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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Piste&Pedane / Tre primati italiani, per cominciare

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Martedì 22 Febbraio 2022

 

birmin-22 

In attesa della rassegna tricolore al coperto di fine mese ad Ancona – con le novità delle qualifiche preventive e del botteghino – facciamo un po’ di conti con quanto ci ha propinato finora la stagione indoor.

Daniele Perboni

Sorpresa. Doppia sorpresa. Abbondiamo, va! Tripla sorpresa. L’argomento, una volta tanto, lo permette. Consentiteci quindi di esultare. Sommessamente però. Niente Champagne. Basta un casalingo Pinot bianco, prodotto da un vecchio conoscente e che rifornisce la nostra cantina accanto a Riesling, Buttafuoco e uno spettacolare Barbera fermo. Insomma a che dobbiamo tanto gaudio?

A che cosa se non alla parziale rinascita di un’atletica sotto tetto che, sinceramente, non credevamo avvenisse con tanta celerità? Eccoci dunque a stappare e brindare. Anche se, lo confessiamo, siam sempre pronti, alla bisogna, a dar aria a qualche buona bottiglia …

Tre primati italiani in pochi giorni (60 donne con Zaynab Dosso, 3000 donne con Nadia Battocletti e 1500 uomini con Ossama Meslek), a cui vanno aggiunte altre performance che riportano il sorriso. Uomini e donne sembra abbiano ritrovato la verve di un tempo, di quei favolosi-drammatici anni Ottanta, quando dalle nostre parti, grazie alle intuizioni di Primo Nebiolo, prese piede quell’atletica spettacolo che tanto ha contribuito alla conoscenza e alla diffusione della disciplina.


Come abbiamo avuto modo di scrivere in più occasioni, da allora si è andati incontro ad una crisi che pareva irreversibile. Il mondo correva, saltava e lanciava sempre più lontano. Nuovi atleti si affacciavano alla ribalta ma con prestazioni tecniche decisamente inferiori a quelle ottenute dalla generazione precedente. Nelle manifestazioni internazionali si ritornava eternamente scornati e con zero o pochissime medaglie e con non protagonisti eliminati in abbondanza già nei turni eliminatori.

Poi, … lenta la risalita, culminata con l’irripetibile raccolto olimpico, preceduto da altri successi, a squadra e individuali, in competizioni continentali. Decisamente non paiono risultati fortuiti. La nuova primavera – sarà un caso? –, è coincisa con l’avvento di Antonio La Torre ai vertici dell’organigramma tecnico federale. E qui non scopriamo certo l’acqua calda. In attesa di una sua disamina che avverrà all’indomani dei Campionati di Ancona (“parola di lupetto”, ha promesso) proviamo a riepilogare quanto finora ci hanno regalato piste e pedane.

Sprint Marcell Jacobs guida le graduatorie continentali con il 6”49 di Lodz (11 Feb) ed è al quinto posto in quelle mondiali capitanate dal bahamense Jones (6”45). Quel che più conta, però, è che nelle prime dieci prestazioni al gardesano ne vanno attribuite quattro (oltre al già citato 6”49, il 6”50 di Lievin e i due 6”51 di Berlino e della batteria di Lodz). Una costanza di rendimento che gli avversari sino ad ora non sono stati in grado di dimostrare. Al 19º posto un altro azzurro: Luca Lai con 6”56 (Ancona, 23 Gen).

Fra le ragazze finalmente il regno di Marisa Masullo è stato preso d’assalto e in qualche modo intaccato, grazie al 7”19 della Dosso che è andata a eguagliare quell’antico e quasi trentennale (Budapest, 6 Feb 1983) 7”19 della lombarda. A livello mondiale può essere poca cosa (è preceduta da una cinquantina di atlete, guidate dal 7”00 della polacca Ewa Swoboda (Lodz, 11 Feb) ma in Europa vanta, per ora, una 5ª piazza che lascia ben sperare. 

