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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
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Osservatorio / Berlino, una occasione da non mancare

Mercoledì 18 Luglio 2018

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di Luciano Barra

Prime considerazioni sulla stagione italiana dopo le rassegne giovanili e guardando agli imminenti Europei di Berlino.

L’Italia dell’atletica si avvicina a Berlino, a quello Stadio Olimpico che suscita i ricordi incancellabili (sia chiaro, io non c’ero) dei Giochi del 1936 e della finale dei Mondiali di calcio del 2006. Meno memorabili i nostri risultati ai Mondiali di atletica del 2009 dove iniziammo la serie degli “zero tituli”. La stagione europea è finora difficile da interpretare per diversi motivi. I britannici nell’anno europeo devono sempre equilibrare la loro preparazione con i Giochi del Commonwealth, quest’anno svoltisi “down under” in primavera. I Mondiali di calcio hanno condizionato il calendario e molti Campionati Nazionali sono in programma nei prossimi due week-end.

Aspettiamo quindi le prossime due settimane per analizzare le nostre possibilità in vista di questi Campionati che per la prima volta si svolgeranno in una forma combinata con altre sette discipline nei dieci giorni previsti fra Glasgow e la capitale tedesca. Intanto è di queste ore l’annuncio degli organizzatori che sono stati già venduti 250mila biglietti (una media di 40.000 al giorno per uno stadio enorme). Un successo.

Per quanto riguarda l’Italia al di là di alcuni exploit individuali, fra cui quello eccezionale di Filippo Tortu, su cui abbiamo già scritto, le occasioni più interessanti sono state quelle del Golden Gala, dei Giochi del Mediterraneo e dei Mondiali Juniores appena terminati. L’Italia ha coraggiosamente deciso di far svolgere i campionati assoluti nella seconda parte della stagione. Sarà una decisione da applaudire se si dimostrerà utile a far arrivare i nostri ragazzi in forma nell’Olympiastadion di Berlino, da rivedere in caso contrario.

Merita per ora citare un fenomeno abbastanza nuovo per la nostra atletica: dimostrarsi forte nel giro di pista, sia nei 400 che nelle varie staffette e nei 400 ostacoli femminili. Peccato per i 400 ostacoli maschili che avevano iniziato la stagione in maniera promettente ma che causa infortuni ed altro non paiono in grado di mantenere le promesse. Su questo, come aperitivo, prima di fare prossimamente previsioni più mirate sulle nostre possibilità a Berlino, voglio soffermarmi.

Ha fatto bene la Gazzetta, a firma di Fausto Narducci, ad evidenziare i nostri risultati nelle staffette del miglio, in particolare quella maschile (Berna, Tarragona e Tampere), per non parlare di quella femminile che ci aveva già abituato ad ottimi risultati e che ora – grazie alla formazione “all black” (ma che brutta espressione) – è passata dalle pagine sportive a quelle politico/sociali.

È certo vero quanto detto da Narducci che la staffetta del miglio è un po’ la cartina al tornasole per la forza atletica di una nazione, paragonandola all’Otto del canottaggio. Nel nostro caso è stato importante vedere lo spirito combattivo con cui i ragazzi delle varie formazioni si sono battuti. A Berna vincendo e segnando il miglior risultato europeo dell’anno, a Tarragona battendo i favoriti spagnoli, e cancellando il fatto di essere stati sopravanzati nel medagliere dell’atletica dal Marocco, e a Tampere sfruttando l’errore degli americani, ma dimostrando personalità con una squadra sapientemente messa in campo da Stefano Baldini, così come era accaduto lo scorso anno a Grosseto.

A Tampere, per quel che vale, tutte e quattro le squadre delle staffette sono andate in finale. Ciò potrebbe accadere anche a Berlino e credo, non ho avuto il tempo di verificare anche se essendo stato presente a 17 edizioni non ricordo che sia mai accaduto, sarebbe la prima volta nella storia degli Europei. E sarebbe un segnale importante. Delle quattro staffette le due maschili e la 4x400 femminile non dovrebbero aver problemi, mentre la 4x100 femminile dovrà superarsi ed avvicinarsi alla barriera dei 43 secondi netti per accedere alla finale.

Medaglie nelle staffette? La 4x100 maschile può sognare questo obbiettivo avendo come rivali principali Gran Bretagna e Turchia, con la Francia in difficoltà causa l’infortunio di Lemaitre. Inutile dire che potendo contare sulle due frecce dei 100 (Tortu e Jacobs) e su due forti duecentisti (Desalu e Manenti) possiamo anche ambire ad un nuovo record Italiano cancellando quanto stabilito a Barcellona nel 2010. La 4x400 maschile ha dimostrato di essere in grande progresso rispetto ai mediocri risultati degli ultimi anni. Qui una medaglia non è facile causa la presenza di formazioni sulla carta più forti, vedi Gran Bretagna, Spagna e Belgio. Ma come si è visto a Tampere tutto è possibile perché il testimone va portato al traguardo (e non tutti ci riescono). L’obbiettivo minimo dovrebbe essere aggiornare il record Italiano vecchio di 32 anni, il glorioso 3’01”73 di Bongiorni, Petrella, Zuliani e Ribaud risalente a Stoccarda 1986. Non so quali siano le condizioni di Corsa infortunatosi recentemente. Per fortuna abbiamo abbondanza di atleti intorno ai 46”, ma qui vanno “studiati” gli avversari e valutate le qualità individuali. E perché no, Andrew Howe in una frazione interna?

Nelle staffette femminili possiamo contare su una squadra compatta e motivata nella 4x400. Sotto i 3’26”0 si può sperare in una medaglia. Qui ripeto un concetto già espresso: la squadra va messa in campo non solo tenendo in conto le qualità di ciascun componente, ma anche in funzione degli avversari. Azzardo un suggerimento: la Grenot deve correre in seconda o terza frazione, va sfruttata la sua capacità in una frazione interna che può garantire la squadra di rimanere “agganciata” alle migliori. Per quanto riguarda la 4x100 femminile l’obbiettivo della finale è sicuramente più difficile, ma i miglioramenti individuali dovrebbero permettere il raggiungimento di questo obiettivo minimo.

Il giro di pista, quello dei 400 metri, è stato anche per noi il leitmotiv nei Mondiali Junior (a me piace chiamarli così) e in quelli Europei degli Allievi (Under 18) e in questo senso vanno considerate le eccellenti prestazioni di Scotti (nella foto IAAF) e di Benati. Senza offesa per nessuno nella retata giovanile di queste due settimane questi sono loro i pesci grossi rimasti nella rete. Mi sono già espresso lo scorso anno sul significato – per le categorie giovanili – dei medaglieri e delle classifiche a punti e ciò vale ancora oggi. Soprattutto se si considera che rispetto al passato prossimo mancano all’appello le medaglie (almeno una decina) ed i finalisti (una ventina) della Russia. E ripeto quanto scritto lo scorso anno: la maggioranza dei nostri campioni, e quelli di altri paesi, a questa età non hanno quasi mai fatto sfracelli. La Francia, ed e stato ribadito in un recente seminario organizzato dalla FIDAL non finalizza su questi campionati, e si vede.

Accontentiamoci di quanto abbiamo, del nuovo spirito ma, soprattutto, restiamo con i piedi per terra.

 

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