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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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Piste&Pedane / L'atletica alla ricerca della stabilita'

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Venerdì 30 Luglio 2021


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Prima giornata con 17 atleti e una sola gara da medaglia, i 10.000 che Crippa non riesce ad interpretare. Risultati in chiaro-scuro: dall’eccellenza dei siepisti al record della 4x4 “mista” ma fuori dalla finale.

Daniele Perboni

Resistere. Resistere almeno per la prima notte. Resistere per seguire Gianmarco Tamberi, impegnato nelle qualificazioni dell’alto. Le prime ore passano “quasi” tranquille. Caffè, gelato, scambi di WathsApp con amici, figli e umanità varia. Solo così riusciamo a sapere delle buone prestazioni dei nostri siepisti. Tre iscritti, due passano il turno. Inizia Ala Zoghlami: quarto in 8’14”06, record personale. «Sono maturato mentalmente e con un allenatore giusto [Gaspare Polizzi, NdR]. Ci siamo detti che dobbiamo puntare in alto. E il mio tecnico non è uno che si accontenta facilmente». Eccolo l’atteggiamento giusto.

A seguire vediamo Ahmed Abdelwahed. È terzo (8’12”71). «L’obiettivo era di finire fra i primi tre, così da non rischiare la qualificazione. Ero emozionato, è pur sempre un’Olimpiade. Ringrazio amici e genitori». Terza batteria e va in scena il gemello di Ala, Osama Zoghlami. Niente fa fare. Finisce quarto nel turno più lento (8’19’51). I suoi Giochi finiscono qui, nonostante Gaspare.

Ecco l’alto con Tamberi e Stefano Sottile, 2.33 di personale ma ottenuto esattamente due anni fa a Bressanone, e solo 2.20 quest’anno. Uno che personalmente non avremmo mai portato a queste latitudini. Difatti non riesce ad andare oltre i 2.17 poi si ferma per infortunio. Così dicono i comunicati ufficiali. 

Fari puntati su Tamberi dunque. Lo vediamo nei tentativi a 2.17, 2.21 e 2.25, passati senza errori. Poi… a un certo punto me cala la palpebra e … buonanotte a tutti. Sarà per domattina. 

Ore 9,30. Sveglia. Altro caffè e subito si accende il fidato iMac. La moglie toglie il gusto della sorpresa: «Allora Tamberi ce l’ha fatta». Due salti sono bastati per portare a casa 2.28 e la qualificazione. Meritata, se non altro per le note vicissitudini subite dal 2016 ad oggi. La finale sarà un’altra gara.

Passano il turno anche Alessandro Sibilio nei 400 con barriere (terzo nella 3ª batteria con 49”11, dove si è imposto il pretendente al titolo Karsten Warhol con 48”65), Elena Bellò dove l'azzurra è sesta con 2’01”07 nella sesta batteria vinta dalla britannica Reeke (1’59”97). Chiude Anna Bongiorni nei 100 (11”35), pure lei terza nella terza serie.

Ed è qui che si registra un vero e proprio movimento tellurico mai osservato su piste sintetiche negli ultimi trent’anni. Forse anche di più. In sei stampano tempi inferiori agli 11 secondi. Nell’ordine: Elaine Thompson (Jam) 10”82/0,1; Kambundji (Sui) 10”95/0,1 (RN eguagliato); Ta Lou (Civ) 10”78/-0,3 (record africano); Neita (Gbr) 10”96/-0,3; Fraser-Pryce (Jam) 10”84/1,3; Del Ponte (Sui) 10”91/1,3 (RN). A queste si potrebbe aggiungere la nigeriana Nwokocha con 11”00/1,3. Insomma, un bel correre… Merito delle nuove scarpe? Difficile pensare diversamente.

Ok la tecnologia (una volta si gareggiava senza blocchi, scavando buche nella pista. Raccontava Carlo Monti che all’inizio “quegli aggeggi quasi sconosciuti per noi” furono vietati, almeno Italia, pena la squalifica), ma la Federazione Internazionale dovrebbe intervenire almeno per permetterne l’uso a tutti indistintamente. Un po’ come accade nei lanci. Non siamo al corrente se il regolamento è cambiato, ma sino a qualche anno fa gli organizzatori mettevano a disposizione dei concorrenti attrezzi per tutti. Salvo lasciare libertà di usare i propri …

Capolavoro di Nadia Battocletti nelle batterie dei 5000. Compito solo apparentemente facile il suo. Giovane, poca esperienza internazionale, specie a questi livelli. Poteva anche essere sopraffatta dall'emozione. Non è avvenuto. Con “gente” che corre anche mezzo minuto più veloce, parole sue, ha mantenuto la calma, non si è fatta sorprendere, ha accelerato nell’ultimo giro (poco più di 60 secondi, ultimo km in 2’43”), rimontando sul rettilineo finale. Il raccolto? Terza piazza, qualificazione diretta, record personale (14’55”83) e seconda incursione sotto i 15 minuti, dopo il 14’58”73 di giugno a Nizza. «Sapevo che non sarebbe stata una gara su ritmi alti. Fino ai tre chilometri ero tranquilla. Pensavo, le vedevo spintonarsi, allargarsi, rallentare. Negli ultimi duecento ho capito che potevo giocarmi le mie carte in volata». 

Male, molto male Yeman Crippa. “Solo” undicesimo (27’54”05) in una gara lenta che ha visto il successo dell’etiope Salemon Barega (27’43”22) davanti agli ugandesi Joshua Cheptegei (27’43”63) e Jacob Kiplimo (27’43”88), il podio in 66/100 dopo dieci chilometri. «Mi aspettavo tutta un'altra gara, una prova da 27 minuti, o anche sotto, e invece è venuta fuori una corsa a strappi, molto tattica. Ai 5000 ho capito che l'obiettivo del record italiano era andato, e ho provato a concentrarmi sul piazzamento, ma si sono susseguiti troppi cambi di ritmo, e ora, a posteriori, dico che avrei probabilmente dovuto cercare di rimanere costante sul ritmo».

Olimpiadi subito finite per Vittoria Fontana (11”53 nei 100), Giovanni Faloci (57.33 nel disco, ventinovesimo su 33 concorrenti) e Daria Derkach (13.90 nel triplo). Altri due atleti che non meritavano il viaggio. Fuori anche la “speranza” 4x400 mista. Pur avendo sacrificato Edoardo Scotti, iscritto anche nella prova individuale, e centrato il nuovo record italiano (3’13”51), Edo, Alice Mangioni, Rebecca Borga e Vladimir Aceti non hanno agguantato il pass. E dire che si puntava molto su questa prova. Evidentemente siamo ancora troppo lontani dall’élite. Il giro di pista, dove siamo nettamente migliorati negli ultimi due anni, sia con uomini che con donne, non ha ancora compiuto il balzo di qualità decisivo.

Conclusioni? Giornata buona con qualche accumulo nuvoloso. Evidentemente l’alta pressione non riesce ancora a garantire stabilità su tutta la penisola.

 

 

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