400 e 800 Movimenti di poco conto, anche per quanto riguarda le liste nazionali. Per ora ci si deve accontentare del 46”41 di Edo Scotti (Ostrava, 2 Feb), settimo all-time in Italia e dell’1’47”43 del neo azzurro Catalin Tecuceanu, ottavo di sempre. In chiave femminile, da segnalare l’eccellente 2’02”12 di Elena Bellò che si guadagna la terza prestazione di tutti i tempi. Ancora irraggiungibile l’under due (1’59”25) di Elisa Cusma datato 2009. Più vetusto il 2’00”85 di Gabriella Dorio (6 Feb 1982).

1000, 1500 e 3000 – Iniziamo da Gaia Sabbatini, un’atleta che sta esplorando nuovi sistemi di preparazione e che a suon di risultati sta conquistando palcoscenici internazionali. Con il 2’38”67 sui mille di Birmingham (19 Feb) ha scalzato dal trono nazionale il 2’39”94 targato Margherita Magnani, oggi consigliere federale, datato 26 Gennaio 2014 (Ancona). Quel che più conta è che con quel risultato è quarta al mondo. Certo, si tratta di una distanza frequentata pochissimo, ma è pur sempre un buon viatico per quei 1500 che paiono il suo terreno di caccia preferito. Alle sue spalle in quel di Birmingham è finita la rediviva Federica Del Buono (2’40”25), ora seconda azzurra all-time.

Nadia Battocletti, altro astro nascente. Dopo il più che brillante 2021, terminato con l’oro europeo di cross, individuale e a squadre Under 23, si è cimentata sugli anelli al coperto, cogliendo un primato italiano (8’41”72, Val de Reuil, 14 Feb) che resisteva dal marzo 2007 (8’44”81 di Silvia Weissteiner, Birmingham, 4 Mar). Ora è 12ª al mondo, a quasi 18 secondi dall’etiope Seyamun (8’23”24), ma seconda a livello continentale a poco più di due secondi dal fenomeno teutonico Kostanze Klosterhalfen (8’39”36). 

Più effervescenti i 1500 maschili, ad iniziare dal nuovo primato nazionale (3’37”29) di Ossama Meslek, centrato in quel di Birmingham. Gara alla quale non era neppure in lista. Poi, per una serie di fortunati eventi, è stato chiamato e, abitando a poco più di un’ora d’auto è riuscito ad essere presente. Leggenda racconta che ha dovuto farsi prestare le scarpe chiodate da una collega. Curiosità: ma quanto possono essere piccoli i piedi di Ossama o quanto grandi quelli della collega? Poco importa. L’essenziale è il miglioramento cronometrico avvenuto (precedente 3’40”04, Miramas 4 febbraio), accoppiato al 7’44”45 nei 3.000 di una settimana prima, terza prestazione italiana di tutti i tempi.

Ad esser sinceri il ragazzo non è proprio di “scuola” italiana, anche se è nato a Vicenza l’8 Gennaio 1997. A tre anni si è trasferito in Marocco con la famiglia e successivamente in Gran Bretagna a Leeds, dove vive e si allena con Matt Yates, oro agli Europei indoor di Genova del 1992. «Finalmente ho risolto i problemi con i tendini e trovato stabilità», racconta al sito FIDAL. Pur con questi miglioramenti si trova lontanissimo dall’élite mondiale (22º), guidata dal norvegese Jacob Ingebrigtsen (3’30”60) e a oltre tre secondi dal secondo in lista, l’etiope Tefera (3’33”70). 

Un vero cataclisma ha investito il “miglio metrico”. Oltre a Meslek, nella top ten nazionale si sono inseriti Pietro Arese, terzo (3’57”86), Nesim Amselek (3’38”42) e Mohad Abdikadar, decimo (3’39”94). Fra e donne ottimo il 4’11”65 di Giulia Aprile, installatasi così al sesto posto di tutti i tempi.

Pentathlon Spazio a Sveva Gerevini salita a 4434 punti, record italiano, in quel di Aubiére. I parziali: 8”50/60H, 1.72/Alto, 12”18/Peso, 6.12/Lungo, 2’09”10/800, personale all’aperto migliorato di oltre 5 secondi). Ma qui c’è ancora molto da recuperare.

 

 

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