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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Saro' greve / Una storia (e tre grandi) da ricordare

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Lunedì 9 Luglio 2018

 

 mennea-1977


E il saggio Viscusi ammonì: "Vedi, Pietro, se non vai forte non esisti, ... nessuno si ricorda già più di te, ...".


di Vanni Lòriga

La foto che apre questa puntata di “Sarò greve” fu scattata a Düsseldorf il giorno 3 settembre 1977. So che esistono nella storia dell’atletica italiana altri 3 settembre più importanti: basta ricordare quello del 1960 con la duplice-accoppiata di Livio Berruti (titolo olimpico e doppio record mondiale). Ma non su questa volevo attirare la vostra attenzione, ma sull'altra che troverete più avanti (scattata da Salvatore Massara). Pubblico questo documento per molti motivi. Li elenco. Il primo è che sono stato diffidato, da persona dedita all’elargizione gratuita e non richiesta di buoni consigli, dal riproporre la mia immagine. Che in questo caso mi colloca all’estrema destra. Il fisioterapista in piedi è il mitico Raffaele Viscusi, il paziente che si sottopone alle sue cure è un certo Pietro Paolo Mennea.

Come detto, ci troviamo a Düsseldorf per la prima edizione della Coppa del Mondo e nella giornata inaugurale Mennea si è classificato solo quarto nei 100 metri. Non sta molto bene, accusa piccoli fastidi muscolari, ha qualche linea di febbre e lo attende il giorno successivo la corsa sui 200 metri.

Diversi colleghi stranieri malignano: “Non ha la bronchite, magari ha la Raynite, …”, riferendosi al velocista della DDR Eugen Ray che nella gara più breve si era classificato secondo (Williams 10”13, Ray 10”15; il cubano Leonard 10”19 e Mennea solo 10”37).

E Raffaele, non so se migliore come psicologo o come fisioterapista, lo ammonisce: “Vedi Pietro, se non vai forte non esisti, … nessuno si ricorda già più di te, …”.

loriga-77 2


Per questo ho voluto ritornare a quel giorno, Avevo il dovere di farlo. L’indomani si corrono i 200 metri. Li raccontiamo insieme al caro Marco Martini: “Partenza bomba di Ray in terza corsia mentre Leonard (in 7ª) si auto-elemina con un avvio atroce. All’inizio del rettilineo il tedesco viene ingoiato da Edward e Mennea … Ai 150 il nostro sembra riuscire a passare, ma Edwards, fisico da sollevatore di pesi, cambia marcia e prende un leggero vantaggio che gli è sufficiente …”. Vince, ma con lo stesso 20”17 di Mennea.

Che pertanto è guarito del tutto e sicuramente non era soggetto a nessuna raynite. Ricordiamo, per inciso, che un anno dopo, a Praga, avrebbe fatto scintille con il doppio titolo europeo e due anni dopo a Città del Messico con il record mondiale (19”72 del 12 settembre).

Tornando alla Coppa del Mondo di Düsseldorf ci sono almeno un paio di altri motivi per ricordarla. Il primo è firmato dal secondo posto di Sara Simeoni nel salto in alto (anche lei già pronta per il mondiale).

Il secondo è legato a un altro argento che spesso è dimenticato. Si è giustamente celebrata la grande carriera di Irena Szewinska, sottolineando che anche in quella Continental Cup aveva dominato 200 e 400, contribuendo al secondo posto della squadra europea nella 4x400, E nella stessa formazione venne schierata in prima e delicata frazione la nostra Rita Bottiglieri. Il tempo finale fu di 3’25”8… ottimo anche adesso e che somiglia molto al 3’28”08 delle nostre ragazze campionesse del Mediterraneo.

 

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