- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Che sia fatta la volonta' dei social

Mercoledì 5 Settembre 2018

 

tamberi-2

 

D’ora in poi saranno gli amati followers a dettare la rotta. Con un clic. Scenari poco rassicuranti.

 

di Giorgio Cimbrico

La leggenda narra che Mozart, giunto alla vigilia della “prima” del Don Giovanni, non avesse ancora scritto l’ouverture che, per un dramma giocoso, doveva essere armoniosa e satanica. Non facile, neppure per lui. Chiese consiglio al fido Lorenzo da Ponte che convocò in una taverna praghese Giacomo Casanova, ormai vecchio, non più ben “armato” ma pur sempre sulfureo e dopo l’incontro, Mozart scrisse di getto l’introduzione. Quasi sicuramente non è vero niente, ma ha il suo fascino. Molto più credibile è la versione che vede Wolfgang sedersi davanti al cembalo, con carta e penna d’oca a disposizione, trovare il filo a cui annodare quel che è possibile ascoltare e riascoltare: in quei pochi minuti, la concentrazione della trama sino al dramma finale, sino all’aprirsi dell’Inferno, sono alla portata delle nostre orecchie, del nostro cervello, dei nostri occhi, persino.

Tutto questo mi è venuto in mente – in tema di incertezza, proprio come la Zerlina di vorrei e non vorrei … – dopo il referendum lanciato da GianMarco Tamberi detto Gimbo su uno dei social media da lui battuti come agevoli e amati sentieri: “Gareggio o no a Pescara? Decidete voi”. Mi ha fatto una certa impressione, così come mi fa una certa impressione quando Casaleggio invoca la democrazia diretta, quella che si esplica attraverso un clic, la pressione di un dito. Gli scenari evocati non sono rassicuranti.

Nel mondo social spesso venato di cattiveria, striato di invidia, segnato di ignoranza, cosparso di rabbia, punteggiato di isteria e di amori sterminati e di pronto consumo, privo di riflessione, cosa significa lasciare la scelta alle schiere degli adepti, altrimenti detti followers?

Una risposta: compiacerli, farli sentire importanti, decisivi in una scelta, arbitri. E così renderli ancora più fedeli, numerosi, innamorati.

Un’altra risposta: dopo le tappe della resurrezione (2.33 a Eberstadt, 2.31 a Bruxelles), si trattava di misurare l’impatto sul suo popolo. O, più semplicemente, far parlare di sé.

Terza risposta che contiene una domanda: Tamberi applicherà anche in futuro un simile comportamento per altri appuntamenti?

In un trattatello sospeso tra la sociologia e l’estetica può esser tranquillamente enunciato che lui, “Gimbo”, può permetterselo: è bello, simpatico, schiaccia a canestro, vola senz’ali, si rade metà del viso. Dategli un mantello e un paio di stivali ben lustri e sembrerà George Byron che seminò di cuori spezzati il cammino che da Londra, via Svizzera, Venezia, Ravenna, Pisa, Genova, lo portò in Grecia. È tutto quello che uno qualunque vorrebbe essere. Non votatelo, attendetelo.

 

Cerca