraggio, ostinazione, puntiglio. Insomma dimostrano quasi sempre di avere le pxxxe.

• La mattinata nostrana si apre con il botto di Zaynab Dosso: seconda in batteria con 7”14, nuovo record italiano: 0,121 millesimi il tempo di reazione, ottavo tempo complessivo e biglietto per la semifinale del primo pomeriggio. Alle 18,05 rieccola sui blocchi. È quarta in 7”16. Addio finale. Il sogno è rimandato. 

Ma la ragazza ha dimostrato carattere, forza di volontà e determinazione. Proprio come si addice a chi ambisce a primeggiare. Il mondo è lontano, tanto tanto lontano. Ma le premesse lasciano ben sperare. Ecco, la Dosso ha dimostrato appieno di aver appreso la lezione impartita a suo tempo da Marcell Jacobs: mai lasciarsi travolgere dallo sconforto e cercare scuse per eventuali defaillances. Dando retta a quanto ascoltato nell’intervista rilasciata a Elisabetta caporale, si potrebbe assegnarle anche un 8. Meglio non esagerare. – VOTO 7,5.

• Altra sufficienza piena anche per Aurora Berton, uscita ai primi turni per l’inezia di un millesimo. Accreditata con un personale di 7”28, si è trovata la porta sbarrata, quarta, a 7”30 dalla britannica Evans-Gray, terza (7”298 contro 7”299). Un’altra giovane speranza che pare abbia studiato alla scuola di La Torre: “Mai cercare scuse all’esterno”. – VOTO: 7.

• Che dire della nona piazza di Sveva Gerevini? Terzo risultato in carriera (4.377 punti) e un sorriso che rinfranca. – VOTO: 6.

• Qui finiscono le sufficienze e partono le dolenti note di atleti che, almeno sulla carta e nelle intenzioni, parevano lanciati verso luminosi futuri pieni di gloria, successi, allori, trionfi e onori. Balle! Nei 3000 i due alfieri presenti, Yassin Bouih e Ossama Meslek, celebrati come stelle, sono tornati mestamente sulla terra con prestazioni a dir poco imbarazzanti. Nei turni eliminatori! Decimo il primo, su 12 concorrenti (7’58”63) a poco più di 10 secondi dal personale stagionale, un’enormità. Quinto il secondo (7’57”24), quasi 13 secondi il differenziale con lo stagionale (7’44”45). Altro buco sconcertante.

Letteralmente una presa in giro. Possibile che i rispettivi tecnici (Vehid Gutic a Reggio Emilia per Bouih, e Matthew Yates per Meslek) non si siano resi conto del reale valore dei rispettivi allievi? Qui non si può trattare, stante i tempi ottenuti, di un semplice passo falso, ma di una vera e propria disfatta. Portare atleti che non sono mai stati in gara, apatici, subito fuori dai giochi, rinunciatari, non è un buon viatico per una stagione in cui, a detta del DT si sta cercando di rilanciare il settore da anni in sofferenza. Che dice il responsabile Federico Leporati? E lo stesso La Torre? Si prenderanno provvedimenti? Oppure si continuerà a far finta di nulla, allagare le braccia e accontentarsi? – VOTO: Zero.

• Filippo Randazzo. Da anni il lunghista siciliano si barcamena con salti nei dintorni degli otto metri. Più sotto che sopra. Ogni tanto azzecca la gara giusta ed eccolo comparire nei piani alti delle liste italiane. Sotto tetto l’8.00 di Ancona è il miglior risultato degli ultimi 4 anni. Che vogliamo fare? Collocarlo fra i talenti mai sbocciati? Un atleta sfortunato? Talento inespresso? O più semplicemente, come per i due mezzofondisti sopra citati, classificarlo per ciò che realmente vale? Un buon atleta di livello nazionale, sopravvalutato, inaffidabile stante l’altalenante messe di risultati, e non certamente da collocare fra i migliori del Continente. Figuriamoci a livello planetario. 

Sorprendenti le sue dichiarazioni rilasciate alla solita Caporale, deputata a raccogliere le confessioni degli atleti: «Sono stato sfortunato. Un centimetro e potevo essere con gli altri a battermi per una medaglia… Sto lavorando per ottenere grandi prestazioni nelle gare che contano come queste…». Ricordiamo che è finito mestamente dodicesimo, su 14 concorrenti, solo perché gli ultimi due han piazzato tre nulli. Altrimenti… Ecco la sua serie: 7.74, 5.74, nullo. Sul podio son finiti con queste misure: 8.55 Tentoglou (nella foto WA), 8.38 montare, 8.27 Dendy. Davvero pensava di poter accaparrarsi una medaglia? Amen. – VOTO: altro ZERO (in condotta).

Qui, per oggi, finisce l’avventura dei signor Bonaventura.

 

 

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