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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / E il prode Antonio disse "basta"

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Lunedì 28 Febbraio 2022

 

dosso


Non è la nuova età dell’oro, annunciata in televisione dal presidente Mei, ma contentiamoci. Ad Ancona hanno vinto i presenti e, se permettete, anche i giudici. Ma intanto, spente le luci, proviamo a ripartire da La Torre e dalla sua filosofia.

Daniele Perboni

Fine settimana robusto, con ottima e tanta carne sul fuoco di un’atletica annaffiata e rivitalizzata dalle volate di un Marcell Lamont Jacobs (6”57 in batteria e 6”55) capace di attirare spettatori paganti sugli angusti gradini del palazzetto di Ancona per gli Assoluti (i primi dopo la sbornia giapponese). E non era scontato, “bruciare” in poche ore i biglietti messi in vendita. Eppure è accaduto. Con gran felicità di Federazione –, nazionale e regionale –, e organizzatori.

SPETTACOLOSi è forse invertita la tendenza? È l’inizio di una nuova era, inaugurata dai successi estivi? L’italico e calciofilo pubblico ha scoperto altri sport? Troppo presto per cantar vittoria.

Per ora godiamoci il momento. Assaporiamo nuovi e “vecchi”, non nel senso dell’anagrafe, campioni e godiamoci lo spettacolo. Che non è stato affatto malaccio. Ottimi gli attori che sul palcoscenico marchigiano, in due giorni di buone gare (decisamente superiori alle annate precedenti), han mostrato di aver voltato pagina rispetto ad un recente passato. Basta mugugni e scuse per eventuali insuccessi. Ora la parola d’ordine è grinta, determinazione, cambio di passo, seguire gli esempi positivi, mirare ad obiettivi sempre più alti, migliori.


Non sempre ci si riesce. Qualche passo falso, o indietro, sono sempre in agguato. Ma gli errori devono servire da
stimolo. Nuova religione, dettata dalla dirigenza tecnica. Gran timoniere il La Torre di Sesto S. Giovanni che, nonostante la sua “paciosa” faccia qualche nemico in casa se lo è coccolato. Inevitabile, quando ricercano rotte sino ad ora inesplorate. Almeno alle nostre latitudini.

TRIBUNA STAMPA
– Oltre i meri risultati tecnici, che ci sono stati (Jacobs, Sabbatini/2’01”07 e Bellò/2’01”45, Dosso/nuovo record italiano portato a 7”16, Lopez, Marchiando, Vallortigara, Gerevini 4451 punti per il nuovo record italiano migliorato nell’arco di pochi giorni, Dal Molin, Di Lazzaro, la junior, classe 2004, Marta Amani nel lungo, con Iapichino, Bogliolo e Barontini in negativo) un altro record è stato letteralmente stracciato: 24 i giornalisti della carta stampata accreditati, oltre alle reti televisive, Rai, Sky, Mediaset, ed una TV locale. Niente male davvero.

Facce sorridenti nelle stanze federali. E più che sorridente anche il presidente che domenica 27 febbraio si è svegliato cavalcando il nuovo record italiano (miglior prestazione italiana, chiamatela come volete), di Yeman Crippa nella mezza maratona di Napoli: primo azzurro sotto l’ora (59 minuti e 26 secondi) e secondo nella lista europea di tutti i tempi, preceduto solo dallo svizzero Julien Wanders (59’13”).
«Soprattutto – gongola La Torre – ha battuto gente che corre forte». Quelli veri sottolineiamo, anche se la battuta non è propriamente elegante.

Lunga chiacchierata con Antonio, come promesso. Ed ecco spiattellate sul desco tutte, o quasi, le problematiche che a verbo suo, fungevano da freno. «Abbiamo perso almeno due generazioni, forse anche tre, di atleti, seguendo le solite formule di allenamento, di preparazione e di programmazione. Ho detto basta, apportando nuove metodiche e inserendo nuove “materie” di studio. Ho fatto bene, male? Non lo so. Parlano i risultati. Come da prassi ho seguito le mie idee, senza condizionamenti. Anzi, qualcosa ho concesso. Inevitabile. Mi sono fatto dei nemici? Probabile. Ma, come al solito sono stato chiaro con tutti».

RITORNO
– Altrettanto fruttuoso l’incontro con il nuovo responsabile di fondo e mezzofondo, Chicco Leporati, fortemente voluto dal presidente Stefano Mei, suo vecchio allievo di quando il ragazzo spezzino era in grado di impensierire chiunque lo incontrasse sulla pista. «Quando era ancora nella massima efficienza fisica», conferma Leporati. Migliore attenzione agli aspetti qualitativi, maggiore quantità di lavori basati sull’intensità, più collaborazione fra periferia e centro.

In estrema sintesi sono queste le basi su cui sta impostando il suo lavoro. «L’ambiente è ricettivo. Non mi sento un “raccomandato”. Anzi, penso di essere all’altezza del compito che mi è stato affidato». Anche per il nuovo responsabile non si tratta di un percorso in discesa. Anzi. Già le critiche, anche pesanti, stanno volando di bocca in bocca. Normale amministrazione. Come sostiene un vecchio amico il mondo dei tecnici italiani è uno dei più turbolenti. Ora rischia di trasformarsi in pantano dove tutti fanno la guerra a tutti. Qualcosa di diverso rispetto ad alcuni decenni addietro?

«Basta critiche e poi tutti insieme a bere birra – sottolinea La Torre –, voglio gente incazzata che cerchi di imparare dagli altri. Solo così si può crescere».

Foto FIDAL/Francesca Grana.

 

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