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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Nuovo governo e vecchia politica

Mercoledì 27 Giugno 2018


conte 2 











Galleria di personaggi che oggi dominano la politica e con i quali bisognerà pur sempre far di conto.


di Giorgio Cimbrico 


La fisiognomica – il carattere che deriva dai tratti del volto – e, di pari passo, quello che è passato alla storia della scienza come il pensiero del professor Lombroso, hanno spesso ricevuto l’etichetta di teorie prive di fondamento, impregnate di deciso determinismo, e così espressione di un pensiero fortemente conservatore, financo razzista.

 

La galleria di personaggi, di espressioni, di atteggiamenti, di parole che ogni giorno vengono offerti a un’attenzione sempre più sbiadita, sfocata, superficiale, riottosa, riportano in ogni caso in superficie queste valutazioni così spesso archiviate come erronee, e spingono, nell’attuale scenario politico italiano, a concedere una perfetta riproposizione della sala comune dove si riunivano i residenti dell’ospizio degli alienati di Charenton. Con la differenza che alcuni di loro potevano essere divertenti e poco pericolosi. Questi, no.  

Il sorriso sprezzante derivante da un complesso di superiorità che sconfina nel patologico delirio di onnipotenza, sino a un ostinato rifiuto della realtà circostante, totalmente avversa e in più di un’occasione: Matteo Renzi.

Lo sguardo fisso, portato da globi assai ravvicinati, da uccello notturno, e il pensiero altrettanto incernierato su dati di fatto tanto solidi quanto facilmente rovesciabili: Matteo Salvini.

L’occhio morbido e vellutato che di tanto in tanto lancia scintille allusive, promesse ammiccanti (Internet anche a chi non se lo può permettere), popolari come i pacchi di pasta elargiti dal Comandante: Luigi Di Maio.

L’impassibilità, la capacità di governare ogni muscolo facciale, sino al sospetto di trovarsi di fronte a un pietroso giocatore di poker o a un cyborg non muscolato né armato sino ai denti come Schwarzenegger: Giuseppe Conte.

Un terzo assistente di studio legale, giunto ormai per età a rassegnarsi all’idea di poter scalare le gerarchie di quei locali in cui, come in un racconto di Balzac, si accumulano fascicoli e scartafacci: Giovanni Tria, che per pura sorte ha avuto un dicastero che fa rima con il suo nome.

La melanconia di certe incisioni di Durer e la desolazione sul volto dei santi e dei martiri dipinti da Zurbaran: Maurizio Martina. Il suo conterraneo Pietro Vierchowod aveva più molta grinta.

Ritoccato da truccatori in servizio presso le corti faraoniche e del Celeste Impero, o in preda ad acuta e sconvolgente metamorfosi dopo aver ammirato l’umanità tragicamente clownesca di Max Ensor: ecco quel che rimane del vecchio Cavaliere.

Il volto aggressivo del Farinacci di Imperia, tornato in scena, la fissità da rictus della ministra della Salute Pubblica, gli atteggiamenti di certi PD degni dei fedelissimi che seguirono il Fuhrer nel bunker della Cancelleria, l’elfo tiroideo anima di Fratelli d’Italia, invitano, nell’anno che celebra Basaglia e la sua generosa intuizione, a un progetto per l’allargamento degli spazi dell’antica istituzione in quel sobborgo parigino. Visite guidate il sabato, gratis.

 

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