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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
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I sentieri di Cimbricus / "E poi non ne rimase nessuno"

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Domenica 20 Febbraio 2022


bach-pechino 

Oggi chiude Pechino con la consegna della bandiera olimpica ai responsabili di Milano-Cortina 2026. Diciamolo pure, una candidatura un po’ forzata, estesa e rischiosa. E i costi? Tutto gratis, lorsignori, lo assicura chi l’ha voluta.

Giorgio Cimbrico

Nessuno ha annotato – o si è sentito di annotare o ha trascurato di annotare – che la Nuova Zelanda ha le stesse medaglie d’oro dell’Italia che, secondo una certa informazione, ha ottenuto risultati incredibili. Nell’elenco dei “caduti” e dei “dispersi”, lo sci alpino maschile, il fondo “lungo” (quello donne, poi, sparito), bob e slittino, tutti vecchi giardini un tempo rigogliosi.
Chi, praticando il realismo ingenuo (la più semplice forma di pensiero: una cosa è così come appare) o accorrendo entusiasta nella schiera di chi sguazza nel consenso, stende paralleli con Albertville o con Lillehammer, mente sapendo di mentire, come diceva GPO, uno che di Olimpiadi fredde o calde se ne intende.

 

C’è qualcosa che non va in questo mondo molto militarizzato, molto dispendioso, molto litigioso? Non è il caso di adombrarsi, l’importante è solo amarsi, diceva una pubblicità, al tempo di Carosello, dell’Alemagna, che finiva inevitabilmente, per necessità di rima baciata, con cuccagna.

Ecco, la cuccagna. Perché ora dobbiamo tutti amare, aspettare, comporre epinici e strambotti per Milano-Cortina 2026 che, per chi non l’avesse ancora capito, si dice “Ventiventisei” perché la lingua corre, si evolve, perbacco, e non è il caso di interpellare l’Accademia della Crusca: se stassimo ancora a schemi barboggi che Giochi saressero?

Svegliarsi, upgradarsi, rendere i sogni solidi come certe montagne che possono correre pericoli, velocizzarsi, snellire, non badare per il sottile. Non si può buttare un’occasione su cui è appiccicata un’etichetta che fa sbavare: Grandi Opere. Impianti, villaggi, vie di comunicazione, nuovi collegamenti. Per gli impianti e i villaggi vedere alla voce Torino 2006. Come in un vecchio giallo di Agatha Christie: e poi non ne rimase nessuno. Ma sedici anni fa, almeno, non vennero praticanti interventi sulla viabilità del territorio dentro cui era stato sistemato l’areale olimpico, molto più ridotto rispetto alla parcellizzazione di Milano-Cortina che prevede sedi di gara in Lombardia, Veneto, Trentino, Sud Tirolo. Alto Adige, bitte.

Con la consegna della bandiera l’eccitazione sale e quel che è lontano è avvertito come dannatamente vicino, e molto eccitante. Sarà ancora possibile contare sulla pattuglia delle donne che hanno garantito il galleggiamento? Come si opererà per la nascita e lo sviluppo di nuove generazioni? Qualcuno parla di una pista di curling a Partinico, del sorgere di nuovi poli geografici per il biathlon e il freestyle, gobbe o mezzo tubo fa poca differenza.

Nord e Sud, isole comprese, uniti nella lotta per Milano-Cortina “Ventiventisei”. Purché il cambiamento climatico non proceda, come sta facendo, con gli stivali delle sette leghe. Quelli che stanno al vertice non vogliono vivere un caldo inverno del loro scontento.

 

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