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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Saro' Greve / Perche' Camilleri ammirava la Farnesina

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Lunedì 22 Luglio 2019


camilleri


"Che lo sport sia cultura, è dimostrato dalla circostanza che, come la musica e poche altre attività umane, è aperto a tutti senza distinzione di razza, di sesso, di nazionalità, di istruzione. Forse c’era anche questo nel messaggio di Camilleri".

Vanni Lóriga

Andrea Calogero Camilleri fu Giuseppe e fu Carmelina Fragapane, nato a Vigata (Porto Empedocle!) il 6 settembre 1925 da alcuni giorni riposa nel Cimitero Acattolico di Roma. Di lui, un profeta in tutti i sensi, molto è stato scritto ed a noi resta da aggiungere solo qualche valutazione sul rapporto che ebbe con il mondo dello sport. Lo facciamo riassumendo sue dichiarazioni ed altrui autorevoli testimonianze. Da ragazzo Camilleri detestava il calcio. Il padre era presidente della locale squadra, la Empedoclina, che partecipando a campionati locali giocava nei paesi limitrofi. “Ogni partita finiva a mazzate – raccontava lo scrittore – ed a casa attendevamo con apprensione il suo ritorno”.

La vera scoperta avvenne una domenica per caso, seguendo alla TV una partita. Rimase affascinato nel constatare che si trattava di una impresa di gruppo (uno per tutti e tutti per uno si potrebbe riassumere) la cui la trama di gioco era tessuta con passaggi millimetrici e spesso imprevedibili.

Scriveva con la disciplina di un atleta

“Era un cieco che ci vedeva benissimo”, ha ricordato Mauro Berruto sul Corriere dello Sport evidenziando che “quel gigante della letteratura dichiarava di farla con la disciplina di un atleta”. Si riteneva un centometrista, ma la editrice Sellerio lo indusse ad essere un maratoneta.

Centoundici i suoi libri editi, “tramutando qualità in quantità” e dando soprattutto dignità culturale allo sport. attività in cui tutti sono protagonisti, dai giocatori agli allenatori, dai dirigenti agli spettatori, dai cronisti agli arbitri e giudici. Che lo sport sia cultura, e non lo dico solo io, è dimostrato dalla circostanza che, come la musica e poche altre attività, è aperto a tutti senza distinzione di razza, di sesso, di nazionalità, di istruzione. Forse c’era anche questo nel grande messaggio di Camilleri.

Quando i Cadetti studiavano negli USA

Il quale, in una intervista televisiva, parlò del suo insegnante di Educazione Fisica al liceo. E lo descrive come Uomo vero e preparatissimo, in quanto proveniente dalla famosa Farnesina.

Per i pochi che non lo sapessero spieghiamo cosa fosse questa Farnesina. Si trattava della Accademia Fascista di Educazione Fisica nata nel 1927 e che inizialmente si avvalse delle strutture della Scuola Centrale Militare istituita nel 1920 proprio nei terreni degli antichi Orti di Paolo III Farnese. Per quello la zona è nota con il nome di Farnesina e coincide con l’attuale Ministero degli Esteri (noto infatti con questo appellativo). L’Accademia si sposta poi in quella che sino al 1944 sarà la sua sede definitiva, l’attuale Palazzo H che ospita il CONI.

L'Accademia è ammirata da tutti. Renato Ricci, che prima di realizzarla aveva girato il mondo per documentarsi su quanto già attuato nelle altre nazioni, vara un severissimo piano di studi. Illustri docenti sono chiamati ad insegnare, oltre alle solite materie, anatomia, fisiologia. pedagogia, arte applicata, canto, francese ed inglese.

Ma la preparazione dei Cadetti (selezionatissimi) si apre a nuovi orizzonti. Dal 16 febbraio a fine luglio del 1931 quaranta di loro compiono un viaggio di istruzione negli Stati Uniti, frequentando un corso ispirato alle teorie di Bernard Macfadden, autore di una monumentale “Enciclopedia della salute” che in otto volumi spazia dalla alimentazione alla pratica di svariati sport: atletica, basket, baseball, lotta libera.

I cadetti seguono i corsi presso l'Accademia “Castle Heights” a Lebanon. nel Tennessee. Girano anche gli USA, ricevuti dal Presidente e dal Sindaco di New York ed a Rochester da George Eastman, fondatore della Kodak. E sarà proprio una foto Kodak ad eternare nel 1932 la sconfitta nella finale olimpica dei 400 del primatista del mondo Ben Eastman, che alcune fonti indicano come figlio di George. Ma non ci giurerei, ... ma se non fosse vera è bene inventata.

Tornarono in Italia con un prezioso bagaglio di nuova cultura. Fra i “40 Cadetti 40” c'erano anche i siciliani Ignazio Badami, Ercole Corsaro, Scipione Faranda, Giovanni e Peppino Russo. Chissà se a qualcuno di essi non si riferisse il nostro Maestro Andrea Camilleri?

PS – A chi dovesse segnalarmi che per una volta non ho parlato della Sardegna, comunico che Giuseppe Camilleri, padre di Andrea, combattè durante la prima guerra mondiale come ufficiale nella Brigata Sassari. Unico Siciliano in un reparto formato solo da Sardi. Alla prossima.

 

 

 

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