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Duribanchi / Nuovi scenari della cyber-guerra

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Mercoledì 2 Marzo 2022

cyber-football


Ormai i conflitti si combattono anche sul filo della comunicazione, delle notizie false spacciate per vere e viceversa, la Rete come arma di distrazione. C’è poi la risposta corale dello sport, ma anche di chi dubita e lo fa a voce alta.

Andrea Bosco

Sono prigionieri. Ma tutti vivi. I 13 marinai ucraini che avevano insultato la nave russa giunta nelle acque dell'Isola dei Serpenti (l'audio diffuso sui social era diventato presto iconico) sul Mar Nero, sono prigionieri a Sebastopoli in Crimea. L'Isola dei Serpenti è uno scoglio di 18 ettari, con un faro, un piccolo molo, alcuni edifici, a circa 40 chilometri dalla costa ucraina. Non presenta valenza militare ma risulta un punto strategico nell'ovest del Mar Nero. In due riprese era stato attaccato dai russi, venerdì scorso. E dei tredici guardacoste non si era più avuta notizia. Solo quel file sprezzante che aveva invitato la nave russa “ad andare a farsi fottere”.

Il governo di Kiev, stante il silenzio, li aveva dati per morti. E da onorare come eroi. Sono viceversa, per fortuna, vivi. La guerra si combatte ormai anche sul filo della comunicazione. Delle notizie, vere o false.

La Rete, scenario di scontri della cyber-guerra. Anonymous (come aveva annunciato) ha nelle scorse ore mandato in tilt le agenzie di stampa russe Tass, Fontanka e Rbk. I misteriosi hacker hanno sabotato siti governativi e televisivi russi, immettendo immagini della guerra a Kiev e canzoni ucraine. Messaggio dei pirati informatici: “I canali della tv di stato russa sono stati hackerati e ora trasmettono la realtà di ciò che sta davvero accadendo in Ucraina”. La comunicazione come arma.

Un “no” dello sport (CIO e, sia pure con colpevole ritardo, FIFA e UEFA hanno estromesso la Russia da ogni competizione) può risultare più efficace delle sanzioni. Un no della cultura non fa solo rumore: certifica una scelta di campo. La Russia non parteciperà alla 59ª Biennale dell'Arte di Venezia edizione 2022 per il forfait degli artisti Alexandra Sukhareva e Kirill Savchenkov, al pari del curatore Raimundas Malaauskas, a causa del conflitto ucraino innescato da Putin.

“Non c'è posto per l'arte quando i civili muoiono sotto il fuoco dei missili” ha scritto sui social Sukhareva. Con grande coraggio, visto che in Russia chi protesta contro la guerra (ormai si stima siano circa circa diecimila persone) finisce in galera. Pericolo che non corre il direttore d'orchestra russo Valery Gergiev, intimo amico di Putin. Richiesto dal sindaco di Milano Sala e dal sopraintendente della Scala Meyer di esprimere parole di condanna e dissociazione per l'intervento russo in Ucraina, si è “dato” senza alcuna risposta. Molti teatri lirici (da Vienna a New York) hanno già “cancellato” Gergiev dalla prevista programmazione. Il 5 marzo prossimo facilmente toccherà farlo anche alla Scala in vista dell'esecuzione della “Regina di Picche” che avrebbe dovuto vedere Gergiev sul podio.

In Italia si è scatenato un dibattito feroce sulla “libertà” dell'artista. Citando a sproposito Voltaire (“Non condivido le tue idee, ma sono pronto a morire pur che tu possa esprimerle”) che sul tema, in realtà, mai si espresse, i tifosi del liberalismo “senza se e senza ma” sono arrivati a mescolare Gergiev con il Covid. Perché i “no vax” e “no green pass” e “no mascherine” hanno l'ossessione della proibizione. Vuoi “pisciare controvento”? Hai – per loro – il diritto di farlo, anche in pubblico, anche esibendo il battacchio. E fa niente se, come recita un proverbio veneziano (e fa intuire la fisica), nella fattispecie, inevitabilmente “ti bagnerai tutto”.

L'enormità della guerra sbriciolata in lana caprina. I dittatori sono da contrastare in tutti i modi. Chi ha simpatie per i dittatori, simpatizzi nei palazzi del regime. Non nei teatri, nei musei, nelle mostre o in un impianto sportivo, altrui. Le azioni dei dittatori hanno un pesante costo. Spiegava nel 1937 Franklin Delano Roosevelt: “Le cadute dei dittatori costeranno all'umanità ben più di qualche caduta di una democrazia”. I 13 marinai dell'Isola dei Serpenti sono prigionieri. Ma la loro sfrontata riposta al nemico, continuerà a volare libera . Nei cieli di ogni libero paese .

 

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