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Piste&Pedane / Una tempesta in un bicchier d'acqua?

Giovedì 22 Ottobre 2020


arena-milano

 

Appena inaugurata di nuovo (ma quante volte è già accaduto in passato?), attorno all’Arena – il più antico impianto sportivo italiano – scoppiano le prime polemiche. Tutto giusto? Cerchiamo di capire.

Daniele Perboni

Dopo oltre cinque anni di chiusura finalmente l’Arena Civica Gianni Brera, a Milano, ha riaperto i battenti e, come accade (quasi) sempre dalle nostre parti, inteso come stivale, immancabili sono scoppiate le polemiche. Furibonde. A suon di lettere (cartacee ed elettroniche, visti i tempi moderni in cui viviamo) che viaggiano fra presidenti di società, sedi federali (provinciale, regionale e nazionale) uffici comunali, giornali. L’oggetto del contendere?


Gli orari in cui si può usufruire dell’impianto, fresco fresco di ristrutturazione. Il Comune, infatti, ha stanziato una cifra che si aggira attorno ai 2,7 milioni di euro. Non tutti per la sola pista, naturalmente.

 


Che sarà mai accaduto di tanto grave? Semplice: l’impianto napoleonico per diciassette ore settimanali è stato dato in concessione ad una società privata, la “Sprint Academy”, una SrL, lasciando di stucco le storiche società milanesi che da sempre calcavano piste e pedane con atleti giovani e vecchi e allestendo i “classici” corsi di avviamento per i giovanissimi. Qualcuno si chiederà “che saranno mai 17 ore settimanali, perché tanta cagnara? Una tempesta in un bicchier d’acqua!”. Non proprio. Proviamo a riassumere.

a) Dallo scorso autunno la suddetta Srl si è messa in contatto con il Comune (“Lavorando dietro le quinte” denuncia il prof Stefano Auletta, presidente dell’Atletica Meneghina) per poter usufruire dell’Arena e, pare, cercando anche di stanziarsi nei locali che attualmente occupa il Comitato Provinciale. Sta di fatto che il suo scopo è stato raggiunto con l’assegnazione delle famose 17 ore, in momenti della giornata che vanno dalle 12,00 alle 15,00 (prorogabili fino alle 16,00 il martedì e giovedì).

Come userà tutto questo tempo la “Sprint Academy”, visto che conta solo quattro tesserati? Elementare, Watson: far allenare in splendida solitudine Filippo Tortu (tesserato per le Fiamme Gialle, società laziale), fratello di Giacomo, presidente della suddetta Società commerciale! Che, come tutte le aziende, nel suo DNA non può che avere un fine: il lucro (dalla Treccani: “guadagnare denaro […]. Non ha sempre il valore spregiativo […]; talvolta è usato col senso più oggettivo di ottenere un vantaggio economico. Oppure: acquistare, conseguire un bene o un vantaggio spirituale.” Ma non pare questo il caso, …).

Appena resa nota la tabella di suddivisione delle diverse ore per l’usufrutto, la rivolta è scoppiata. ABC Progetto Azzurri, Bracco Atletica, CUS Milano Pro Patria, Atletica Meneghina, Nuova Astro Atletica e Riccardi Milano 1946 sono partite all’attacco, chiedendo un incontro con i diversi soggetti, in primis con la FIDAL. “Chiediamo alle Federazioni regionali e provinciali un intervento preciso e deciso, senza compromissioni di sorta, volto a chiarire la propria opinione nel merito.” Risposte? Assordante silenzio! Solo un breve accenno da parte del presidente Alfio Giomi a Repubblica-Milano, nel quale ha affermato: “Abbiamo dato l’ok a questo accordo proprio perché l’impianto in quelle ore non è stato dato in esclusiva a Sprint Academy (non pare proprio così, NdR), ma può essere utilizzato da tutti gli atleti di alto livello, ad esempio da chi è stato chiamato in Nazionale negli ultimi due anni. In più nell’ultima mezz’ora gli atleti FIDAL possono unirsi e fare riscaldamento (Riscaldamento? Alla fine dell’allenamento?, NdR), avendo quindi più tempo a disposizione per gli allenamenti.

b) Giacomo Tortu afferma che il fratello Filippo e i 50 o 60 atleti di interesse internazionale porteranno gran lustro all’impianto, “arricchendo Milano”. Ma davvero l’atletica italiana ha così tanti atleti di interesse internazionale? Tutti stanziati a Milano e dintorni? Tutti disponibili nelle medesime ore? Tutti felici di allenarsi in un clima come quello meneghino e con un’alta, se non altissima, percentuale di inquinamento? Tutti bisognosi di un centro di alto livello come l’Arena dove esiste una sola palestrina e neppure tanto attrezzata? Tutti raggianti di perdere ore alla ricerca di un parcheggio perché attorno all’Arena è praticamente impossibile trovare spazi liberi? E Formia che ci sta a fare? Già, quello è “solo” un paese, come sostiene perentorio il signor Giacomo.

c) Sino a ieri Filippo Tortu si allenava sulla pista di Giussano, a una decina di minuti da casa. Ha le chiavi dell’impianto e può accedervi quando e come desidera, allenandosi in splendida solitudine. Grazie anche alla sua presenza l’amministrazione ha messo mani al portafoglio per ammodernare la pista che, ci è stato confermato, sarà pienamente operativa entro gennaio. Dunque, perché mai sobbarcarsi un’ora di viaggio nel traffico metropolitano per andare ad allenarsi a Milano? Potrebbe usare i mezzi pubblici: già, e il rischio di contrarre il virus? Non pare proprio un’idea azzeccata! Meglio l’auto, meglio l’Arena per esercitarsi da solo, …

d) I primi “contraccolpi” si son già visti. Nelle ore incriminate diversi giovanissimi sono stati relegati fuori dall’Arena, nel parco pubblico, mentre al suo interno sgambettava l’incantevole e solitario Pippo.

 

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