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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Lo sport e' entrato in una nicchia ...

Domenica 19 Maggio 2019

 

coniglietto 

 

... è trascurabile: è obbligatorio parlare e scrivere e far interessare di massimi sistemi chi vive di minimi interessi. Hanno preso il potere i procuratori, le procuratrici (e mogli), i ricconi e i riccastri che hanno messo le mani sul calcio e su tutto il resto.

 

Giorgio Cimbrico

Cronache di divorzi: neanche quelli di Liz (Taylor, naturalmente) ricevevano tanta attenzione, tanti fremiti. Quello di Daniele De Rossi dalla Roma (ingrata …) ha scavalcato le cronache parlamentari, ha concesso poco spazio alla previsione sulla crisi di governo azzardata da chi abita nel Palazzo, ha creato commozione e rabbia tra le legioni di chi non ha altro a cui pensare, ha evocato vecchi adagi: la riconoscenza non è di questo mondo. Baci, veleni, abbracci, ipocrisie. Se è un cocktail, continuo a preferire il vecchio e solido Negroni.

A seguire, l’affare “Allegri Agnelli” (Happy Lambs?), affrontato da chi è nel giro con una seriosità grave. Giusto, perbacco: di mezzo c’è una quotazione in borsa, un oscillare delle azioni, in terribile ribasso dopo l’impresa dei giovani ajacidi, in rialzo, pare, dopo che è stata risolta, con un taglio netto, la crisi della governance. Altra parola che mi fa venire l’orticaria. Mi gratto e vado avanti.

Prime pagine dei giornali cosiddetti sportivi e dei telegiornali “dedicati”: sarebbe necessario far intervenire Walter Matthau, direttore nell’omonimo film (in coppia con un altro irresistibile, Jack Lemmon) per averne di meno brutte, perlomeno con qualcosa che ricordi che le testate dovrebbero occuparsi – e una volta si occupavano – di uomini e donne che corrono, saltano, prendono a calci un pallone tondo, ovale o a spicchi, praticano insomma un’attività motoria. Hanno preso il potere i procuratori, le procuratrici (e mogli), i ricconi e i riccastri che hanno messo le mani sul calcio e su tutto il resto. All’ingresso della Pinetina, voluta da Angelo Moratti, c’è un cartello: Suning è scritto molto grande, Internazionale F.C. molto più piccolo.

Quel che importa, quel che viene imposto, con lo sport non ha niente a che vedere. Lo sport è entrato in una nicchia, è trascurabile: è obbligatorio parlare e scrivere e far interessare di massimi sistemi chi vive di minimi interessi. Alla Juventus hanno speso – e dovranno spendere – una marea di soldi per Cristiano Ronaldo, quello che va all’allenamento in Rolls Royce Suv, e non hanno vinto la Coppa dei Campioni, non ci sono andati neanche vicini, e allora bisogna cambiare. Sapete quante Coppe dei Campioni ha vinto sir Alex Ferguson in un quarto di secolo passato al Manchester United? Due. La prima vent’anni fa, tra il 90’ e il 91’30” in un rovesciamento che ebbe l’unico aggettivo consentito: miracoloso.

Ma qui in Italia il tempo permesso è poco, è ristretto come un espresso. Un autorevole commentatore ha affermato che qui cinque anni sono un lungo tempo, che il fenomeno di logoramento è molto più rapido. Perché, non si sa. Sul logoramento sono fermo a quel che diceva Andreotti. I prossimi giorni, le prossime settimane saranno la lotteria dei nomi, il turbine delle indiscrezioni, il lancio dei sondaggi, gli interrogativi da spargere come un gas nervino.

Preferisco farmi altre domande. Perché uno della serie dei “Covoni” di Claude Monet ha spuntato 110 milioni dollari e il coniglietto in acciaio inossidabile a specchio di Jeff Koons (tra le altre cose, ex marito di Ilona Staller) ha raggiunto quota 91? (nella foto).

Perché gli Internazionali di Roma, che qualcuno, con una certa compiacenza, ha etichettato Quinto Slam, hanno il record dei ritiri? La tradizione è piuttosto consolidata e anche questa edizione non ha fatto eccezione. Forse perché Roland Garros – Slam Doc – è sul filo dell’orizzonte?  

Perché Silvio Berlusconi vuole che al Monza i suoi giocatori siano sbarbati, con i capelli corti, senza un tatuaggio?

Perché se uno si accende una sigaretta, anche per strada, viene guardato come un appestato o un untore, mentre le compagnie di scommesse possono martellare al corpo e in testa in TV, sui giornali e sui quei telefonini dove scorrono dita frementi?

 

 

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